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Quando gli autori vivevano nell'anonimato

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McDuck
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    Quando gli autori vivevano nell'anonimato
    Martedì 21 Ago 2012, 12:13:35
    Essendo cresciuto negli anni '90, sono sempre stato abituato a vedere il nome dello sceneggiatore e quello dell'autore riportati all'inizio della storia. In questo modo, con il passare del tempo, ho imparato a riconoscere il tratto di quel disegnatore, e le pecularità nella trama di quel dato sceneggiatore.
    Avendo poi però cominciato a collezionare numeri di Topolino del passato, ho notato come all'interno non fossero quasi mai riportati i nomi degli autori, quasi come se si volesse riunire il tutto sotto il marchio di Walt Disney. La domanda, dunque, sorge spontanea: come era possibile riconoscere gli autori? Saper dire, esattamente, che una data storia era di Cimino, e non di Martina? O che il tratto era indubbiamente quello di Bottaro, e non di Perego?

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    Franka
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      Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
      Risposta #1: Martedì 21 Ago 2012, 13:25:52
      Al contrario di te, io sono cresciuta senza avere alcun tipo di informazione sugli autori o sui disegnatori delle storie che leggevo su Topolino.
      Inizialmente mi chiedevo perchè Walt Disney a volte scrivesse delle belle storie e altre invece no, ma soprattutto come diavolo facesse ad avere tanti stili così diversi nel disegno.
      Questo ha strappato una risata a Massimo De Vita quando l'ho incontrato in fiera a Reggio Emilia :).

      Ovviamente non ero in grado di capire chi era lo sceneggiatore delle storie, anche se era chiaro che certi mezzi di locomozione con le zampe palmate, con le teste di animali, o in ogni caso incredibili non potevano che esser frutto del medesimo genio creativo ::).

      Ma ti posso assicurare che ogni volta che aprivo Topolino lo sfogliavo tutto per vedere se c'erano storie con i disegni che preferivo.
      Per me il disegno bello era sinonimo di storia bella, per cui iniziavo con quelle.
      E "quelle" erano le opere di Scarpa, Carpi, Cavazzano, De Vita, Gatto, Asteriti (sinonimo per eccellenza di storia avventurosa con Topolino e Pippo protagonisti), Bottaro, Scala e, perchè no, a volte anche Perego.

      E' stato bello scoprire i nomi dei miei disegnatori preferiti, ed era un bel gioco attribuire un nome ad un disegno coprendo la nota di fianco alla vignetta. :)
      « Ultima modifica: Martedì 21 Ago 2012, 21:01:15 da Frankie »
      Se i Giusti non si oppongono, sono gia' colpevoli.

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      Cornelius
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        Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
        Risposta #2: Martedì 21 Ago 2012, 13:49:04

        Essendo cresciuto negli anni 70 ti posso dire che i diversi disegnatori li riconoscevi abituandoti a vedere, settimana dopo settimana e anno dopo anno, i diversi tratti delle loro tavole. Ricordo che, pur non sapendo naturalmente i nomi, prima di comprare un Topo lo aprivo per vedere se c'erano storie di Scarpa o Cavazzano (quest'ultimo, nei primi anni di quel decennio, aveva un tratto molto simile a quello del suo maestro e probabilmente per me erano un tuttuno), i miei preferiti, fra l'altro molto prolifici (per fortuna). Oltre ai disegni riconoscevo i testi delle storie di Cimino, cosi particolari e accattivanti. Al contrario, se vedevo gli spigolosi tratti del disegno di PL De Vita potevo anche saltare quel numero dell'albo, a meno che non ci fossero state altre storie più in linea con i miei gusti. Mi piacevano molto Chierchini (i cui paperi avevano sempre un aspetto 'cattivo', con i pugni serrati, nelle storie di un Martina che non riconoscevo), Gatto (al contrario i suoi erano paperi 'buoni', dallo sguardo dolce), G.B.Carpi (quest'ultimo soprattutto per i Manuali e le Enciclopedie che riconoscevo fatte dalla stessa mano) e De Vita junior (che mai avrei immaginato essere figlio di tale padre).
        Non ho mai creduto alla favoletta che a disegnare fosse solo Walt Disney in persona (che oltretutto era morto da qualche anno) anche perché era evidente che ci fossero gli stili più diversi. E' anche vero che dal 1969 i nomi degli autori erano stampati in seconda di copertina, uno dietro l'altro senza alcun riferimento specifico a determinate storie. Io però non ci feci mai caso, se non molti anni dopo.

        Verso il 1980 mi allontanai dal Topo. Avevo circa 17 anni e tutti mi dicevano che era per via dell'età più grande ma io sapevo che nelle storie c'era qualcosa di diverso rispetto a qualche anno prima: nei testi non c'era più quel brio, quella dialettica da commedia brillante e anche i disegni mi piacevano meno. In seguito ne ebbi conferma: i vari Barosso, Dalmasso, Scarpa, Martina, Cimino si erano allontanati dalla Mondadori (chi momentaneamente, facendovi poi ritorno, chi per sempre) ed io 'sentivo' la loro mancanza. Ma per gli altri era solo una questione d'età.

        Solo agli inizi degli anni 90, riavvicinandomi al fumetto grazie anche alla scoperta delle mostre-mercato (fino ad allora a me sconosciute, nonostante esistessero da 25 anni), scoprii nomi e cognomi di quegli artisti che tanta compagnia mi avevano fatto in età infantile e adolescenziale e fu davvero emozionante: volli sapere tutto di loro e mi sorprese non poco che fossero ancora sulla cresta dell'onda (Carpi, Scarpa, Bottaro, Cimino, Chierchini, Gatto avevano circa 65 anni mentre Cavazzano e De Vita jr erano ancora 'ragazzi' di 45 anni). In fondo era passato solo poco più di un decennio (anche se a me sembrava molto di più) e ripresi a leggere il Topo quasi come quando lo avevo lasciato, con in più le firme dei miei autori preferiti in fondo alla tavola iniziale, a cui arrivarono finalmente i dovuti riconoscimenti, dopo tanti anni di anonimato.
        « Ultima modifica: Mercoledì 22 Ago 2012, 04:15:49 da leo_63 »

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        Dippy
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          Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
          Risposta #3: Martedì 21 Ago 2012, 14:43:50
          Inizialmente mi chiedevo perchè Walt Disney a volte scrivesse delle belle storie e altre invece no, ma soprattutto come diavolo facesse ad avere tanti stili così diversi nel disegno.
          Questo ha strappato una risata a Massimo De Vita quando l'ho incontrato in fiera a Reggio Emilia :).

          Ovviamente non ero in grado di capire chi era lo sceneggiatore delle storie, anche se era chiaro che certi mezzi di locomozione con le zampe palmate, con le teste di animali, o in ogni caso incredibili non potevano che esser frutto del medesimo genio creativo ::).

