Logo PaperseraPapersera.net

×
Pagina iniziale
Edicola
Showcase
Calendario
Topolino settimanale
Hot topics
Post non letti
Post nuovi dall'ultima visita
Risposte a topic cui hai partecipato
Ciao Sergio
Ciao Sergio
Le nostre recensioni
3.5 | |
3.5 | |
4 | |
4 | |
3 | |
3 | |
3.5 | |
3 | |
4 | |
2.5 | |
3.5 | |
4 | |

Quando gli autori vivevano nell'anonimato

0 Utenti e 2 Visitatori stanno visualizzando questo topic.

*

McDuck
Diabolico Vendicatore
PolliceSu   (4)

  • ****
  • Post: 1404
  • Fliccus, Flaccus, Fannulorum!
    • Offline
    • Mostra profilo
PolliceSu   (4)
    Quando gli autori vivevano nell'anonimato
    Martedì 21 Ago 2012, 12:13:35
    Essendo cresciuto negli anni '90, sono sempre stato abituato a vedere il nome dello sceneggiatore e quello dell'autore riportati all'inizio della storia. In questo modo, con il passare del tempo, ho imparato a riconoscere il tratto di quel disegnatore, e le pecularità nella trama di quel dato sceneggiatore.
    Avendo poi però cominciato a collezionare numeri di Topolino del passato, ho notato come all'interno non fossero quasi mai riportati i nomi degli autori, quasi come se si volesse riunire il tutto sotto il marchio di Walt Disney. La domanda, dunque, sorge spontanea: come era possibile riconoscere gli autori? Saper dire, esattamente, che una data storia era di Cimino, e non di Martina? O che il tratto era indubbiamente quello di Bottaro, e non di Perego?

    *

    Franka
    Ombronauta
    PolliceSu   (11)

    • ****
    • Post: 863
    • Old cow
      • Offline
      • Mostra profilo
    PolliceSu   (11)
      Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
      Risposta #1: Martedì 21 Ago 2012, 13:25:52
      Al contrario di te, io sono cresciuta senza avere alcun tipo di informazione sugli autori o sui disegnatori delle storie che leggevo su Topolino.
      Inizialmente mi chiedevo perchè Walt Disney a volte scrivesse delle belle storie e altre invece no, ma soprattutto come diavolo facesse ad avere tanti stili così diversi nel disegno.
      Questo ha strappato una risata a Massimo De Vita quando l'ho incontrato in fiera a Reggio Emilia :).

      Ovviamente non ero in grado di capire chi era lo sceneggiatore delle storie, anche se era chiaro che certi mezzi di locomozione con le zampe palmate, con le teste di animali, o in ogni caso incredibili non potevano che esser frutto del medesimo genio creativo ::).

      Ma ti posso assicurare che ogni volta che aprivo Topolino lo sfogliavo tutto per vedere se c'erano storie con i disegni che preferivo.
      Per me il disegno bello era sinonimo di storia bella, per cui iniziavo con quelle.
      E "quelle" erano le opere di Scarpa, Carpi, Cavazzano, De Vita, Gatto, Asteriti (sinonimo per eccellenza di storia avventurosa con Topolino e Pippo protagonisti), Bottaro, Scala e, perchè no, a volte anche Perego.

      E' stato bello scoprire i nomi dei miei disegnatori preferiti, ed era un bel gioco attribuire un nome ad un disegno coprendo la nota di fianco alla vignetta. :)
      « Ultima modifica: Martedì 21 Ago 2012, 21:01:15 da Frankie »
      Se i Giusti non si oppongono, sono gia' colpevoli.

