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La scuola italiana e i suoi modelli

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PolliceSu   (1)
    Re: La scuola italiana e i suoi modelli
    Risposta #60: Mercoledì 20 Lug 2016, 16:27:28
    Dominatore, lo sai come la penso. Martina era un simpaticone, la sua ironia è in grande sintonia con la mia (ad avercene adesso),

    Lo so come la pensi. E penso che tu sappia che sono d'accordo con te su molto più di quanto emerga dai miei interventi a ondate saltuarie sul forum (siamo nel pieno di uno di essi). ;D
    Ti muovo giusto qualche piccolo appunto per chiarire brevemente come recepisco io queste tue istanze.

    Citazione
    e negli anni la sua capacità di scrivere bei dialoghi è cresciuta a dismisura (nelle storie di paperi soprattutto, col topo ha fatto solo disastri, essendo tra i principali produttori di storie gialle in cui topolino non fa ridere).
    Pippo sì, però. ;D
    Oh, facendo violenza a me stesso posso anche dire che Topolino può anche non far ridere (mi viene in mente a caso la "scomparsa di Tip" che è molto carina). Però come filone, non come abitudine.

    Citazione
    Quello che non apprezzo in lui è il modo di (non-)sceneggiare. Sceneggiava come si sceneggiano le commediole teatrali (che è infatti il milieu da cui il ragazzo proveniva). Il fumetto è un'altra cosa.
    Tutto qui sta il punto.
    a) Sono d'accordo quando dici che la tecnica martiniana non è riproducibile. Non per questioni di "oggi sono altri tempi" (anzi!), ma proprio perché non è adattabile ad altri che non siano lui. Così come, secondo me, lo stile di Faraci secondo me è suo e non va copiato (la tecnica, invece, nel suo caso è trasferibilissima e giovevole come ispirazione). Quindi benone che la tecnica attuale sia strutturata diversamente.
    b)
    Citazione
    Tu mi dici che "il professore va preso a ridere". Io prendo TUTTO a ridere. Ma col fumetto se le gag non sono sceneggiate degnamente la risata non ti esce.
    Però a me sì. E non solo l'ironia; proprio le gag, "nemmeno se piangi in turco/no! io rido in americano" e giù botte con le palle di neve, oppure mazze ferrate che compaiono in mano ai personaggi come nel miglior cartone animato (tiè). E sono d'accordo, ripeto, che oggi basta, ma la considero una tecnica vincente nell'esperienza limitata di un autore. Però vincente, per l'unico e solo motivo che a me fa ridere.
    Quindi quella di Martina è non-tecnica nel senso che non funziona come modello (che poi è in buona parte il significato di tecnica), e che non è un vero e proprio metodo (come tu osservi), ma non significa che nei risultati, come accade nel mio caso di lettore, arrivi per forza a risultati peggiori della tecnica codificata.* (E penso che in generale tu sia d'accordo con me su questo punto.)

    Passiamo a Rodolfo Cimino:
    Citazione
    quel suo sentimentalismo spinto (sia chiaro: non è il bravissimo Cimino il problema, quanto la sua influenza...il ciminismo che ancora regna sovrano nella produzione italica).
    Ecco il punto numero 2. Il sentimentalismo di Cimino non esiste fino agli anni Ottanta, ed esclusa Reginella. Sembra incredibile ma è così. Ma proprio zero davvero. La stragrande maggioranza delle sue storie sono storie comiche. Magari a qualcuno non fanno ridere, chissà, ma sono intese come storie comiche (con un buon pizzico di avventura). Mi viene davvero da chiederti cosa hai letto di Cimino, perché anzi in storie come "La singolar tenzone" o "Prendeteli vivi" o chessò io trovo che l'umorismo dinamico e colorito che manca oggi sia centrato in pieno.
    Invece il ciminismo nel senso di sentimentalismo io lo combatto, proprio con le armi del Cimino giovane (non che quello vecchio sia da buttare, comunque).