          Hai postato due ricordi molto belli, polliciata!
          Quanto alla domanda di McDuck, penso che un lettore affezionato col passare del tempo sarebbe stato in grado di distinguere i tratti; certo, senza poter dare un nome a quel disegnatore, ma sapendo che era sempre lui. E forse sapere di avere in mano una sua storia, ne avrebbe accresciuto la gioia di leggerla, almeno io la penso così. Più difficile invece fare lo stesso discorso per uno sceneggiatore, Cimino a parte, come ricordava Franka (l'unico sceneggiatore che si riconosce dai disegni, giusto?). Ma alla fin fine penso che se un lettore di Topolino fosse stato un vero appassionato, e non un lettore casuale, un "lavoro" di questo tipo non possa avere fatto altro che accrescere la passione per il fumetto in generale e per un certo autore piuttosto che un altro in particolare.
          « Ultima modifica: Martedì 21 Ago 2012, 14:45:24 da Dippy_the_Dawg »
          Sappiate che tutte le cose sono così: un miraggio, un castello di nubi... Nulla è come appare  -  Buddha

          https://ilnumeroprimopiugrande.wordpress.com

          https://altriproblemidellalieno.wordpress.com

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          McDuck
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            Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
            Risposta #4: Martedì 21 Ago 2012, 15:18:49
            Wow, che belle risposte! :)
            Quindi effettivamente un autore si poteva riconoscere dal suo tratto (come d'altronde ho fatto anch'io da ragazzino), ma era impossibile poterlo identificare! E' qualcosa che mi risulta difficile da concepire, per me che ho sempre visto Cavazzano come Cavazzano, la Ziche come la Ziche e così via. Così il discorso di Franka su un Walt Disney disegnatore (e sceneggiatore) di ogni storia pubblicata sul topo...fa un po' senso ;D

            Come ha anche accennato Dippy, riconoscere uno stesso sceneggiatore doveva anche essere più complesso, rispetto al disegnatore, e questo mi porta alla domanda: su quale tipo di conoscenza si basa l'inducks? C'è stata la possibilità di consultare un qualche "archivio" in cui erano contenute le informazioni, o si è solo congetturato?

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            Mr. Bunz
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              Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
              Risposta #5: Martedì 21 Ago 2012, 15:20:32
              Io sono cresciuto negli anni 60, per cui ti lascio immaginare cosa si sapeva allora degli autori.
              In realta' non e' che ce ne importasse piu' di tanto, cio' che interessava erano le storie "in se'", e quasi sempre si preferiva le storie con Paperino a quelle con Topolino, anche se finivano quasi sempre male per il mio idolo (dannato Martina ; alcune volte, ricordo, guardavo subito l'ultima vignetta della storia con Donald,
              se quest'ultimo era in fuga leggevo l'episodio di malavoglia).
              Pero' alla fine si leggeva tutto (non acriticamente, ovvio, c'erano storie che piacevano di piu' e altre di meno), anche piu' volte, dato che gli unici intrattenimenti diciamo cosi, "mediatici" dell'epoca erano "Topolino" (talvolta "Il Corriere dei Piccoli" con il grande fumetto franco-belga) e un'ora di TV dei Ragazzi alle 17,45 (ma perlopiu' d'inverno).
              Il resto era puro gioco all'aperto che non richiedeva grandi attrezzature (essenzialmente una bicicletta, un pallone o, al massimo, una Colt giocattolo, o un paio di plotoni di soldatini di plastica).
              Dopo questo "grado zero" della fruizione del Topo, e' subentrata la discriminante dei disegni.
              Talvolta si leggevano solo le storie di cui piaceva lo stile del disegno (per non ripetere sempre i soliti nomi, lascio immaginare quali fossero gli autori di tali disegni), e, non so' quanto casualmente, le storie con i disegni migliori spesso coincidevano con le migliori sceneggiature.
              Poi alla fine si seppero i nomi degli autori, e fu una specie di rivoluzione copernicana.
              Cio' che mi fa piacere e' comunque il fatto di aver vissuto in prima persona tutti questi cambiamenti, dato che la mia passione per i fumetti in generale (e per quelli Disney in particolare) non ha mai avuto pause lungo gli ultimi quarantacinque anni.
              Conosciuto anche come : Velodromo Vigorelli

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              Mark
              Cugino di Alf
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                Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                Risposta #6: Martedì 21 Ago 2012, 17:38:35
                Sono uno dei tanti che riconosceva il tratto del disegnatore senza leggerne la firma. Questo però mi porta a una riflessione sulla realtà odierna, fatta di tanti disegnatori che definiamo cavazzaniani perchè con uno stile simile a quello del Maestro Cavazzano. Non fraintendetemi: Cavazzano è bravissimo e le sue opere sono stupende, ma un conto è Cavazzano e un conto è qualcuno che imita Cavazzano. Uniformandosi in questo modo viene a mancare una delle grandi ricchezze del fumetto Disney italiano. Stili insoliti come quello di Asteriti e di Chierchini oggi non hanno più spazio o quasi. Tutti cavazzaniani. Anche Cavazzano all'inizio aveva uno stile molto simile a quello del suo Maestro Scarpa, ma da artista qual è ha saputo evolvere, creandone uno proprio.

                *

                Tacitus I
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                  Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                  Risposta #7: Martedì 21 Ago 2012, 17:39:28
                  i primi albi che ho letto avevano tutti i nomi sotto la prima pagina della storia,ad esclusione dei gcd,che mettevano i nomi sul bordo(e devo dire che preferivo i nomi sul bordo invece che sotto).I primi autori che riuscii a riconoscere erano cimino e bordini,e ogni volta che prendevo un gcd correvo subito a vedere se c'era una storia in cui zio paperone partiva col nipotame in viaggio o una storia in cui si riconosceva subito che il protagonista era disegnato da bordini(in particolare adoravo le storie brevi di bordini con paperino).per il terzo,poi,è tutta un 'altra storia,perchè lo riconobbi dalla cattiveria del suo zio paperone e dall'intelligenza e dalla stupidità rispettivamente di pippo e topolino(ovviamente sto parlando di martina,che verso il 2000 era molto presente sui gcd).per quanto riguarda gli autori moderni,devo dire che ci misi un po'a riconoscerli,perchè alcuni facevano storie molto simili e quindi facevo confusione.comunque i primi che individuai furono casty(non ve lo aspettavate eh...) e panaro :)

                  Nella cultura esiste sempre un futuro

                  *

                  piccolobush
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                    Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                    Risposta #8: Martedì 21 Ago 2012, 17:45:35
                    Beh, il mio percorso non è stato molto differente da quelli di franka e mr bunz, pur venendo qualche anno dopo: all'inizio imparai a distinguere i vari disegnatori, pur senza riuscire a dar loro un nome. Per gli sceneggiatori ovviamente la cosa era molto più complicata ma qualche caratteristica comune, qualche segno distintivo, con l'"allenamento" si coglievano (barosso, cimino, chendi, martina, michelini erano abbastanza caratteristici nel modo di scrivere) anche se non si poteva mai averne la certezza.
                    Poi negli anni '80 iniziarono a comparire i credits: erano alla rinfusa ma bastava confrontare due numeri che ospitassero le storie di quello che appariva come uno stesso disegnatore ed ecco i nomi tanto cercati! Al solito, per gli sceneggiatori era un po' più indeterminato, ma con un po' di pazienza qualche nome si riusciva a identificarlo.
                    Quando infine arrivarono i credits come si deve, beh, forse è stata un po' la fine di una magia: spesso mi chiedo se quella righina in fondo alla prima pagina non inlfluenzi troppo la mia lettura, togliendomi addirittura una parte del piacere. Mi piace pensare di no, però...

