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Quando gli autori vivevano nell'anonimato

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    Re:Quando gli autori vivevano nell'anonimato
    Risposta #45: Sabato 17 Ago 2024, 14:45:17
    In the Arabic magazine since the beginning and until now they NEVER write the credits
    Besides, they recently started to remove the story code. That means if you want to know the story information, you have to recognize the artist and search by his/her name.

    Anyway, I started to recognize the artists styles after sometime
    Giorgio Cavazzano, Giampaolo Soldati, Andrea Freccero, Francesco Guerrini, Silvia Ziche, Alessandro Gottardo
    But I couldn't know the name of the scriptwriter ( Until some time ago I thought that the stories were produced in Egypt :) And I discovered that I wasn't the only one who thought so )
    Then I started to read in English, and the English magazine write the credits, that's how I got to know the names:)
    « Ultima modifica: Sabato 17 Ago 2024, 16:34:20 da Eurasia »

      Re:Quando gli autori vivevano nell'anonimato
      Risposta #46: Sabato 24 Ago 2024, 22:08:44

      Pochi giorni fa mi è capitato fra le mani un topolino della fine degli anni '80 e sono rimasto sorpreso nel constatare che alle storie non erano ancora abbinati i crediti. Ma quando hanno iniziato a inserirli? E perchè lo hanno fatto così tardi?

      I crediti sotto la prima tavola della storia compaiono dal n.1719.

      Da quel che ricordo io già dall'86 venivano messi i credits, non sotto la storia ma nella pagina dedicata alla redazione
      E' vero, ho controllato: peccato però che gli autori venissero elencati senza specificare quale storia avessero realizzato.
      Non è specificato, ma è deducibile dalla disposizione dei nomi.

      Al contrario, negli anni precedenti (dalla metà dei '60 ai primi '80) erano genericamente indicati tutti i collaboratori regolari, in ordine alfabetico, senza poterli distinguere.

      Meglio che vengano menzionati più volte nello stesso albo piuttosto che vivere nell'anonimato più assoluto come è stato per molto tempo.
      Su questo direi che concordano tutti.
      Però lo trovo inutilmente ridondante nell'editoriale: lì una storia o due vengono presentate; delle altre si citano solamente titolo ed autori, informazioni che vengono riportate già nell'indice. Per dire solo quello, tanto vale non menzionarle proprio.
      Sono abbastanza d'accordo.

      Peraltro, qui mi prenderò qualche pernacchia, non condivido tanto l'ossessione per i coloristi.
      Un conto è una colorazione molto particolare, che si distingue dalla produzione usuale. Lì ci può stare.
      Ma non è che mi interessi molto conoscere tutti i membri del GFB studio che si occupano di colorazioni standard.

      Per gli inchiostri il discorso è diverso: influiscono al 50% sul disegno ed è giusto indicarne gli autori.
      (Anzi, bisognerebbe trovare il modo di attribuire retroattivamente tutte le chine; ad esempio, Emanuele Barison è stato inchiostratore di Giorgio Bordini; oppure, quando è iniziata la collaborazione tra Soldati e Paoloni o tra Pastrovicchio e Frare? E così via. Dai paperseriani, datevi da fare!)


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      Samu
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        Re:Quando gli autori vivevano nell'anonimato
        Risposta #47: Domenica 25 Ago 2024, 10:19:46
        @Apatico Volontario, io penso invece sia giusto citare chi è occupato della colorazione di una storia.
        È un lavoro in piena regola e il colorista partecipa attivamente alla realizzazione di una storia, al pari di chi la scrive, disegna e inchiostra.

        Non per questo, comunque, ti faccio una pernacchia se a te non interessa!  ;D

         

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