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La Topolinia "Gottfredsoniana"

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    Re: La Topolinia "Gottfredsoniana"
    Risposta #15: Lunedì 3 Ott 2016, 12:07:23
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    Gli autori italiani avrebbero potuto 'divertirsi' a creare una città praticamente dal 'nulla' (in senso lato) e invece poco o niente hanno fatto a tal riguardo: forse solo il museo Archeologico dove sta ben nascosta la Macchina del Tempo di Zapotec e Marlin può essere considerato un 'nuovo' luogo pubblico caratteristico e frequente .

    Se non consideriamo la saga di Topolinia 20802 (https://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+2811-1P), dove un gruppo di lavoro formato da Vitaliano, Savini , Casty ecc ha creato una vera e propria metropoli aggiuntiva alla Topolinia delle case basse e dei giardini. All'improvviso si viene a sapere che la città che noi conosciamo è semplicemente un sobborgo di qualcosa di decisamente più grande.

    La geografia disneyana è comunque vittima di continui rimaneggiamenti, difficile tenere conto delle migliaia di volte che monti/boschi/fiumi sono apparsi e scomparsi dalle mappe. Ricordo un'interessante progetto di una decina di anni fa, con la mappatura delle case dei paperopolesi, la loro indicazione sulla mappa e anche la possibilità dal sito di fare dei tour cittadini. Cosa che sarebbe stata totalmente impossibile per Topolinia, ben appunto: commissariato, due case e una folla totalmente anonima (forse lo spunto più interessante che ho visto qui). I passanti, le scene slapstick sullo sfondo, gli inside joke sono esclusiva di Paperopoli, così come i rapporti tra abitanti. Topolino non ha quasi mai contatti con la "gente normale" che vive in città, se non i vicini o qualcun'altro (solitamente strumentale alla storia), mentre Paperino è immerso in un contesto di cui fa attivamente parte, tanto che ha debiti nei negozi, conosce gli esercenti, ogni tanto fa riferimento a conoscenze che non sono spiegato ("Ehilà Mack!"), e che è stato forgiato da PdP.
    Ahimè! Così finisce una grande missione di cultura e di civiltà!

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      Re: La Topolinia "Gottfredsoniana"
      Risposta #16: Lunedì 3 Ott 2016, 18:53:52
      Se non consideriamo la saga di Topolinia 20802 (https://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+2811-1P), dove un gruppo di lavoro formato da Vitaliano, Savini , Casty ecc ha creato una vera e propria metropoli aggiuntiva alla Topolinia delle case basse e dei giardini. All'improvviso si viene a sapere che la città che noi conosciamo è semplicemente un sobborgo di qualcosa di decisamente più grande.

      Pur tuttavia, anche in quella serie - che in quanto serie, cmq, suona sempre un pochino come un mondo a parte rispetto alle storie "classiche" - non si sono affermati luoghi caratteristici della città, salvo forse il palazzo del Topolinia Daily. La stessa Anderville, per rimanere in contesti topolineschi "alternativi" alla classica ambientazione, fu concepita con più elementi distintivi rispetto a quelli che possono venire alla mente pensando a Topolinia.
      "Se nato cigno nessuno ti trasformerà in avvoltoio"

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        Re: La Topolinia "Gottfredsoniana"
        Risposta #17: Martedì 4 Ott 2016, 02:00:40

        Pur tuttavia, anche in quella serie - che in quanto serie, cmq, suona sempre un pochino come un mondo a parte rispetto alle storie "classiche" - non si sono affermati luoghi caratteristici della città, salvo forse il palazzo del Topolinia Daily. La stessa Anderville, per rimanere in contesti topolineschi "alternativi" alla classica ambientazione, fu concepita con più elementi distintivi rispetto a quelli che possono venire alla mente pensando a Topolinia.