                    *

                    Hon-ki-ton
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                    PolliceSu
                      Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                      Risposta #9: Mercoledì 22 Ago 2012, 03:00:36
                      Citazione
                      Beh, il mio percorso non è stato molto differente da quelli di franka e mr bunz, pur venendo qualche anno dopo prima

                      Non prestavo molta attenzione allo stile grafico, anche se certe caratteristiche, magari esasperate,
                      avevo imparate a riconoscerle, per esempio l' aggrottamento sopra il becco per i paperi arrabbiati
                      di Chierchini e in genere la linea un po' spigolosa sua e di PierLorenzo De Vita,
                      contrapposta a quella più rotonda di Perego o al dinamismo di Scarpa :D
                      Tuttavia, se mi avessero chiesto se p.es. Topolino e la dimensione Delta
                      e Paperino e il razzo interplanetario fossero degli stessi autori/disegnatori avrei risposto
                      che non mi ero mai posto il problema.
                      Aggiungerei che addirittura non facevo caso alla differenza tra i prologhi e le storie nei CWD,
                      nonostante mi fosse evidente che erano di mano diversa.
                      Quando usci Vita e dollari di Paperon de' Paperoni e il nome  di Carl Barks
                      venne finalmente conosciuto quale autore delle storie in quel volume,
                      non lo ricollegai a molte storie brevi a cui ero affezionatissimo.
                      Non ho un ricordo preciso di cosa pensai alla morte di Walt Disney:
                      probabilmente pensavo che fosse comunque coinvolto nella produzione delle storie,
                      quindi qualcosa sarebbe cambiato, ma quando ?
                      Sapevo che i CWD e gli Albi della Rosa erano ristampe, avrei potuto pensare
                      che anche Topolino avesse un gran numero di storie inedite in Italia, o da ristampare,  da cui attingere :o

                      *

                      Cornelius
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                        Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                        Risposta #10: Mercoledì 22 Ago 2012, 04:12:16
                        Come ha anche accennato Dippy, riconoscere uno stesso sceneggiatore doveva anche essere più complesso, rispetto al disegnatore, e questo mi porta alla domanda: su quale tipo di conoscenza si basa l'inducks? C'è stata la possibilità di consultare un qualche "archivio" in cui erano contenute le informazioni, o si è solo congetturato?

                        Mi sembra di aver letto che, per risalire agli autori dei testi, i vari critici Fossati, Beccatini, Boschi, Gori, Sani... andavano direttamente alla fonte, consultando gli autori stessi o i loro colleghi disegnatori. Ma credo anche che alla Mondadori/Disney avessero degli archivi dove era possibile rintracciare documentazioni ufficiali. Poi c'erano testi talmente caratterizzati (tipo Cimino o Martina) che a volte andavano anche a intuito nel caso non avessero la prova provata.

                        *

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                          Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                          Risposta #11: Mercoledì 22 Ago 2012, 11:21:37
                          Ma credo anche che alla Mondadori/Disney avessero degli archivi dove era possibile rintracciare documentazioni ufficiali
                          Principalmente le ricevute di pagamento ;)
                          Ma anche in presenza di queste, ci sono dei (rari) casi di incerta attribuzione

                          *

                          Paolo
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                          PolliceSu   (1)
                            Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                            Risposta #12: Mercoledì 22 Ago 2012, 11:41:59
                            Principalmente le ricevute di pagamento ;)
                            Ma anche in presenza di queste, ci sono dei (rari) casi di incerta attribuzione

                            Esatto, la fonte principale delle attribuzioni furono i registri di pagamento della Mondadori, come spiegato dal prode Barlotti in questo articolo:

                            http://www.papersera.net/articoli/aIn1.php

                            Il primo pubblicato sul Papersera, per fortuna non butto mai via niente! ;D

                            Tornando alla questione principale, anch'io come già molti hanno dichiarato, riuscivo a capire qualcosina dai disegni, ma non mi ponevo granché la domanda sugli autori: non avevo mai pensato al fatto che potessero essere due persone diverse, e la confusione che facevo tra Scarpa e Cavazzano in certe storie di Cimino non mi faceva certo sorgere dubbi in proposito. Però ad un certo punto la storia "Zio Paperone e i bevitori di petrolio" era talmente "ciminiana" e il tratto così diverso da quello di Scarpa e Cavazzano che qualcosa iniziò a non quadrare più... non ricordo, ma probabilmente pensai che fosse stata scopiazzata da qualche altra storia di "quello bravo"...

                            Distinguevo come tutti tra storie "brutte" e storie "belle", dove nelle prime mettevo quelle di PL De Vita, Perego e qualche Chierchini, quest'ultimo soprattutto perché disegnava delle sceneggiature di Martina spesso eccessive negli scontri tra paperi e finali sempre disastrosi (ma senza divertimento "à la Barks") come ha detto giustamente da Mr. Bunz.

                            Ma la vera "stele di rosetta" fu il libro "I Disney Italiani", vera chiave di lettura per tutto ciò che è venuto dopo!

                             -  Paolo

                            p.s. Mr. Bunz, mi sembra di capire che io sono più giovane di te, ma mi ritrovo pari-pari nel tuo intervento (che ho polliciato), e la tua descrizione di come si trascorrevano i pomeriggi mi ha fatto venire una gran nostalgia! :)

                            *

                            Mr. Bunz
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                              Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                              Risposta #13: Mercoledì 22 Ago 2012, 15:28:15

                              Ma la vera "stele di rosetta" fu il libro "I Disney Italiani", vera chiave di lettura per tutto ciò che è venuto dopo!

                               -  Paolo

                              p.s. Mr. Bunz, mi sembra di capire che io sono più giovane di te, ma mi ritrovo pari-pari nel tuo intervento (che ho polliciato), e la tua descrizione di come si trascorrevano i pomeriggi mi ha fatto venire una gran nostalgia! :)

                              Esatto, anche per me il volume "I Disney Italiani" rappresento' una specie di "Stargate" per l'universo disneyano.
                              D'altro canto ha ragione anche Piccolobush, talvolta mi chiedo se l'eccessiva identificazione delle storie nei nomi degli autori non influenzi un po' troppo la lettura.