    Citazione
    Premesso che sarebbe meglio dimenticarsi sia di Cimino che di Martina
    Sì. Le loro sono soluzioni altamente non canoniche che (soprattutto nel caso del Professore, ad eccezione di cose come la Spada del Samurai o la Campagna elettorale che sono praticamente "scritte bene", nel senso già detto) non vedo come potrebbero essere rinnovate con successo. Abbiamo centinaia di storie loro da leggere, se ci piacciono. Se mai espedienti singolo potrebbe essere riusato, ovviamente, e molte lezioni "morali" apprese (tipo il non prendersi sul serio).

    *
    Citazione
    Bah, in realtà gli sceneggiatori oggi sul topo sono bravi da quel poco che vedo arrivare in Francia.

    Ecco, qui arriviamo al rovescio della medaglia. Non voglio dire sciocchezze tipo Martina eroe sregolato batte il fumetto industriale e codificato, etc. etc., ma il punto è che solo alcuni autori riescono, con questa tecnica generalmente buona, a ottenere dei risultati che facciano ridere me medesimo. Casty; Artibani; Radice; Enna; Faccini; Vitaliano; Ziche; dei nuovi talvolta Moscato. E nemmeno sempre (come non sempre, naturalmente, ci riesce il Professore). Sembrano tanti ma ce ne sono valanghe di altri sul Topolino quotidiano, e dànno la maggioranza delle storie.
    Non vedo una evoluzione, ecco. Nonostante la tecnica di radice, se vogliamo, barksiana, o più in generale franco-americana (con tutte le differenze del caso), abbia attecchito anche in Italia, è servita a poco. Lo dico con grande malinconia. Insomma secondo me l'unico che abbia davvero realizzato qualcosa di nuovo con strumenti di una tecnica vera è Romano Scarpa (eoni fa). Lì il mestiere trasuda, e si sente che ha letto certe cose. Casty è molto più personale di quanto sembri. Si può rintracciare il fumetto francese (per quel nulla che ne conosco) in altri, forse, ma mi sento di dire che a conti fatti la tecnica non ha migliorato Topolino (benché sia sempre e comunque un settimanale di valore). E ciò nonostante sia personalmente convinto che avrebbe potuto farlo benissimo, proprio come è successo con Scarpa. Ma non l'ha fatto.
    E magari bisognerebbe capire un attimo perché...
    « Ultima modifica: Mercoledì 20 Lug 2016, 16:46:01 da A.Basettoni »

      Re: La scuola italiana e i suoi modelli
      Risposta #61: Mercoledì 20 Lug 2016, 23:24:36
      Sul Professore ci siamo capiti. A te fa ridere nonostante certi limiti nella gestione del linguaggio fumetto (che anche tu intravedi mi pare). A me riesce a far ridere ogni tanto, ma non mi basta.

      Solo una cosa vorrei fosse chiara: non si dica che Monkey_Feyerabend è contrario alle mazze ferrate che appaiono dal nulla! Ce le metterei anche in Corto Maltese io quelle.  ;D


      Passiamo a Rodolfo Cimino:
      Ecco il punto numero 2. Il sentimentalismo di Cimino non esiste fino agli anni Ottanta, ed esclusa Reginella. Sembra incredibile ma è così. Ma proprio zero davvero. La stragrande maggioranza delle sue storie sono storie comiche. Magari a qualcuno non fanno ridere, chissà, ma sono intese come storie comiche (con un buon pizzico di avventura). Mi viene davvero da chiederti cosa hai letto di Cimino, perché anzi in storie come "La singolar tenzone" o "Prendeteli vivi" o chessò io trovo che l'umorismo dinamico e colorito che manca oggi sia centrato in pieno.
      Invece il ciminismo nel senso di sentimentalismo io lo combatto, proprio con le armi del Cimino giovane (non che quello vecchio sia da buttare, comunque).