      *

      Cornelius
      Imperatore della Calidornia
      PolliceSu   (4)

      • ******
      • Post: 12845
      • Mais dire Mais
        • Offline
        • Mostra profilo
      PolliceSu   (4)
        Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
        Risposta #2: Martedì 21 Ago 2012, 13:49:04

        Essendo cresciuto negli anni 70 ti posso dire che i diversi disegnatori li riconoscevi abituandoti a vedere, settimana dopo settimana e anno dopo anno, i diversi tratti delle loro tavole. Ricordo che, pur non sapendo naturalmente i nomi, prima di comprare un Topo lo aprivo per vedere se c'erano storie di Scarpa o Cavazzano (quest'ultimo, nei primi anni di quel decennio, aveva un tratto molto simile a quello del suo maestro e probabilmente per me erano un tuttuno), i miei preferiti, fra l'altro molto prolifici (per fortuna). Oltre ai disegni riconoscevo i testi delle storie di Cimino, cosi particolari e accattivanti. Al contrario, se vedevo gli spigolosi tratti del disegno di PL De Vita potevo anche saltare quel numero dell'albo, a meno che non ci fossero state altre storie più in linea con i miei gusti. Mi piacevano molto Chierchini (i cui paperi avevano sempre un aspetto 'cattivo', con i pugni serrati, nelle storie di un Martina che non riconoscevo), Gatto (al contrario i suoi erano paperi 'buoni', dallo sguardo dolce), G.B.Carpi (quest'ultimo soprattutto per i Manuali e le Enciclopedie che riconoscevo fatte dalla stessa mano) e De Vita junior (che mai avrei immaginato essere figlio di tale padre).
        Non ho mai creduto alla favoletta che a disegnare fosse solo Walt Disney in persona (che oltretutto era morto da qualche anno) anche perché era evidente che ci fossero gli stili più diversi. E' anche vero che dal 1969 i nomi degli autori erano stampati in seconda di copertina, uno dietro l'altro senza alcun riferimento specifico a determinate storie. Io però non ci feci mai caso, se non molti anni dopo.

        Verso il 1980 mi allontanai dal Topo. Avevo circa 17 anni e tutti mi dicevano che era per via dell'età più grande ma io sapevo che nelle storie c'era qualcosa di diverso rispetto a qualche anno prima: nei testi non c'era più quel brio, quella dialettica da commedia brillante e anche i disegni mi piacevano meno. In seguito ne ebbi conferma: i vari Barosso, Dalmasso, Scarpa, Martina, Cimino si erano allontanati dalla Mondadori (chi momentaneamente, facendovi poi ritorno, chi per sempre) ed io 'sentivo' la loro mancanza. Ma per gli altri era solo una questione d'età.

        Solo agli inizi degli anni 90, riavvicinandomi al fumetto grazie anche alla scoperta delle mostre-mercato (fino ad allora a me sconosciute, nonostante esistessero da 25 anni), scoprii nomi e cognomi di quegli artisti che tanta compagnia mi avevano fatto in età infantile e adolescenziale e fu davvero emozionante: volli sapere tutto di loro e mi sorprese non poco che fossero ancora sulla cresta dell'onda (Carpi, Scarpa, Bottaro, Cimino, Chierchini, Gatto avevano circa 65 anni mentre Cavazzano e De Vita jr erano ancora 'ragazzi' di 45 anni). In fondo era passato solo poco più di un decennio (anche se a me sembrava molto di più) e ripresi a leggere il Topo quasi come quando lo avevo lasciato, con in più le firme dei miei autori preferiti in fondo alla tavola iniziale, a cui arrivarono finalmente i dovuti riconoscimenti, dopo tanti anni di anonimato.
        « Ultima modifica: Mercoledì 22 Ago 2012, 04:15:49 da leo_63 »

        *

        Dippy
        Diabolico Vendicatore
        PolliceSu   (1)

        • ****
        • Post: 1873
        • Tra un corto e una sciocca sinfonia...
          • Offline
          • Mostra profilo
        PolliceSu   (1)
          Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
          Risposta #3: Martedì 21 Ago 2012, 14:43:50
          Inizialmente mi chiedevo perchè Walt Disney a volte scrivesse delle belle storie e altre invece no, ma soprattutto come diavolo facesse ad avere tanti stili così diversi nel disegno.
          Questo ha strappato una risata a Massimo De Vita quando l'ho incontrato in fiera a Reggio Emilia :).