                              p.s. io sono del '60, e quei pomeriggi erano belli soprattutto perche' eravamo in tanti in cortile, e le mamme intervenivano solo in caso di catastrofe ematica di qualcuno di noi. Semplici tagli o contusioni leggere si riparavano alla sera prima di cena (o di Carosello, che era la stessa cosa)
                              Conosciuto anche come : Velodromo Vigorelli

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                                Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                Risposta #14: Mercoledì 22 Ago 2012, 16:25:08


                                Tornando alla questione principale, anch'io come già molti hanno dichiarato, riuscivo a capire qualcosina dai disegni, ma non mi ponevo granché la domanda sugli autori: non avevo mai pensato al fatto che potessero essere due persone diverse, e la confusione che facevo tra Scarpa e Cavazzano in certe storie di Cimino non mi faceva certo sorgere dubbi in proposito. Però ad un certo punto la storia "Zio Paperone e i bevitori di petrolio" era talmente "ciminiana" e il tratto così diverso da quello di Scarpa e Cavazzano che qualcosa iniziò a non quadrare più... non ricordo, ma probabilmente pensai che fosse stata scopiazzata da qualche altra storia di "quello bravo"...

                                Distinguevo come tutti tra storie "brutte" e storie "belle", dove nelle prime mettevo quelle di PL De Vita, Perego e qualche Chierchini, quest'ultimo soprattutto perché disegnava delle sceneggiature di Martina spesso eccessive negli scontri tra paperi e finali sempre disastrosi (ma senza divertimento "à la Barks") come ha detto giustamente da Mr. Bunz.



                                È più o meno come facevo io fino ad un paio di anni fa perchè nonostante io ho sempre visto i nomi degli autori sotto non mi sono mai preso la briga di leggerli e quindi mentre nel topo settimanale leggevo tutte le storie perchè mi piacevano i disegni spesso sui GC leggevo solo quelle disegnata dai vari Scarpa Cavazzano o Gatto. Lasciavo lì soprattutto le storie palesemente americane o quelle disegnate da PLDe Vita e da Asteriti.

                                Piano piano poi frequentando questo forum ( ::) ) ho cominciato a riconoscere diversi tratti e a leggere i nomi, ci ho messo poco a riconoscere quelli facili (primo tra tutti Scala) ma per quanto riguarda quelli attuali ci ho messo molto di più. Ho sempre considerato i Vari Freccero-Perina-Gervasio-Mastantuono e Co tutti uguali e quindi capirete che questo mi ha creato non pochi problemi...
                                "Ricordati ragazzo, se qualcuno ti dice che il tuo aereo è OK, magari lo è. Ma non fidarti mai prima di averlo provato tu stesso."
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                                Grazie Floyd...

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                                  Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                  Risposta #15: Mercoledì 22 Ago 2012, 16:30:20
                                  Avendo iniziato a leggere fumetti Disney nei primi anni 80 appartengo a quella generazione di lettori che non conoscevano i nomi dei disegnatori o degli sceneggiatori. Ovviamente riconoscevo i disegni di due o tre autori dai tratti caratteristici (Asteriti, Chierchini, Gatto, Cavazzano, De Vita), mentre le storie le dividevo in belle (Cimino, Scarpa), brutte, corte, avventurose, investigative, ma non avevo la minima idea di chi si celasse dietro tutto questo.

                                  Anzi in tutta onestà fino a poco tempo fa non conoscevo la maggiorparte degli artisti che con i loro fumetti mi avevano intrattenuto per tanti anni. Almeno fino a quando sono arrivato su questo forum di veri appassionati Disney. Leggendo i vari post, mi sono riavvicinato al mondo dei fumetti dopo anni di pausa e ho imparato a riconoscere tanti autori, mi si è aperto un universo davanti agli occhi.

                                  Oggi sarebbe più difficile riconoscere un disegnatore (di quelli della "nouvelle vague")senza informazioni aggiuntive, perchè ritengo che, con le dovute eccezioni, i tratti si siano fortemente omologati e che la nuova generazione sia direttamente o indirettamente ispirata allo stile di Cavazzano, il che non è sempre un bene. Ad uno sguardo superficiale e per un lettore "casual" (come me) che non ha l'occhio lungo, forse i disegni sono migliorati rispetto al passato, a livello puramente estetico , però secondo me si sta perdendo qualcosa, manca un pizzico di inventiva e originalità, ecco perchè sono tra coloro che apprezzano i tratti  di Asteriti, Gatto, Chierchini o quelli di Casty, della Ziche, che nel bene e nel male , li distinguono da un mucchio di (bravissimi) cloni.


                                  Concordo però con chi dice che spesso conoscere il nome ci influenzi in qualche modo, di solito si tende a perdonare qualcosa a chi si è guadagnato la stima con tante altre storie di alto livello,  credo sia assolutamente normale.    
                                  « Ultima modifica: Mercoledì 22 Ago 2012, 16:40:28 da Zapotek »

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                                    Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                    Risposta #16: Mercoledì 22 Ago 2012, 17:22:37
                                    Principalmente le ricevute di pagamento ;)

                                    Avendo iniziato a leggere fumetti Disney nei primi anni 80 appartengo a quella generazione di lettori che non conoscevano i nomi dei disegnatori o degli sceneggiatori. Ovviamente riconoscevo i disegni di due o tre autori dai tratti caratteristici (Asteriti, Chierchini, Gatto, Cavazzano, De Vita), mentre le storie le dividevo in belle (Cimino, Scarpa), brutte, corte, avventurose, investigative, ma non avevo la minima idea di chi si celasse dietro tutto questo.

                                    Anzi in tutta onestà fino a poco tempo fa non conoscevo la maggiorparte degli artisti che con i loro fumetti mi avevano intrattenuto per tanti anni. Almeno fino a quando sono arrivato su questo forum di veri appassionati Disney. Leggendo i vari post, mi sono riavvicinato al mondo dei fumetti dopo anni di pausa e ho imparato a riconoscere tanti autori, mi si è aperto un universo davanti agli occhi.

                                    Oggi sarebbe più difficile riconoscere un disegnatore (di quelli della "nouvelle vague")senza informazioni aggiuntive, perchè ritengo che, con le dovute eccezioni, i tratti si siano fortemente omologati e che la nuova generazione sia direttamente o indirettamente ispirata allo stile di Cavazzano, il che non è sempre un bene. Ad uno sguardo superficiale e per un lettore "casual" (come me) che non ha l'occhio lungo, forse i disegni sono migliorati rispetto al passato, a livello puramente estetico , però secondo me si sta perdendo qualcosa, manca un pizzico di inventiva e originalità, ecco perchè sono tra coloro che apprezzano i tratti  di Asteriti, Gatto, Chierchini o quelli di Casty, della Ziche, che nel bene e nel male , li distinguono da un mucchio di (bravissimi) cloni.


                                    Concordo però con chi dice che spesso conoscere il nome ci influenzi in qualche modo, di solito si tende a perdonare qualcosa a chi si è guadagnato la stima con tante altre storie di alto livello,  credo sia assolutamente normale.    

                                    Dev'essere stato un lavoro filologico immane, quindi! Molto interessante!

                                    spesso mi chiedo se quella righina in fondo alla prima pagina non inlfluenzi troppo la mia lettura, togliendomi addirittura una parte del piacere. Mi piace pensare di no, però...

                                    E' sicuramente così, ma è anche vero che il lavoro degli autori andava assolutamente riconosciuto, ed in un certo senso trovo degradante il fatto che PL De Vita e Perego, quando pubblicavano storie sul Topolino, non potessero essere riconosciuti come gli effettivi autori (stesso discorso per molti sceneggiatori).