      E invece su Cimino non ci siamo proprio capiti.
      Non mi riferisco all' ultra-mega-super-sentimentalismo ciminianimaniaco di cose come Reginella o i racconti intorno al fuoco. Quella è roba che ho appena assaggiato e subito rigettato. Not my cup of tea, come dicono gli inglesi. Ho difficoltà anche a riconoscerlo come fumetto Disney quello (per quanto lo sia), se non fosse per il tratto di Cavazzano (rompiballe ciminiani, non venite a lamentarvi di quanto sto dicendo: vi avvento adesso, prendo la mazza ferrata di martiniana memoria di cui sopra!!!  :P).
      Io parlo di Cimino pre-anni 80, del Cimino giovane. Ripeto, ho letto pochissimissimo, ma cose immagino rappresentative: pentola genuina, triplicità progressiva, pifferosauro, fiamma fredda, perfetta letizia, tapirlonghi, etc...
      Certo che c'è umorismo in queste storie. Ma l'essenza è un sentimentalismo moraleggiante che ha fatto scuola. È questo che chiamo ciminismo. Ripeto, non è Cimino il problema. Lui faceva quello che gli piaceva, lo faceva bene...e faceva bene! È il ciminismo.
      Così come non è poi tanto Casty il problema oggi, che fa bene a fare il fumetto che gli diverte fare (e che sono contento intrattenga così tanto tanti ragazzi, come li chiama lui nelle sua didascalie). Ma speriamo che non prenda piede il castysmo (tra gli autori del topo della future generazioni).

      Cimino voleva insegnare la morale facendo ridere qua e là. A me pare chiaro, e io così voglio ricordarlo.
      Ma mi piace di più chi mi vuole far ridere prima di tutto (lasciando la morale, se proprio ci deve essere, sullo sfondo, ogni tanto). Io su questo sto con David Lynch, che ebbe a dire a proposito del messaggio dei suoi film: "io sono della scuola di quelli che se vogliono mandare un messaggio usano le poste".

      È la stessa dualità che c'è tra il primo Casty (2003-2006), che era un buon autore, e il secondo Casty (2006-2016), che trovo tra il mediocre e il sufficiente.
      Il primo aveva queste priorità, nell'ordine:
      [olist]
      • dinamismo umoristico
      • poeticità
      • metafore morali o ambientaliste
      • [/olist]

        Il secondo ha queste priorità, nell'ordine:
      [olist]
      • metafore morali o ambientaliste
      • essere ricordato come il nuovo Scarpa (vabbè questa è un po' cattiva, lo ammetto, sorry  ::))
      •   fantascienza pop coi robottoni
      • metafore morali o ambientaliste
      • metafore morali o ambientaliste
      • metafore morali o ambientaliste
      • metafore morali o ambientaliste
      • metafore morali o ambientaliste
      •   un po' di dinamismo umoristico (quando si ricorda chi è).
      • [/olist]

      alcuni autori riescono, con questa tecnica generalmente buona, a ottenere dei risultati che facciano ridere me medesimo. Casty; Artibani; Radice; Enna; Faccini; Vitaliano; Ziche; dei nuovi talvolta Moscato. E nemmeno sempre (come non sempre, naturalmente, ci riesce il Professore).

      Ma sono questi quelli che arrivano in Francia di cui dicevo.
      O almeno su Super Picsou Géant, quello che compro (saltando le uscite che contengono i Wizard of Mickey, Doubleduck e PKNE, di cui non mi frega una fava).

      Gli autori un pizzico meno capaci forse passano su Mickey Parade Géant, ma non so, non lo compro.

      I danesi escono invece settimanalmente su Le Journal de Mickey, che evito come la peste. Però i danesi più barksiani, specie se disegnati da Jippes, Vicar e Rota, li leggo ogni tanto da Picsou Magazine, e da qui nascono i miei post solitari su Rota, Jippes e vari sconosciuti olandesi che quasi nessuno si fila  :-/.


      Citazione
      Insomma secondo me l'unico che abbia davvero realizzato qualcosa di nuovo con strumenti di una tecnica vera è Romano Scarpa (eoni fa).

      Scarpa è di tutto il lotto italico il più dignitoso, certo. Lo Scarpa giovane quantomeno, quello scapolo che vivendo a casa di mamma poteva sopravvivere perdendo tempo a ragionare sulle sceneggiature come si deve. Poi quando c'hai una famiglia (e la Mondadori ti paga a tavola disegnata) le priorità giustamente cambiano...
      « Ultima modifica: Giovedì 21 Lug 2016, 11:41:40 da Monkey_Feyerabend »

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      Maximilian
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        Re: La scuola italiana e i suoi modelli
        Risposta #62: Giovedì 21 Lug 2016, 11:31:54
        Così come non è poi tanto Casty il problema oggi, che fa bene a fare il fumetto che gli diverte fare (e che sono contento intrattenga così tanto tanti ragazzi, come li chiama lui nelle sua didascalie). Ma speriamo che non prenda piede il castysmo (tra gli autori del topo della future generazioni).
        E cosa sarebbe il castysmo, come lo chiami tu?