          Ovviamente non ero in grado di capire chi era lo sceneggiatore delle storie, anche se era chiaro che certi mezzi di locomozione con le zampe palmate, con le teste di animali, o in ogni caso incredibili non potevano che esser frutto del medesimo genio creativo ::).

          Hai postato due ricordi molto belli, polliciata!
          Quanto alla domanda di McDuck, penso che un lettore affezionato col passare del tempo sarebbe stato in grado di distinguere i tratti; certo, senza poter dare un nome a quel disegnatore, ma sapendo che era sempre lui. E forse sapere di avere in mano una sua storia, ne avrebbe accresciuto la gioia di leggerla, almeno io la penso così. Più difficile invece fare lo stesso discorso per uno sceneggiatore, Cimino a parte, come ricordava Franka (l'unico sceneggiatore che si riconosce dai disegni, giusto?). Ma alla fin fine penso che se un lettore di Topolino fosse stato un vero appassionato, e non un lettore casuale, un "lavoro" di questo tipo non possa avere fatto altro che accrescere la passione per il fumetto in generale e per un certo autore piuttosto che un altro in particolare.
          « Ultima modifica: Martedì 21 Ago 2012, 14:45:24 da Dippy_the_Dawg »
          Sappiate che tutte le cose sono così: un miraggio, un castello di nubi... Nulla è come appare  -  Buddha

          https://ilnumeroprimopiugrande.wordpress.com

          https://altriproblemidellalieno.wordpress.com

          *

          McDuck
          Diabolico Vendicatore
          PolliceSu

          • ****
          • Post: 1404
          • Fliccus, Flaccus, Fannulorum!
            • Offline
            • Mostra profilo
          PolliceSu
            Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
            Risposta #4: Martedì 21 Ago 2012, 15:18:49
            Wow, che belle risposte! :)
            Quindi effettivamente un autore si poteva riconoscere dal suo tratto (come d'altronde ho fatto anch'io da ragazzino), ma era impossibile poterlo identificare! E' qualcosa che mi risulta difficile da concepire, per me che ho sempre visto Cavazzano come Cavazzano, la Ziche come la Ziche e così via. Così il discorso di Franka su un Walt Disney disegnatore (e sceneggiatore) di ogni storia pubblicata sul topo...fa un po' senso ;D

            Come ha anche accennato Dippy, riconoscere uno stesso sceneggiatore doveva anche essere più complesso, rispetto al disegnatore, e questo mi porta alla domanda: su quale tipo di conoscenza si basa l'inducks? C'è stata la possibilità di consultare un qualche "archivio" in cui erano contenute le informazioni, o si è solo congetturato?

            *

            Mr. Bunz
            Ombronauta
            PolliceSu   (5)

            • ****
            • Post: 818
              • Offline
              • Mostra profilo
            PolliceSu   (5)
              Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
              Risposta #5: Martedì 21 Ago 2012, 15:20:32
              Io sono cresciuto negli anni 60, per cui ti lascio immaginare cosa si sapeva allora degli autori.
              In realta' non e' che ce ne importasse piu' di tanto, cio' che interessava erano le storie "in se'", e quasi sempre si preferiva le storie con Paperino a quelle con Topolino, anche se finivano quasi sempre male per il mio idolo (dannato Martina ; alcune volte, ricordo, guardavo subito l'ultima vignetta della storia con Donald,
              se quest'ultimo era in fuga leggevo l'episodio di malavoglia).
              Pero' alla fine si leggeva tutto (non acriticamente, ovvio, c'erano storie che piacevano di piu' e altre di meno), anche piu' volte, dato che gli unici intrattenimenti diciamo cosi, "mediatici" dell'epoca erano "Topolino" (talvolta "Il Corriere dei Piccoli" con il grande fumetto franco-belga) e un'ora di TV dei Ragazzi alle 17,45 (ma perlopiu' d'inverno).
              Il resto era puro gioco all'aperto che non richiedeva grandi attrezzature (essenzialmente una bicicletta, un pallone o, al massimo, una Colt giocattolo, o un paio di plotoni di soldatini di plastica).
              Dopo questo "grado zero" della fruizione del Topo, e' subentrata la discriminante dei disegni.
              Talvolta si leggevano solo le storie di cui piaceva lo stile del disegno (per non ripetere sempre i soliti nomi, lascio immaginare quali fossero gli autori di tali disegni), e, non so' quanto casualmente, le storie con i disegni migliori spesso coincidevano con le migliori sceneggiature.
              Poi alla fine si seppero i nomi degli autori, e fu una specie di rivoluzione copernicana.
              Cio' che mi fa piacere e' comunque il fatto di aver vissuto in prima persona tutti questi cambiamenti, dato che la mia passione per i fumetti in generale (e per quelli Disney in particolare) non ha mai avuto pause lungo gli ultimi quarantacinque anni.
              Conosciuto anche come : Velodromo Vigorelli