                                    Oggi sarebbe più difficile riconoscere un disegnatore (di quelli della "nouvelle vague")senza informazioni aggiuntive, perchè ritengo che, con le dovute eccezioni, i tratti si siano fortemente omologati e che la nuova generazione sia direttamente o indirettamente ispirata allo stile di Cavazzano, il che non è sempre un bene.

                                    Credo che per vedere un'effettiva evoluzione dagli autori moderni bisogna anche aspettare del tempo ;)
                                    Un epigono non è epigono per sempre (almeno spero)! ;D



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                                      Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                      Risposta #17: Mercoledì 22 Ago 2012, 18:00:44
                                      p.s. io sono del '60, e quei pomeriggi erano belli soprattutto perche' eravamo in tanti in cortile, e le mamme intervenivano solo in caso di catastrofe ematica di qualcuno di noi. Semplici tagli o contusioni leggere si riparavano alla sera prima di cena (o di Carosello, che era la stessa cosa)
                                      Io sono del '71, ma ho vissuto quasi le stesse cose: non c'era nessun bambino/ragazzino che d'estate non sfoggiasse orgoglioso le ginocchia martoriate con graffi, ferite, croste di sangue per via di cadute di tutti i tipi. Quelle ginocchia erano il segno di una vita vissuta pericolosamente ;D
                                      E oggi non si vedono più tanto in giro 8-)

                                      Tornando agli autori invece, il libro dei disney italiani riusciì a procurarmelo solo molto tempo dopo la sua uscita però fu lui a farmi venire voglia di cominciare a frequentare le varie manifestazioni per conoscere dal vivo gli autori
                                      « Ultima modifica: Mercoledì 22 Ago 2012, 18:03:27 da piccolobush »

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                                        Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                        Risposta #18: Mercoledì 22 Ago 2012, 18:25:51

                                        Dev'essere stato un lavoro filologico immane, quindi! Molto interessante!

                                        Si un lavoro ancora agli albori (ho ancora tantissimo da scoprire o approfondire) ma sicuramente interessante!


                                        Credo che per vedere un'effettiva evoluzione dagli autori moderni bisogna anche aspettare del tempo ;)
                                        Un epigono non è epigono per sempre (almeno spero)! ;D
                                        Lo spero anch'io! anche perchè il fumetto per me rimane una forma d'arte, e l'arte non dovrebbe omologarsi per principio.


                                        Io sono del '71, ma ho vissuto quasi le stesse cose: non c'era nessun bambino/ragazzino che d'estate non sfoggiasse orgoglioso le ginocchia martoriate con graffi, ferite, croste di sangue per via di cadute di tutti i tipi. Quelle ginocchia erano il segno di una vita vissuta pericolosamente ;D
                                        E oggi non si vedono più tanto in giro 8-)

                                        Come non quotare, si tornava a casa solo in caso di ferite gravi. C'era un pomeriggio di giochi da affrontare non si poteva perder tempo con le quisquilie, per le innumerevoli sbucciature e i graffi, le croste che si aprivano, si metteva un po' di saliva e via verso nuove avventure ;D  Oggi vedo sempre più mammine iperansiose e bacteriofobiche che corrono dietro ai propri figli per ogni sciocchezza armate di Amuchina gel.  ;)

                                        « Ultima modifica: Mercoledì 22 Ago 2012, 18:27:00 da Zapotek »

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                                          Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                          Risposta #19: Mercoledì 22 Ago 2012, 18:52:25

                                          Carl Barks si beava e soffriva al tempo stesso del suo anonimato. Sapeva che le sue storie piacevano e facevano vendere molto bene gli albi nei quali erano pubblicate, però non aveva mai avuto prove tangibili e dirette del suo successo (almeno fino ai primi anni 60, quando cominciò a ricevere le prime lettere dai suoi ammiratori che l'avevano 'scovato'). Così, in una intervista, raccontò che un giorno (ma forse la cosa accadde più volte) volle appostarsi per qualche minuto all'edicola in cui solitamente prendeva i giornali sperando che qualche ragazzino acquistasse Uncle Scrooge o WD Comics & Stories per sentire commenti al proposito, ma niente: tutti prendevano altri fumetti e delle sue storie nessuno sembrava interessarsi (strano perchè i due albi citati all'epoca vendevano moltissimo), tanto che decise di non ripetere più quell'esperienza.
                                          Ma il grande autore disse pure che i lunghi anni di anonimato favorirono la concentrazione e l'impegno (oltre che il tempo) per scrivere e disegnare storie che altrimenti, con migliaia di lettere di fans a cui rispondere o inviti a destra e a manca, non avrebbe avuto.
                                          « Ultima modifica: Mercoledì 22 Ago 2012, 18:57:17 da leo_63 »

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                                            Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                            Risposta #20: Mercoledì 22 Ago 2012, 19:56:50
                                            Quoto Franka, quoto Mr. Bunz, quoto tutta la "vecchia guardia" su tutti gli argomenti! Ancora adesso per me il vero Topolino è quello di Asteriti, e se vedo dei disegni psichedelici so ormai che sono di Guido Scala ma mi inquietano lo stesso, e le storie di "quello bravo" sono quelle del duo Pezzin/Cavazzano.... all'epoca non lo sapevo, ma neanche importava granchè....

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                                              Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                              Risposta #21: Mercoledì 22 Ago 2012, 21:39:18
                                              all'epoca non lo sapevo, ma neanche importava granchè....

                                              Quoto e pollicio!
                                              Anzi, mo' lo aggiungo alla mia firma!

                                                - Paolo

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                                                Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                                Risposta #22: Giovedì 23 Ago 2012, 20:41:06
                                                Oddio, che emozione!!!!! :-[

                                                  Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                                  Risposta #23: Giovedì 23 Ago 2012, 20:48:56
                                                  E' vero che dal 1969 i nomi degli autori erano stampati in seconda di copertina, uno dietro l'altro, ma credo che quelli fossero i disegnatori "di redazione" ovvero gente a stipendio della Mondadori mentre le storie come sappiamo le facevano altri. Io credevo naturalmente che fossero loro a disegnare tutto (da ragazzo, da bambino pensavo facesse tutto Walt Disney!!!)

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                                                    Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                                    Risposta #24: Lunedì 27 Ago 2012, 23:51:38
                                                    Quoto Franka, quoto Mr. Bunz, quoto tutta la "vecchia guardia" su tutti gli argomenti!