        Sì, in effetti è rimasta una indefinitezza di base, anche perchè suona sicuramente alienante scoprire che una città in cui si è svolta una serie di avventure pluridecennale è in realtà un quartiere: tutto va ridimensionato e spostato, cosa che puoi fare solo su un contenitore fondamentalmente inesistente, un fondale.

        Su Anderville se non sbaglio, forse nel primo numero c'era un fascicoletto d'apertura con i luoghi più significativi della città e la loro storia.
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          Re: La Topolinia "Gottfredsoniana"
          Risposta #18: Martedì 4 Ott 2016, 11:35:33

          "Topolinia 20802" è stato sicuramente un progetto interessante anche nella nuova elaborazione della città, vista sotto altri aspetti (anche di skyline).
          Quello che non mi ha convinto per nulla è stato presentare Topolino come un provincialotto spaesato in quella downtown che dovrebbe essere la sua città: il fatto di aver vissuto (e di continuare a vivere) in periferia, in zone residenziali fatte di villette con giardino, non significa che Mickey non abbia avuto modo di 'andare in centro' (oltretutto con una metropolitana che immagino comoda e veloce, come si vede in 20802). Anzi, nella sua non indifferente attività poliziesca in tanti gialli e noir che lo hanno messo in contatto con personaggi e situazioni varie, egli ha avuto modo di conoscere bene certe realtà metropolitane di Topolinia, fin dai tempi di Gottfredson. Per cui l'atteggiamento 'provinciale' di Topolino è del tutto fuori luogo se non 'antistorico': Mickey è un topo  decisamente metropolitano (già dalla fine dei '30), sebbene le sue origini lo vedano giocare in campagna con gli amici animali di allora. Possibile che gli autori di 20802 siano rimasti influenzati addirittura da quei racconti agresti che già pochi anni dopo risultavano obsoleti?
          « Ultima modifica: Martedì 4 Ott 2016, 11:37:26 da leo_63 »

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            Re: La Topolinia "Gottfredsoniana"
            Risposta #19: Martedì 4 Ott 2016, 13:16:08
            "Topolinia 20802" è stato sicuramente un progetto interessante anche nella nuova elaborazione della città, vista sotto altri aspetti (anche di skyline).
            Quello che non mi ha convinto per nulla è stato presentare Topolino come un provincialotto spaesato in quella downtown che dovrebbe essere la sua città: il fatto di aver vissuto (e di continuare a vivere) in periferia, in zone residenziali fatte di villette con giardino, non significa che Mickey non abbia avuto modo di 'andare in centro' (oltretutto con una metropolitana che immagino comoda e veloce, come si vede in 20802). Anzi, nella sua non indifferente attività poliziesca in tanti gialli e noir che lo hanno messo in contatto con personaggi e situazioni varie, egli ha avuto modo di conoscere bene certe realtà metropolitane di Topolinia, fin dai tempi di Gottfredson. Per cui l'atteggiamento 'provinciale' di Topolino è del tutto fuori luogo se non 'antistorico': Mickey è un topo  decisamente metropolitano (già dalla fine dei '30), sebbene le sue origini lo vedano giocare in campagna con gli amici animali di allora. Possibile che gli autori di 20802 siano rimasti influenzati addirittura da quei racconti agresti che già pochi anni dopo risultavano obsoleti?

            Credo sia stata necessità di trama: un arrivo troppo liscio avrebbe compromesso molti spunti in sviluppo ma avrebbe anche tolto alcuni dei momenti più interessanti, e cioè: il topo perfetto che deve riadattarsi del tutto (esattamente come ad Anderville). Inoltre, a memoria, era la prima volta che si rappresentava Topolinia in quel modo, per cui era legittimo pensare che Topolino non vi ci fosse mai recato o quasi. I suoi luoghi rimangono il commissariato di quartiere, il museo, le villette, il porticciolo (che sarebbe decisamente fuori luogo nella metropoli)
            Ahimè! Così finisce una grande missione di cultura e di civiltà!

