Nel mio caso (essendo anch'io, come Vito, 'innamorato' di Paperone) posso dire che all'inizio lo odiavo, mi stava proprio antipatico (avrò avuto 6/8 anni) e il punto più alto di questa antipatia lo raggiunsi leggendo la storia di Martina/Chierchini 'I flabelli del Maestoso': PdP, dopo aver fatto diversi nodi a un fazzoletto per ricordarsi di tutti i guai causati da Paperino in una avventura in Oriente, alla fine della storia, dopo un violento scontro fisico, 'annoda' direttamente le braccia del povero nipote che, dolorante a terra, sotto gli occhi impotenti dei nipotini, si sente urlare dallo zio: 'Così ti ricorderai che non devi mai più darmi consigli!'
Successivamente cominciai a notare nell'odioso personaggio dei particolari bizzarri e simpatici: le sue 'crisi', i comici tentativi di suicidio, l'amore per il denaro e il suo rapporto speciale con la Numero Uno, il Klondike, gli scontri con Rockerduck, Amelia o i Bassotti, l'essere non solo 'carnefice' ma anche 'vittima' di un nipote (a volte) degenere.
Quando noti, in persone apparentemente negative, dei lati positivi, tendi comunque a dargli più importanza rispetto ai pregi di persone che si sa già essere 'buone'.
Nelle storie con Brigitta, che spesso finivano con una quasi resa del burbero papero per evitare guai peggiori, tifavo sempre per Paperone (e mi arrabbiavo quando lo vedevo 'apparentemente sconfitto').
Col tempo mi sono poi accorto degli atteggiamenti generosi e di bontà di Scrooge verso i nipoti o altri soggetti, tenuti nascosti o difficilmente celati, un po' per vergogna, un po' per non scalfire la sua fama di duro e taccagno.
Leggendo le storie di Barks e Scarpa e successivamente quelle di Don Rosa, ho realizzato la grandezza del personaggio, al di là del discorso simpatico-antipatico; la sua forza deriva dalla sua storia, la sua (relativa) solitudine è anche un segno dell'essere forti. Che non significa non avere umane/papere debolezze.
Paperon de' Paperoni è uno di quei tipi che o si amano o si odiano.
Io l'ho odiato in passato e adesso lo amo.