        Citazione
        È la stessa dualità che c'è tra il primo Casty (2003-2006), che era un buon autore, e il secondo Casty (2006-2016), che trovo tra il mediocre e il sufficiente.
        Io invece il primo lo trovo ottimo, il secondo eccellente.

        Citazione
        Il secondo ha queste priorità, nell'ordine:
        [olist]
        • metafore morali o ambientaliste
        • essere ricordato come il nuovo Scarpa (vabbè questa è un po' cattiva, lo ammetto, sorry  ::))
        •   fantascienza pop coi robottoni
        • metafore morali o ambientaliste
        • metafore morali o ambientaliste
        • metafore morali o ambientaliste
        • metafore morali o ambientaliste
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        •   un po' di dinamismo umoristico (quando si ricorda chi è).
        • [/olist]
        Ma dove lo vedi tutto questo ambientalismo in, tanto per fare qualche esempio, tutto questo accadrà ieri, il tormentone conteso, zio svalvolo, l'ispettore Bonton, la rivolta delle didascalie, l'area 52, i 7 boglins, il rampiro di transvitania?
        Inoltre peculiarità di Casty è proprio che la morale è sempre subordinata alla storia, mai inserita forzatamente.

          Re: La scuola italiana e i suoi modelli
          Risposta #63: Giovedì 21 Lug 2016, 11:48:27
          Scusa, non ho più tanta voglia di parlare di Casty, l'ho fatto fin troppo in questi ultimi tempi. Lo prendevo a riferimento per rafforzare l'idea che stavo esprimendo su Cimino.
           Poi preferisco parlare delle singole storie che degli autori in generale. Lo so che il mio post precedente va esattamente in senso opposto, ma oh in questo forum è difficile far partire una discussione interessante su una singola storia. Mi dispiace dirvelo, ma è così. Questo è più un forum di collezionisti di fumetti disney che di discussione di fumetto disney.
          Più in generale credo che dovrei scrivere meno in questo forum, o almeno ci proverò di qui in avanti. 
          « Ultima modifica: Giovedì 21 Lug 2016, 11:58:38 da Monkey_Feyerabend »

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            Re: La scuola italiana e i suoi modelli
            Risposta #64: Giovedì 21 Lug 2016, 11:54:04
            nel momento in cui ci si mette a criticare anche Casty, la società che si professa civile è arrivata al punto in cui una sana dittatura con la censura di partito e la Pravda è la sola forma politica umanamente concepibile :P
            Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

              Re: La scuola italiana e i suoi modelli
              Risposta #65: Giovedì 21 Lug 2016, 12:00:12
              In questo forum, caro il mio Andre87, è come se già ci fosse: vedi le reazioni ai miei post nei topic delle storie di Casty.


              (lo so che stai scherzando, però io no, per una volta dico seriamente)
              « Ultima modifica: Giovedì 21 Lug 2016, 12:00:34 da Monkey_Feyerabend »

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                Risposta #66: Giovedì 21 Lug 2016, 12:27:47
                Poi preferisco parlare delle singole storie che degli autori in generale. Lo so che il mio post precedente va esattamente in senso opposto, ma oh in questo forum è difficile far partire una discussione interessante su una singola storia. Mi dispiace dirvelo, ma è così. Questo è più un forum di collezionisti di fumetti disney che di discussione di fumetto disney.
                Mi batto perché accada il contrario.
                Citazione
                Più in generale credo che dovrei scrivere meno in questo forum, o almeno ci proverò di qui in avanti. 