              *

              Mark
              Cugino di Alf
              PolliceSu   (1)

              • ****
              • Post: 1046
              • Esperto animazione disneyana
                • Offline
                • Mostra profilo
              PolliceSu   (1)
                Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                Risposta #6: Martedì 21 Ago 2012, 17:38:35
                Sono uno dei tanti che riconosceva il tratto del disegnatore senza leggerne la firma. Questo però mi porta a una riflessione sulla realtà odierna, fatta di tanti disegnatori che definiamo cavazzaniani perchè con uno stile simile a quello del Maestro Cavazzano. Non fraintendetemi: Cavazzano è bravissimo e le sue opere sono stupende, ma un conto è Cavazzano e un conto è qualcuno che imita Cavazzano. Uniformandosi in questo modo viene a mancare una delle grandi ricchezze del fumetto Disney italiano. Stili insoliti come quello di Asteriti e di Chierchini oggi non hanno più spazio o quasi. Tutti cavazzaniani. Anche Cavazzano all'inizio aveva uno stile molto simile a quello del suo Maestro Scarpa, ma da artista qual è ha saputo evolvere, creandone uno proprio.

                *

                Tacitus I
                Dittatore di Saturno
                PolliceSu

                • *****
                • Post: 3416
                • Castiano al 100%
                  • Offline
                  • Mostra profilo
                PolliceSu
                  Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                  Risposta #7: Martedì 21 Ago 2012, 17:39:28
                  i primi albi che ho letto avevano tutti i nomi sotto la prima pagina della storia,ad esclusione dei gcd,che mettevano i nomi sul bordo(e devo dire che preferivo i nomi sul bordo invece che sotto).I primi autori che riuscii a riconoscere erano cimino e bordini,e ogni volta che prendevo un gcd correvo subito a vedere se c'era una storia in cui zio paperone partiva col nipotame in viaggio o una storia in cui si riconosceva subito che il protagonista era disegnato da bordini(in particolare adoravo le storie brevi di bordini con paperino).per il terzo,poi,è tutta un 'altra storia,perchè lo riconobbi dalla cattiveria del suo zio paperone e dall'intelligenza e dalla stupidità rispettivamente di pippo e topolino(ovviamente sto parlando di martina,che verso il 2000 era molto presente sui gcd).per quanto riguarda gli autori moderni,devo dire che ci misi un po'a riconoscerli,perchè alcuni facevano storie molto simili e quindi facevo confusione.comunque i primi che individuai furono casty(non ve lo aspettavate eh...) e panaro :)

                  Nella cultura esiste sempre un futuro

                  *

                  piccolobush
                  Flagello dei mari
                  Moderatore
                  PolliceSu   (1)