                                                    E io quoto te, e faccio prima! Quoto in particolare Franka e Paolo, quest'ultimo per il fatto che pure io ho tardato a capire che disegnatore e sceneggiatore potevano non essere la stessa persona! Comunque per l'epoca in cui la Disney si decise a inserire i credits a piè di pagina avevo identificato almeno una decina di disegnatori, e non sbagliavo quasi mai una attribuzione. Solo che invece di nome e cognome li chiamavo "quello bravo", "quello delle sopracciglia spigolose", "quello dai ricci esagerati", "quello dai paperi che sudano"...
                                                    I miei teSSSSori: http://tinyurl.com/a3ybupd

                                                    "You must be the change you want to see in the world" -- Gandhi

                                                      Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                                      Risposta #25: Martedì 28 Ago 2012, 17:37:25
                                                      Quoto tutti! ;D

                                                      Per Walt Disney che faceva tutto lui, per la fantomatica divisione tra disegnatore e sceneggiatore, per "quello bravo" (Gottfredson e Scarpa, che pensavo fossero la stessa persona... anzi, Walt Disney stesso!), perché non importava granché e per le ginocchia sbucciate! :D
                                                      Io son nomato Pippo e son poeta
                                                      Or per l'Inferno ce ne andremo a spasso
                                                      Verso un'oscura e dolorosa meta

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                                                        Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                                        Risposta #26: Domenica 3 Mag 2015, 15:36:03
                                                        Anche se ai miei tempi gli autori erano accreditati, ci tengo lo stesso a riportare la mia esperienza.
                                                        Fin da bambino avevo notato che in fondo alla prima pagina di ogni storia c'erano delle scritte, ma non mi ci soffermavo mai, non mi interessavano (oggi è la prima cosa che faccio). Ho iniziato a guardare i nomi degli autori molto dopo, ma questa è un'altra storia.
                                                        Non sapevo chi scrivesse o disegnasse le storie, se fosse italiano o americano, che ci fosse la divisione sceneggiatore - disegnatore e non me ne interessavo. Sicuramente però non ho mai creduto che a fare tutto fosse Walt Disney, perchè ho sempre pensato a disney come a un'azienda, non a una persona. Che poi fosse esistito qualcuno con quel cognome l'ho scoperto molto più tardi.
                                                        Per quanto mi riguardava le sceneggiature poteva anche scriverle tutte uno solo, ma a fare i disegni no: gli stili erano veramente troppo diversi l'uno dall'altro per sostenere quest'ipotesi.

                                                        *

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                                                          Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                                          Risposta #27: Domenica 3 Mag 2015, 19:07:23
                                                          Io sono un lettore degli anni 90 ma nei lunghi anni di abbonato a Topolino non ho mai  dato peso ai nomi degli autori delle storie, per quello c'è stato bisogno dell'arrivo di PK e MM,non so quando ma  a un certo punto mi accorsi che tutte le mie storie preferite erano scritte dallo stesso autore tale Tito Faraci,fanatico dei nanetti di gesso :D

                                                          Da allora ho iniziato a cercare le sue storie numero dopo numero e col tempo ho iniziato a riconoscere anche gli altri autori.
                                                          Con gli anni i miei gusti sono un po cambiati rispetto a  quand'ero ragazzino (il lettore contemporaneo ama  ancora Faraci ma impazzisce per le storie di Enna) ma è con lui che è cominciato tutto ;)


                                                          *

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                                                            Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                                            Risposta #28: Domenica 3 Mag 2015, 23:49:28
                                                            Io sono capitato in un periodo fortunato del fumetto, essendo del 1964. Eh già, tra i tardi 60 ed i primi 70 (epoca in cui imparavo a leggere )  spuntarono gli Oscar Fumetto della Mondadori, e conobbi Barks molto presto.   "Il Topolino D'Oro" fu forse il primissimo albo Disney  con credits e commenti sulla storia. Gli Autori italiani non erano notissimi, ma Scarpa e Carpi li riconoscevi al volo: la prima serie che amai fu proprio "Storia e Gloria". Magari il loro nome l'ho imparato qualche anno più tardi, non ricordo. Intanto andavano in onda le repliche del Club di Topolino ( che in realtà era il DWWOC, ma ancora non lo sapevo ) e appresi che Walt era morto da pochi anni
                                                            « Ultima modifica: Domenica 3 Mag 2015, 23:50:10 da alec »

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                                                              Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                                              Risposta #29: Martedì 12 Mag 2015, 08:48:53
                                                              Domandona che mi facevo anche io... E finalmente adesso forse saprò il perché... Comunque anche io leggevo le storie dove i tratti mi attiravano di più.
                                                              L'amore più grande è proprio quello che sacrifica se stesso.

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                                                                Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                                                Risposta #30: Giovedì 14 Mag 2015, 11:13:52
                                                                Anche io essendo del 62 ero abituato, gia' ai tempi delle elementari con i vari compagni appassionati di storie Disney, a riconoscere i diversi stili grafici ma senza associarli ad una specifica persona. C'era quindi "quello bravo" che faceva belle storie con i Paperi (Barks) quello "bravo con le storie di Topolino" (Gottfredson e Scarpa),  in alcune avventure pensavo fossero lo stesso disegnatore, anzi essendo chiaramente storie pubblicate anni prima che trovavo sui "Topolini vecchi" nelle bancarelle, davo per scontato fossero disegnati direttamente da Walt Disney. C'era poi quello "non tanto bravo" perche' faceva solo storielle brevi e che disegnava i becchi squadrati (Taliaferro). Quello che disegnava bene e che faceva le palme cicciotte come nelle storie di Nonna Abelarda (Carpi)...etc... Degli sceneggiatori non ci curavamo minimamente, immaginavamo semplicemente che chi disegnava inventava anche la trama. Da quello che mi ricordo non eravamo neppure minimamente interessati a sapere chi ci fosse dietro tali magnifiche storie, al punto tale che quando usci' il volumone IO PAPERONE  non leggemmo minimamente le numerose pagine di redazionale ed interviste dedicate a Barks, infatti le consideravamo una scocciatura, pagine sprecate che toglievano spazio ad una storia in piu'.
                                                                 Una volta addirittura a casa del mio migliore amico di quel tempo, che possedeva gia' piu' di cento Topolini!! E che conosceva a memoria l'immagine sulle copertine associandole al numero...chiesi chi fosse quel tipo le cui foto e caricature comparivano nelle inutili e noise pagine iniziali di IO PAPERONE...e la sua risposta fu semplicemente ...Bho non so... sara' qualche "scemo" che lavora per la Disney !  :-?
                                                                « Ultima modifica: Giovedì 14 Mag 2015, 11:36:28 da salimbeti »

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                                                                  Risposta #31: Giovedì 14 Mag 2015, 16:19:25
                                                                  Ricordiamo i meriti (e le responsabilità ;D) di Castelli nel far conoscere il nome degli autori americani:

                                                                  Citazione
                                                                  BSJ: Tu parli dell'influenza di Disney. Le mie fonti mi informano che tu sei un fan sfegatato di Disney - tanto che una volta hai sbertucciato appassionati e critici italiani - oltre ad un curatore Disney - facendo loro credere che ci fosse un disegnatore di Topolino chiamato Al Levin, che invece era inventato. Raccontaci la vicenda.