                Ti diffido dal farlo. Sennò io con chi parlo? ;D


                Su Cimino... Forse comincio lontanamente a capirti (prima avevo frainteso). L'esempio della (bella) triplicità progressiva in particolare mi ha fatto capire un po' cosa intendevi. Non lo chiamare sentimentalismo però, chiamalo morale, sennò è facile fraintendere. Sono due cose abbastanza diverse. Visti i tuoi (condivisibilissimi anche se a tratti un po' "ammericani" :P) gusti, ti consiglio di leggere il Cimino-Paperino. Lì ogni morale è assente, ci sono solo botte, screzi e insulti con:
                a) buzzurri
                b) Gastone
                c) Anacleto
                d) animali vari (orsi, galline...)

                Quindi, se avrai modo: Gallina prataiola, complesso dello scoiattolo ('sciamo perdere i disegni), drammi del sottosuolo, il colpo maestro, l'aurite acuta e alimentazione spinta. :)




                Personalmente, benché sia un irriducibile sostenitore dell'umorismo e ritenga che le migliori storie (ma mi riferisco anche al cinema, per dire, e in un certo senso un po' lato anche alla letteratura) siano quelle che fanno ridere, non spregio per niente la piega del Casty "kolossal". Che fa ridere ("quando si ricorda chi è", per fortuna abbastanza spesso) e non è solo ambientalista, ma è anche Marea dei Secoli.
                Però capisco il tuo punto di vista, benché lo ritenga un po' estremo. ;)


                Poi intendiamoci, il mio fumetto preferito è Asterix, per chiarire i miei orizzonti preferenziali.




                Ma poi, te lo chiedo senza polemica... Alan Moore fa ridere? Perché, come ti ho detto, io ho letto solo i due più celebri, "V" e "Watchmen", e non li cambierei con gli atomi di un bicchierino di wishky...
                « Ultima modifica: Giovedì 21 Lug 2016, 12:32:30 da A.Basettoni »

                *

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                  Re: La scuola italiana e i suoi modelli
                  Risposta #67: Giovedì 21 Lug 2016, 12:30:12
                  vedi le reazioni ai miei post nei topic delle storie di Casty.
                  (lo so che stai scherzando, però io no, per una volta dico seriamente)

                  Beh, se Casty non ti gusta la cosa è un tuo diritto.
                  Ma non puoi aspettarti che qualcuno non si stupisca profondamente e reagisca.

                  A proposito: W il castysmo, ieri, oggi, domani, sempre!  :P  ;D :)

                    Re: La scuola italiana e i suoi modelli
                    Risposta #68: Giovedì 21 Lug 2016, 13:19:13

                    Su Cimino... Forse comincio lontanamente a capirti (prima avevo frainteso). L'esempio della (bella) triplicità progressiva in particolare mi ha fatto capire un po' cosa intendevi. Non lo chiamare sentimentalismo però, chiamalo morale, sennò è facile fraintendere. Sono due cose abbastanza diverse. Visti i tuoi (condivisibilissimi anche se a tratti un po' "ammericani" :P) gusti, ti consiglio di leggere il Cimino-Paperino. Lì ogni morale è assente, ci sono solo botte, screzi e insulti con:
                    a) buzzurri
                    b) Gastone
                    c) Anacleto
                    d) animali vari (orsi, galline...)


                    Hai ragione, ho sicuramente usato la parola sbagliata. "Sentimentalismo" è un'altra cosa. Io intendevo pedagogia moralistica. Per capirci: i sapienti ciminiani che insegnano la giusta via a Paperone (e ai lettori), o il Paperino che si gode la vita steso sull'amaca (<--- questo in particolare ha fatto troppo scuola in Italia, e non l'ho mai apprezzato  fin da piccolo: io voglio il Donald iperattivo, uomo metropolitano ma non imborghesito, a volte genio di qualche arte, che ci regalavano Barks, Jippes, Rosa, Lusting etc...).



                    Quindi, se avrai modo: Gallina prataiola, complesso dello scoiattolo ('sciamo perdere i disegni), drammi del sottosuolo, il colpo maestro, l'aurite acuta e alimentazione spinta. :)


                    A proposito. Leggetevi i commenti del celebre commentatore blu su inducks. È esattamente quello che intendo per ciminismo.