                  • *****
                  • Post: 4263
                    • Offline
                    • Mostra profilo
                  PolliceSu   (1)
                    Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                    Risposta #8: Martedì 21 Ago 2012, 17:45:35
                    Beh, il mio percorso non è stato molto differente da quelli di franka e mr bunz, pur venendo qualche anno dopo: all'inizio imparai a distinguere i vari disegnatori, pur senza riuscire a dar loro un nome. Per gli sceneggiatori ovviamente la cosa era molto più complicata ma qualche caratteristica comune, qualche segno distintivo, con l'"allenamento" si coglievano (barosso, cimino, chendi, martina, michelini erano abbastanza caratteristici nel modo di scrivere) anche se non si poteva mai averne la certezza.
                    Poi negli anni '80 iniziarono a comparire i credits: erano alla rinfusa ma bastava confrontare due numeri che ospitassero le storie di quello che appariva come uno stesso disegnatore ed ecco i nomi tanto cercati! Al solito, per gli sceneggiatori era un po' più indeterminato, ma con un po' di pazienza qualche nome si riusciva a identificarlo.
                    Quando infine arrivarono i credits come si deve, beh, forse è stata un po' la fine di una magia: spesso mi chiedo se quella righina in fondo alla prima pagina non inlfluenzi troppo la mia lettura, togliendomi addirittura una parte del piacere. Mi piace pensare di no, però...

                    *

                    Hon-ki-ton
                    Ombronauta
                    PolliceSu

                    • ****
                    • Post: 831
                    • Catalogatore insaziabile
                      • Offline
                      • Mostra profilo
                    PolliceSu
                      Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                      Risposta #9: Mercoledì 22 Ago 2012, 03:00:36
                      Citazione
                      Beh, il mio percorso non è stato molto differente da quelli di franka e mr bunz, pur venendo qualche anno dopo prima

                      Non prestavo molta attenzione allo stile grafico, anche se certe caratteristiche, magari esasperate,
                      avevo imparate a riconoscerle, per esempio l' aggrottamento sopra il becco per i paperi arrabbiati
                      di Chierchini e in genere la linea un po' spigolosa sua e di PierLorenzo De Vita,
                      contrapposta a quella più rotonda di Perego o al dinamismo di Scarpa :D
                      Tuttavia, se mi avessero chiesto se p.es. Topolino e la dimensione Delta
                      e Paperino e il razzo interplanetario fossero degli stessi autori/disegnatori avrei risposto
                      che non mi ero mai posto il problema.
                      Aggiungerei che addirittura non facevo caso alla differenza tra i prologhi e le storie nei CWD,
                      nonostante mi fosse evidente che erano di mano diversa.
                      Quando usci Vita e dollari di Paperon de' Paperoni e il nome  di Carl Barks
                      venne finalmente conosciuto quale autore delle storie in quel volume,
                      non lo ricollegai a molte storie brevi a cui ero affezionatissimo.
                      Non ho un ricordo preciso di cosa pensai alla morte di Walt Disney:
                      probabilmente pensavo che fosse comunque coinvolto nella produzione delle storie,
                      quindi qualcosa sarebbe cambiato, ma quando ?
                      Sapevo che i CWD e gli Albi della Rosa erano ristampe, avrei potuto pensare
                      che anche Topolino avesse un gran numero di storie inedite in Italia, o da ristampare,  da cui attingere :o

                      *

                      Cornelius
                      Imperatore della Calidornia
                      PolliceSu

                      • ******
                      • Post: 12845
                      • Mais dire Mais
                        • Offline
                        • Mostra profilo
                      PolliceSu
                        Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                        Risposta #10: Mercoledì 22 Ago 2012, 04:12:16
                        Come ha anche accennato Dippy, riconoscere uno stesso sceneggiatore doveva anche essere più complesso, rispetto al disegnatore, e questo mi porta alla domanda: su quale tipo di conoscenza si basa l'inducks? C'è stata la possibilità di consultare un qualche "archivio" in cui erano contenute le informazioni, o si è solo congetturato?

                        Mi sembra di aver letto che, per risalire agli autori dei testi, i vari critici Fossati, Beccatini, Boschi, Gori, Sani... andavano direttamente alla fonte, consultando gli autori stessi o i loro colleghi disegnatori. Ma credo anche che alla Mondadori/Disney avessero degli archivi dove era possibile rintracciare documentazioni ufficiali. Poi c'erano testi talmente caratterizzati (tipo Cimino o Martina) che a volte andavano anche a intuito nel caso non avessero la prova provata.