                                                                  AC: Mmm... Non è una cosa di cui essere orgogliosi… Nel 1965 sono stato il cofondatore della prima fanzine sui fumetti in Italia, "Comic Club 104". Un numero venne dedicato ai personaggi Disney e ai loro autori. Nessuno, a quel tempo, aveva la più pallida idea di chi fosse il disegnatore americano che disegnava i personaggi Disney! Io riuscii ad identificare Carl Barks (triste aneddoto: Barks fu così gentile da spedirmi una auto-caricatura disegnata e firmata espressamente, la più ristampata nella quale lui ha la testa di Zio Paperone e Paperone ha la sua - Be', è andata smarrita dallo stampatore anni dopo!), Paul Murry, Tony Strobl e molti altri. Ma non riuscii ad identificare Floyd Gottfredson, così - che Dio mi perdoni! - ho INVENTATO un nome, Al Levin, e gli ho attribuito le storie di Gottfredson. Allora ero in contatto con molte giovani fanzine americane (scrissi un lungo articolo su di loro su Linus): "Alter Ego", "Rocketblast Comicollector", "Vanguard", "Capa Alpha", l'ultima linea di ristampe di Edwin April, ecc... così spedii il numero su Disney a Mike Barrier e Malcolm Willits di "Funnyworld". Corressero i miei errori e mi fornirono i dati esatti, ed io corressi le mie informazioni appena possibile. Ma la questione "Al Levin" si diffuse, ed in molte enciclopedie del fumetto (ed anche in pubblicazioni Disney) potete ancora trovare il nome di questo artista "fantasma" nel vero senso della parola.
                                                                           
                                                                  In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

                                                                  *

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                                                                    Risposta #32: Giovedì 14 Mag 2015, 19:02:40
                                                                    io sapevo che Levin fosse solamente un nome di fantasia dato al Gottfredson quando cambiò stile (durante "il selvaggio giovedì" se non ricordo male), non riconoscendo questo nuovo autore diverso da Gott...
                                                                    Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

                                                                    *

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                                                                    PolliceSu

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                                                                      Risposta #33: Giovedì 13 Ago 2015, 13:40:07
                                                                      Pochi giorni fa mi è capitato fra le mani un topolino della fine degli anni '80 e sono rimasto sorpreso nel constatare che alle storie non erano ancora abbinati i crediti. Ma quando hanno iniziato a inserirli? E perchè lo hanno fatto così tardi?

                                                                        Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                                                        Risposta #34: Venerdì 14 Ago 2015, 00:00:54
                                                                        Pochi giorni fa mi è capitato fra le mani un topolino della fine degli anni '80 e sono rimasto sorpreso nel constatare che alle storie non erano ancora abbinati i crediti. Ma quando hanno iniziato a inserirli? E perchè lo hanno fatto così tardi?

                                                                        Da quel che ricordo io già dall'86 venivano messi i credits, non sotto la storia ma nella pagina dedicata alla redazione

                                                                        *

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                                                                        Dittatore di Saturno
                                                                        PolliceSu

                                                                        • *****
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                                                                          Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                                                          Risposta #35: Lunedì 23 Mag 2016, 19:16:57
                                                                          Da quel che ricordo io già dall'86 venivano messi i credits, non sotto la storia ma nella pagina dedicata alla redazione
                                                                          E' vero, ho controllato: peccato però che gli autori venissero elencati senza specificare quale storia avessero realizzato.

                                                                          E gli stranieri non venivano accreditati.
                                                                          « Ultima modifica: Lunedì 23 Mag 2016, 19:29:24 da Anton_Rebeliot »

                                                                            Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                                                            Risposta #36: Lunedì 23 Mag 2016, 23:10:30
                                                                            E' vero, ho controllato: peccato però che gli autori venissero elencati senza specificare quale storia avessero realizzato.

                                                                            E gli stranieri non venivano accreditati.

                                                                            Gli stranieri non furono accreditati per molti anni a seguire

                                                                              Re: Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                                                              Risposta #37: Martedì 24 Mag 2016, 16:41:21
                                                                              Ho letto con curiosità gli interventi dei più "anziani", ma non sono riuscito a estrapolare l'informazione che cercavo.

                                                                              Quando non c'erano i credits, che fossero i '60, i '70 o gli '80, avevate netta in mente la distinzione tra il lavoro di sceneggiatore e quello di disegnatore? Insomma, era un'idea diffusa l'esistenza dello scrittore scisso dal disegnatore? Agli occhi dei più piccoli intendo (è chiaro che gli adulti ci arrivassero, non fosse altro per il fatto che altri albi a fumetti con credits rivelavano l'esistenza del mestiere di sceneggiatore).

                                                                              Comunque da qualche mese Picsou Magazine mette i credits delle storie in una pagina verso la fine dell'albo (alla fine della storia sotto l'ultima tavola scrivono 'na cosa tipo "vuoi saperne di più su questa storia? Allora fiondati a pagina xxx", ove xxx è la pagina dei credits). È una soluzione che mi piace molto, per quanto su di me abbia poco effetto visto che prendo l'albo solo se ci sono storie grosse di Barks o Rosa che non conosco o che non ricordo. Però tipo scoprire dopo la lettura il nome del disegnatore o dello sceneggiatore egmont di cui maledire tutti gli avi e tutta la progenie è simpatico.
                                                                              « Ultima modifica: Martedì 24 Mag 2016, 16:41:57 da Monkey_Feyerabend »

                                                                              *

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                                                                              Dittatore di Saturno
                                                                              PolliceSu

                                                                              • *****
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                                                                                Risposta #38: Martedì 24 Mag 2016, 18:21:27
                                                                                Quando non c'erano i credits, che fossero i '60, i '70 o gli '80, avevate netta in mente la distinzione tra il lavoro di sceneggiatore e quello di disegnatore? Insomma, era un'idea diffusa l'esistenza dello scrittore scisso dal disegnatore?
                                                                                Quando ero piccolo, i credits c'erano, ma io non li leggevo quindi questa domanda può essere rivolta anche a me.
                                                                                La risposta è che non mi ponevo il problema.

                                                                                *

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                                                                                Dittatore di Saturno
                                                                                PolliceSu

                                                                                • *****
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                                                                                  Risposta #39: Domenica 7 Lug 2024, 16:19:56
                                                                                  Siamo passati da un estremismo all'altro. Ora i nomi degli autori sono menzionati almeno 3 volte:
                                                                                  - nell'editoriale
                                                                                  - nel sommario
                                                                                  - in fondo alla prima tavola
                                                                                  Nel caso caso di un'intervista a corredo della storia, si arriva a quota 4.

                                                                                  *

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                                                                                  Visir di Papatoa
                                                                                  PolliceSu   (1)

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                                                                                    Risposta #40: Domenica 7 Lug 2024, 17:57:49
                                                                                    Siamo passati da un estremismo all'altro. Ora i nomi degli autori sono menzionati almeno 3 volte:
                                                                                    - nell'editoriale
                                                                                    - nel sommario
                                                                                    - in fondo alla prima tavola
                                                                                    Nel caso caso di un'intervista a corredo della storia, si arriva a quota 4.
                                                                                    Meglio che vengano menzionati più volte nello stesso albo piuttosto che vivere nell'anonimato più assoluto come è stato per molto tempo.

