C'è questa storia delle Giovani Marmotte, mai ristampata fino ad ora e che purtroppo non ho mai letto:
https://coa.inducks.org/s.php?c=I+GM++++9-1
L'avevo sull'albo gm dell'epoca, ma non ricordandola sono andato a rileggerla prima di scrivere due parole.
Allora, la trama in se è semplice, come è giusto che sia in una storia dove quel che conta è soltanto il messaggio che sia vuol trasmettere: in breve, le GM si recano al parco per provare una piccola automobilina in legno, e li Lardello si scontra con questo ragazzino seduto su una sedia a rotelle; viene aiutato a rialzarsi e sedersi sulla sua sedia, ma non fa in tempo a scambiare quattro chiacchere con i nuovi arrivati, poichè arriva la madre e lo riporta a casa; però fa in tempo a manifestare il suo desiderio di far parte delle GM. Cosi, dopo averne parlato col Gran Mogol, le GM lo vanno a trovare e, essendo rimasto solo a casa, lo invitano al parco per divertirsi insieme; passa il tempo in allegria, ma nel frattempo rientra in casa la madre, e non trovando il figlio si preoccupa ed avvisa la polizia; un poliziotto si accorge del gruppetto di ragazzi al parco e la situazione si risolve, ma la madre - ancora scossa per l'accaduto - porta via il figlio insistendo sull'impossibilità, per lui, di entrare a far parte delle GM. L'indomani Qui Quo Qua e Lardello si recano a trovare il loro amico ed a chiedere scusa alla madre, e li trovano il Gran Mogol, che gli spiega il loro errore (non aver avvisato la donna prima di allontanarsi) e gli comunica la comune intenzione, sua e della donna, di provare a far entrare il ragazzo nel corpo scoutistico.
L'argomento della disabilità del ragazzo è trattato con delicatezza, la storia non si risolve in meri sentimenti di compassione ma resta su di un registro allegro e positivo, con la ferma intenzione di QQQ di far quanto loro possibile per far ammettere il ragazzo nei giovani esploratori. Solo in un'occasione, quando uno dei nipotini informa il Gran Mogol del problema del ragazzo con un certo pudore (parlando a bassa voce), sembra quasi prevalere l'imbarazzo, ma è solo un brevissimo accenno e si inscrive nella caratterizzazione delle parti: i ragazzini sinceramente entusiasti per la possibilità di ammettere il nuovo arrivato, il Gran Mogol più saggio ma positivo, la madre inizialmente prevenuta a causa della iperprotettività nei riguardi del figlio... è quasi un gioco delle parti, ma non inficia la delicatezza della storia nel trattare l'argomento e neppure il messaggio che si vuol trasmettere.
Insomma, mi sembra un'ottima base su cui poter costruire altre storie, magari utilizzando il medesimo personaggio, una volta ammesso nelle GM, per introdurre il tema della disabilità in maniera semplice ed efficace.