                        *

                        piccolobush
                        Flagello dei mari
                        Moderatore
                        PolliceSu

                        • *****
                        • Post: 4263
                          • Offline
                          • Mostra profilo
                        PolliceSu
                          Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                          Risposta #11: Mercoledì 22 Ago 2012, 11:21:37
                          Ma credo anche che alla Mondadori/Disney avessero degli archivi dove era possibile rintracciare documentazioni ufficiali
                          Principalmente le ricevute di pagamento ;)
                          Ma anche in presenza di queste, ci sono dei (rari) casi di incerta attribuzione

                          *

                          Paolo
                          Flagello dei mari
                          Moderatore
                          PolliceSu   (1)

                          • *****
                          • Post: 4771
                          • musrus adroc
                            • Offline
                            • Mostra profilo
                          PolliceSu   (1)
                            Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                            Risposta #12: Mercoledì 22 Ago 2012, 11:41:59
                            Principalmente le ricevute di pagamento ;)
                            Ma anche in presenza di queste, ci sono dei (rari) casi di incerta attribuzione

                            Esatto, la fonte principale delle attribuzioni furono i registri di pagamento della Mondadori, come spiegato dal prode Barlotti in questo articolo:

                            http://www.papersera.net/articoli/aIn1.php

                            Il primo pubblicato sul Papersera, per fortuna non butto mai via niente! ;D

                            Tornando alla questione principale, anch'io come già molti hanno dichiarato, riuscivo a capire qualcosina dai disegni, ma non mi ponevo granché la domanda sugli autori: non avevo mai pensato al fatto che potessero essere due persone diverse, e la confusione che facevo tra Scarpa e Cavazzano in certe storie di Cimino non mi faceva certo sorgere dubbi in proposito. Però ad un certo punto la storia "Zio Paperone e i bevitori di petrolio" era talmente "ciminiana" e il tratto così diverso da quello di Scarpa e Cavazzano che qualcosa iniziò a non quadrare più... non ricordo, ma probabilmente pensai che fosse stata scopiazzata da qualche altra storia di "quello bravo"...

                            Distinguevo come tutti tra storie "brutte" e storie "belle", dove nelle prime mettevo quelle di PL De Vita, Perego e qualche Chierchini, quest'ultimo soprattutto perché disegnava delle sceneggiature di Martina spesso eccessive negli scontri tra paperi e finali sempre disastrosi (ma senza divertimento "à la Barks") come ha detto giustamente da Mr. Bunz.

                            Ma la vera "stele di rosetta" fu il libro "I Disney Italiani", vera chiave di lettura per tutto ciò che è venuto dopo!

                             -  Paolo

                            p.s. Mr. Bunz, mi sembra di capire che io sono più giovane di te, ma mi ritrovo pari-pari nel tuo intervento (che ho polliciato), e la tua descrizione di come si trascorrevano i pomeriggi mi ha fatto venire una gran nostalgia! :)

                            *

                            Mr. Bunz
                            Ombronauta
                            PolliceSu   (1)

                            • ****
                            • Post: 818
                              • Offline
                              • Mostra profilo
                            PolliceSu   (1)
                              Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                              Risposta #13: Mercoledì 22 Ago 2012, 15:28:15

                              Ma la vera "stele di rosetta" fu il libro "I Disney Italiani", vera chiave di lettura per tutto ciò che è venuto dopo!

                               -  Paolo

                              p.s. Mr. Bunz, mi sembra di capire che io sono più giovane di te, ma mi ritrovo pari-pari nel tuo intervento (che ho polliciato), e la tua descrizione di come si trascorrevano i pomeriggi mi ha fatto venire una gran nostalgia! :)

                              Esatto, anche per me il volume "I Disney Italiani" rappresento' una specie di "Stargate" per l'universo disneyano.
                              D'altro canto ha ragione anche Piccolobush, talvolta mi chiedo se l'eccessiva identificazione delle storie nei nomi degli autori non influenzi un po' troppo la lettura.