                    Poi intendiamoci, il mio fumetto preferito è Asterix, per chiarire i miei orizzonti preferenziali.


                    Ottimi orizzonti.



                    Ma poi, te lo chiedo senza polemica... Alan Moore fa ridere? Perché, come ti ho detto, io ho letto solo i due più celebri, "V" e "Watchmen", e non li cambierei con gli atomi di un bicchierino di wishky...

                    Ma che c'entra. Mica uno legge solo fumetto umoristico. Qui mi limito a parlare di fumetto umoristico (e nella fattispecie dei problemi umoristici del fumetto Disney italiano)  :-?
                    « Ultima modifica: Giovedì 21 Lug 2016, 13:25:57 da Monkey_Feyerabend »

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                      Re: La scuola italiana e i suoi modelli
                      Risposta #69: Giovedì 21 Lug 2016, 13:27:57
                      Ma che c'entra. Mica uno legge solo fumetto umoristico. Qui mi limito a parlare di fumetto umoristico (e nella fattispecie dei problemi umoristici del fumetto Disney italiano)  :-?

                      Ma infatti io chiedevo perché volevo effettivamente sapere se Alan Moore fa ridere; visto che è stato il tuo "essere vivente preferito" pensavo che magari avesse anche questo requisito, visto che ti piace tanto; requisito che mi avrebbe spinto vieppiù alla ricerca del succitato. Insulterei la tua intelligenza se ti attribuissi la convinzione che esiste solo il fumetto umoristico. :P

                        Re: La scuola italiana e i suoi modelli
                        Risposta #70: Giovedì 21 Lug 2016, 13:28:14

                        Beh, se Casty non ti gusta la cosa è un tuo diritto.
                        Ma non puoi aspettarti che qualcuno non si stupisca profondamente e reagisca.



                        Sì ma troppo pochi, quasi nessuno, reagiscono con un'analisi della storia e con una tranquilla ma argomentata esposizione di dissenso. Il tutto si riduce a dei "boooohhhh, se non ti piace Casty che è il il migliore ma 'ndo vai..." et similia.
                        « Ultima modifica: Giovedì 21 Lug 2016, 13:36:26 da Monkey_Feyerabend »

                          Re: La scuola italiana e i suoi modelli
                          Risposta #71: Giovedì 21 Lug 2016, 13:33:48

                          Ma infatti io chiedevo perché volevo effettivamente sapere se Alan Moore fa ridere; visto che è stato il tuo "essere vivente preferito" pensavo che magari avesse anche questo requisito, visto che ti piace tanto; requisito che mi avrebbe spinto vieppiù alla ricerca del succitato. Insulterei la tua intelligenza se ti attribuissi la convinzione che esiste solo il fumetto umoristico. :P


                          Ah ok. No, l'Alan Moore delle opere che citi non mi fa ridere. Ma hanno passaggi molto divertenti altre sue cose successive. In particolare la sottovalutatissima serie Top Ten (una serie ambientata nel distretto di polizia di una città in cui tutta la popolazione è composta da supereroi: roba da far venire un'erezione a Tito Faraci...e forse sarà successo), ma anche la più celebre La Lega degli Straordinari Gentlemen. Non sono serie comiche, sono avventurose (specie i Gentlemen), ma hanno i loro momenti comedy.


                          Linko un articolo (senza spoiler, mi pare) su queste due serie:

                          http://www.lospaziobianco.it/108625-abc-alfabeto-magico-alan-moore-ultima-parte/



                          Di fumetto non umoristico di solito discuto in un altro forum. Anche se qui c'è una sezione apposita per il fumetto in generale, non mi ci trovo. Vedo che leggete cose che non conosco, non sono un lettore interessato al mainstream italiano (sono più dalle parti di gente come Daniel Clowes o Nicolas de Crécy, per fare due nomi famosi, più che da quelle di Dylan Dog o Tex, con rispetto parlando per queste serie).
                          « Ultima modifica: Giovedì 21 Lug 2016, 13:53:00 da Monkey_Feyerabend »