                                                                                    Poi, l'editoriale promuove le storie del numero che stai per leggere o ti anticipa quelle del prossimo per cui è normale che si citino gli autori.
                                                                                    Nel sommario vengono accreditati gli autori delle chine e dei colori che sotto la prima tavola della storia non potrebbero entrarci e se c'è una intervista, è ovvio che si deve capire chi è l'intervistato.
                                                                                    « Ultima modifica: Domenica 7 Lug 2024, 18:04:24 da Samu »

                                                                                    *

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                                                                                    Gran Mogol
                                                                                    PolliceSu   (1)

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                                                                                      Re:Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                                                                      Risposta #41: Domenica 7 Lug 2024, 19:01:25
                                                                                      Io toglierei i crediti nella prima tavola e li lascerei solo nel sommario: spesso, data una certa regia più moderna delle storie odierne, la scritta copre i disegni (l'ultimo esempio che mi viene in mente è The infinity dime, in cui la lunga sfilza di disegnatori occupa tutta la striscia in fondo alla prima tavola).
                                                                                      L'editoriale non lo leggo, quindi non è un problema ihih

                                                                                      *

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                                                                                      Cugino di Alf
                                                                                      PolliceSu

                                                                                      • ****
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                                                                                        Risposta #42: Martedì 9 Lug 2024, 15:09:50
                                                                                        La risposta è che non mi ponevo il problema.
                                                                                        Troppo piccolo, neanch'io mi ponevo il problema.


                                                                                        *

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                                                                                        • *****
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                                                                                          Risposta #43: Venerdì 12 Lug 2024, 22:37:38
                                                                                          Meglio che vengano menzionati più volte nello stesso albo piuttosto che vivere nell'anonimato più assoluto come è stato per molto tempo.
                                                                                          Su questo direi che concordano tutti.
                                                                                          Però lo trovo inutilmente ridondante nell'editoriale: lì una storia o due vengono presentate; delle altre si citano solamente titolo ed autori, informazioni che vengono riportate già nell'indice. Per dire solo quello, tanto vale non menzionarle proprio.

                                                                                          *

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                                                                                            Risposta #44: Lunedì 15 Lug 2024, 20:52:57
                                                                                            Da bambino e poi ragazzino, a cavallo fra i 60' e i 70',  non avevo idea di chi ci fosse dietro questo o quel fumetto, tantomeno che ci fosse una distinzione fra soggettista e disegnatore. C'era, in seconda di copertina, l'elenco dei collaboratori, ma per me quei nomi nudi e crudi non significavano nulla ; mi godevo il "prodotto finito" e basta, come penso sia abbastanza naturale, a quell'età.

                                                                                            Una cosa che nella mia beata ignoranza non potevo comunque fare a meno di notare era la diversità di tono e atmosfera . oltre che di tratto - fra le storie nostrane e quelle che allora arrivavano regolarmente dagli States ( le brevi/medie illustrate dai vari Strobl, Murry, Schmitz, Hubbard e via dicendo ).
                                                                                            Rispetto alle scoppiettanti vicende italiane quelle d'oltreoceano - con poche eccezioni - mi sembravano insipide.
                                                                                            Più avanti negli anni avrei imparato ad apprezzarne l'umorismo leggero e la caratterizzazione dei personaggi lontana da eccessi.

                                                                                              Re:Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                                                                              Risposta #45: Sabato 17 Ago 2024, 14:45:17
                                                                                              In the Arabic magazine since the beginning and until now they NEVER write the credits
                                                                                              Besides, they recently started to remove the story code. That means if you want to know the story information, you have to recognize the artist and search by his/her name.

                                                                                              Anyway, I started to recognize the artists styles after sometime
                                                                                              Giorgio Cavazzano, Giampaolo Soldati, Andrea Freccero, Francesco Guerrini, Silvia Ziche, Alessandro Gottardo
                                                                                              But I couldn't know the name of the scriptwriter ( Until some time ago I thought that the stories were produced in Egypt :) And I discovered that I wasn't the only one who thought so )
                                                                                              Then I started to read in English, and the English magazine write the credits, that's how I got to know the names:)
                                                                                              « Ultima modifica: Sabato 17 Ago 2024, 16:34:20 da Eurasia »

                                                                                                Re:Quando gli autori vivevano nell'anonimato
                                                                                                Risposta #46: Sabato 24 Ago 2024, 22:08:44

                                                                                                Pochi giorni fa mi è capitato fra le mani un topolino della fine degli anni '80 e sono rimasto sorpreso nel constatare che alle storie non erano ancora abbinati i crediti. Ma quando hanno iniziato a inserirli? E perchè lo hanno fatto così tardi?

                                                                                                I crediti sotto la prima tavola della storia compaiono dal n.1719.

                                                                                                Da quel che ricordo io già dall'86 venivano messi i credits, non sotto la storia ma nella pagina dedicata alla redazione
                                                                                                E' vero, ho controllato: peccato però che gli autori venissero elencati senza specificare quale storia avessero realizzato.
                                                                                                Non è specificato, ma è deducibile dalla disposizione dei nomi.

                                                                                                Al contrario, negli anni precedenti (dalla metà dei '60 ai primi '80) erano genericamente indicati tutti i collaboratori regolari, in ordine alfabetico, senza poterli distinguere.

                                                                                                Meglio che vengano menzionati più volte nello stesso albo piuttosto che vivere nell'anonimato più assoluto come è stato per molto tempo.
                                                                                                Su questo direi che concordano tutti.
                                                                                                Però lo trovo inutilmente ridondante nell'editoriale: lì una storia o due vengono presentate; delle altre si citano solamente titolo ed autori, informazioni che vengono riportate già nell'indice. Per dire solo quello, tanto vale non menzionarle proprio.
                                                                                                Sono abbastanza d'accordo.

                                                                                                Peraltro, qui mi prenderò qualche pernacchia, non condivido tanto l'ossessione per i coloristi.
                                                                                                Un conto è una colorazione molto particolare, che si distingue dalla produzione usuale. Lì ci può stare.
                                                                                                Ma non è che mi interessi molto conoscere tutti i membri del GFB studio che si occupano di colorazioni standard.

                                                                                                Per gli inchiostri il discorso è diverso: influiscono al 50% sul disegno ed è giusto indicarne gli autori.
                                                                                                (Anzi, bisognerebbe trovare il modo di attribuire retroattivamente tutte le chine; ad esempio, Emanuele Barison è stato inchiostratore di Giorgio Bordini; oppure, quando è iniziata la collaborazione tra Soldati e Paoloni o tra Pastrovicchio e Frare? E così via. Dai paperseriani, datevi da fare!)


                                                                                                *

                                                                                                Samu
                                                                                                Visir di Papatoa
                                                                                                PolliceSu

                                                                                                • *****
                                                                                                • Post: 2702
                                                                                                • Amante del Bel Fumetto.
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                                                                                                  Risposta #47: Domenica 25 Ago 2024, 10:19:46
                                                                                                  @Apatico Volontario, io penso invece sia giusto citare chi è occupato della colorazione di una storia.
                                                                                                  È un lavoro in piena regola e il colorista partecipa attivamente alla realizzazione di una storia, al pari di chi la scrive, disegna e inchiostra.

                                                                                                  Non per questo, comunque, ti faccio una pernacchia se a te non interessa!  ;D

                                                                                                   

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