Innanzitutto vorrei ringraziare ancora una volta tutti per gli utilissimi spunti che continuate a offrirmi sulle escursioni operistiche dei nostri.
Posto poi qui, per comodita', sebbene l'attinenza con questo topic sia decisamente relativa, alcune note su uno spettacolo di imminente messa in scena in quel del Coliseum londinese.
Il 2013, che si andra' a chiudere con un film dedicato a Walt Disney, si e' aperto a Madrid con un'opera lirica dedicata al papa' di Topolino in una coproduzione fra il Teatro Real e la English National Opera che hanno commissionato a Philip Glass, massimo esponente del minimalismo in musica, "The perfect American", ricavato dal testo fantabiografico di Peter Jungk. La chiave del libro originale, rispettata in larga parte dal libretto dell'opera, e' ampiamente intesa come demistificazione di quello che appare come un mito americano senza tuttavia averne davvero i titoli e i meriti: un disegnatore immaginario, ma rappresentativo di esponenti storici del team Disney, Dantine, che collabora con Walt fin dagli inizi si vede gradualmente spogliato del suo lavoro, delle sue creazioni, che sono immeritatamente ascritte da Disney a se stesso, finche', dopo aver inutilmente tentato di unire i colleghi in un sindacato, e' licenziato dall'azienda. La seconda parte dell'opera si focalizza sulla malattia di Disney, i suoi deliri di immortalita' e le sue fragilita' nei confronti della fine sempre piu' vicina, Dantine, come il giornalista del quinto potere di Welles, si muove nell'entorurage del tycoon cercando di distillarne notizie e di procacciarsi una sua rivalsa su quest'uomo che lo avrebbe defraudato dei suoi sogni.
Alcune note personali: trovo quest'opera un'opportunità persa di mettere in scena la vita di un uomo decisamente
larger than life come Disney, la cui vita e realizzazioni sarebbero gia' di per se stesse tanto eccezionali che averle ridotte ai semplici deliri di uno squalo della finanza retrivo e conservatore (notevole al proposito al scena con l'automa di Lincoln) per il puro gusto di abbattere i miti decisamente dispiace. Ovviamente poi un simile impianto ideologico non sarebbe mai potuto essere accettato in quel di Burbank, con il risultato che la scenografia si traduce in un'anonima e grigia ambientazione totalmente spoglia di quelle figure tanto caratteristiche e intrinseche al mondo Disney.
Dal punto di vista musicale, Glass, ormai 76enne, non smentisce se stesso e continua a offrire le sue pagine dalle linee eleganti ed essenziali in graduale ma constante trasformazione
http://www.youtube.com/watch?v=Gz_mJwa-ejE