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                            Re: La scuola italiana e i suoi modelli
                            Risposta #72: Venerdì 22 Lug 2016, 12:55:25
                            Pare che nella biblioteca della mia città ci siano La lega degli straordinari gentlemen e From hell; a questo punto una ricognizione nel territorio "mooresco" sarà un dovere e (immagino) un piacere. Farò sapere, eventualmente. ;)

                            Scusate l'OT.
                            « Ultima modifica: Venerdì 22 Lug 2016, 12:55:44 da A.Basettoni »

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                              Re: La scuola italiana e i suoi modelli
                              Risposta #73: Venerdì 22 Lug 2016, 15:12:59
                              [quote author=Monkey_Feyerabend link=1458060601/62#62 date=146904987.
                              Così come non è poi tanto Casty il problema oggi, che fa bene a fare il fumetto che gli diverte fare (e che sono contento intrattenga così tanto tanti ragazzi, come li chiama lui nelle sua didascalie). Ma speriamo che non prenda piede il castysmo (tra gli autori del topo della future generazioni).

                              Cimino voleva insegnare la morale facendo ridere qua e là. A me pare chiaro, e io così voglio ricordarlo.
                              Ma mi piace di più chi mi vuole far ridere prima di tutto (lasciando la morale, se proprio ci deve essere, sullo sfondo, ogni tanto). Io su questo sto con David Lynch, che ebbe a dire a proposito del messaggio dei suoi film: "io sono della scuola di quelli che se vogliono mandare un messaggio usano le poste".

                              È la stessa dualità che c'è tra il primo Casty (2003-2006), che era un buon autore, e il secondo Casty (2006-2016), che trovo tra il mediocre e il sufficiente.
                              Il primo aveva queste priorità, nell'ordine:
                              [olist]
                              • dinamismo umoristico
                              • poeticità
                              • metafore morali o ambientaliste
                              • [/olist]

                                Il secondo ha queste priorità, nell'ordine:
                              [olist]
                              • metafore morali o ambientaliste
                              • essere ricordato come il nuovo Scarpa (vabbè questa è un po' cattiva, lo ammetto, sorry  ::))
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                              • metafore morali o ambientaliste
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                              • metafore morali o ambientaliste
                              • metafore morali o ambientaliste
                              • metafore morali o ambientaliste
                              •   un po' di dinamismo umoristico (quando si ricorda chi è).
                              • [/olist]

                                Parli dello stesso Casty che ha scritto Mondo che verrà, Marea dei secoli, Impero sottozero...fra il mediocre e il sufficiente  ;D ma anche 
                              [smiley=facepalm.gif].

                              Mi piacerebbe sapere a cosa corrisponde l'ottimo secondo te in ambito fumettistico... Perché è chiaro che vanno rispettate tutte le opinioni, anche le più strane, ma a un certo punto tutto ha un limite.
                              Ma poi, scusa,veramente credi che il Disney italiano abbia qualcosa da imparare da quello danese, che al confronto è quasi spazzatura?
                              If you can dream it, you can do it.

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                                Re: La scuola italiana e i suoi modelli
                                Risposta #74: Venerdì 22 Lug 2016, 15:56:18
                                Ma poi, scusa,veramente credi che il Disney italiano abbia qualcosa da imparare da quello danese, che al confronto è quasi spazzatura?
                                Da dove trai questa conclusione? Nel post non c'è scritto da nessuna parte che preferisce i danesi agli italiani, e in un altro topic ha detto che li trova abbastanza mediocri da entrambe le parti.

                                Comunque, io Casty lo adoro, ma l'opinione di Monkey più o meno l'ho capita. In ogni storia, Casty ficca un tema che magari con la storia non c'entra niente (come in Tutto questo accadrà ieri l'amicizia) e lo ribadisce, completamente a caso, in alcuni punti della narrazione; inoltre, le storie di Casty sono troppo seriose, non in senso stretto quanto che manca l'umorismo visivo che è praticamente il motivo per cui esiste il fumetto.

                                Secondo me sono dettagli trascurabili, ma ammetto che leggendo Topolino e l'Impero Sottozero la staticità mi ha un po' annoiato, e la foto e la didascalia finale in Tutto questo accadrà ieri era completamente a caso e non aveva senso rispetto alla storia. Ma mi piacciono un sacco lo stesso.

                                 

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