                              p.s. io sono del '60, e quei pomeriggi erano belli soprattutto perche' eravamo in tanti in cortile, e le mamme intervenivano solo in caso di catastrofe ematica di qualcuno di noi. Semplici tagli o contusioni leggere si riparavano alla sera prima di cena (o di Carosello, che era la stessa cosa)
                              Conosciuto anche come : Velodromo Vigorelli

                              *

                              TopoRezza
                              Sceriffo di Valmitraglia
                              PolliceSu

                              • ***
                              • Post: 359
                              • Sia lodato Guido!
                                • Offline
                                • Mostra profilo
                              PolliceSu
                                Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                Risposta #14: Mercoledì 22 Ago 2012, 16:25:08


                                Tornando alla questione principale, anch'io come già molti hanno dichiarato, riuscivo a capire qualcosina dai disegni, ma non mi ponevo granché la domanda sugli autori: non avevo mai pensato al fatto che potessero essere due persone diverse, e la confusione che facevo tra Scarpa e Cavazzano in certe storie di Cimino non mi faceva certo sorgere dubbi in proposito. Però ad un certo punto la storia "Zio Paperone e i bevitori di petrolio" era talmente "ciminiana" e il tratto così diverso da quello di Scarpa e Cavazzano che qualcosa iniziò a non quadrare più... non ricordo, ma probabilmente pensai che fosse stata scopiazzata da qualche altra storia di "quello bravo"...

                                Distinguevo come tutti tra storie "brutte" e storie "belle", dove nelle prime mettevo quelle di PL De Vita, Perego e qualche Chierchini, quest'ultimo soprattutto perché disegnava delle sceneggiature di Martina spesso eccessive negli scontri tra paperi e finali sempre disastrosi (ma senza divertimento "à la Barks") come ha detto giustamente da Mr. Bunz.



                                È più o meno come facevo io fino ad un paio di anni fa perchè nonostante io ho sempre visto i nomi degli autori sotto non mi sono mai preso la briga di leggerli e quindi mentre nel topo settimanale leggevo tutte le storie perchè mi piacevano i disegni spesso sui GC leggevo solo quelle disegnata dai vari Scarpa Cavazzano o Gatto. Lasciavo lì soprattutto le storie palesemente americane o quelle disegnate da PLDe Vita e da Asteriti.

                                Piano piano poi frequentando questo forum ( ::) ) ho cominciato a riconoscere diversi tratti e a leggere i nomi, ci ho messo poco a riconoscere quelli facili (primo tra tutti Scala) ma per quanto riguarda quelli attuali ci ho messo molto di più. Ho sempre considerato i Vari Freccero-Perina-Gervasio-Mastantuono e Co tutti uguali e quindi capirete che questo mi ha creato non pochi problemi...
                                "Ricordati ragazzo, se qualcuno ti dice che il tuo aereo è OK, magari lo è. Ma non fidarti mai prima di averlo provato tu stesso."
                                Musone

                                Grazie Floyd...

                                 

                                Dati personali, cookies e GDPR

                                Questo sito per poter funzionare correttamente utilizza dati classificati come "personali" insieme ai cosiddetti cookie tecnici.
                                In particolare per quanto riguarda i "dati personali", memorizziamo il tuo indirizzo IP per la gestione tecnica della navigazione sul forum, e - se sei iscritto al forum - il tuo indirizzo email per motivi di sicurezza oltre che tecnici, inoltre se vuoi puoi inserire la tua data di nascita allo scopo di apparire nella lista dei compleanni.
                                Il dettaglio sul trattamento dei dati personali è descritto nella nostra pagina delle politiche sulla privacy, dove potrai trovare il dettaglio di quanto riassunto in queste righe.

                                Per continuare con la navigazione sul sito è necessario accettare cliccando qui, altrimenti... amici come prima! :-)