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              Re: La Topolinia "Gottfredsoniana"
              Risposta #20: Martedì 4 Ott 2016, 15:23:22
              Gottfredson e seguaci caratterizzarono cosi' poco Topolinia che i lettori di mezzo mondo sono convinti che Topolino viva a Paperopoli.
              Precisando: l'unico paese per cui sono sicuro al riguardo e' la Germania, ma ho l'impressione che sia una convenzione seguita da tutta la Egmont e sospetto anche dai brasiliani (si veda ad esempio il loro club dei supereroi). L'idea italiana di separare Paperopoli e Topolinia sembra una rarita' all'estero.

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              Piccola Pker
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                Re: La Topolinia "Gottfredsoniana"
                Risposta #21: Martedì 4 Ott 2016, 18:22:10
                Mi sono resa conto di questa disparità di trattamento quando una mia amica ha partecipato al concorso per i disegnatori vinto poi da Bacci. Lì era richiesto di disegnare uno scorcio di Paperopoli e uno di Topolinia, e infatti mi aveva chiamato in panico "cosa c'è di specifico a Topolinia?".
                Bella domanda, a parte il commissariato e la casa di Pippo nient'altro.
                A questo punto credo che, sinceramente, sarà dura cambiare questa situazione. Oltre all'immaginario globale, anche solo quello italiano è condizionato da questa situazione: Barks aveva potuto creare qualcosa perché non c'era nulla. Qua abbiamo già qualcosa... che in realtà non c'è! Che razza di situazione...
                Si può cambiare la cosa? Sì, è possibile, ma ci vuole molto sforzo e un riconoscimento globale o quasi del lavoro effettuato. Un esempio è l'albero genealogico di Don Rosa: prima che lui lo creasse, gli autori, anche e soprattutto italiani, trattavano la parentela papera piegandola ai fini della trama. Ora questo non si può più fare, è diventato un riferimento imprescindibile, ed è successo in tempi mediamente recenti.
                Per cui sì, è fattibile, ma... ne varrà la pena? O forse non sarebbe meglio lasciare uno spazio "libero", visto che abbiamo già uno codificato? Non ho una risposta a questa domanda.

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                Cornelius
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                  Re: La Topolinia "Gottfredsoniana"
                  Risposta #22: Martedì 4 Ott 2016, 22:07:52
                  Non sarebbe meglio lasciare uno spazio "libero", visto che abbiamo già uno codificato? Non ho una risposta a questa domanda.
                  La mia risposta è che lo 'spazio libero' riguardante Topolinia ( in opposizione a quello 'codificato' - relativamente, in ogni caso - riguardante Paperopoli) fino ad oggi non ha prodotto nulla di così fantasioso o eccezionale: dai tempi di Gottfredson ad oggi possiamo annoverare la Centrale di Polizia, il museo Archeologico, il quartiere centrale metropolitano 20810 e poco altro (un porto e una stazione ferroviaria generici, le case dei vari protagonisti nei quartieri residenziali, le zone 'in' dei vari ricconi o nobili, i quartieri 'malfamati' dei 'cattivi' di turno - personaggi fissi, ricorrenti o generici...).

                  Basterebbero pochi 'punti fissi' per fare di Topolinia una città a noi più familiare come è Paperopoli: anche Duckburg non è che abbia un numero così elevato di riferimenti tali da non permettere a vari autori di inventarsi qualcosa di nuovo. Dai tempi di Barks ad oggi qualcosa si è creato, ma non troppo (in termini di luoghi fissi e caratteristici): il Deposito sulla Collina AmmazzaMotori (più o meno 'ristrutturati' entrambi dagli autori italiani), la statua del fondatore Coot, il faro di Capo Quack, il Club dei Miliardari, le spiagge cittadine o limitrofe oltre a diversi squarci metropolitani attraversati dal fiume Tulebug; infine Shacktown, quartiere povero e diseredato, non più riproposto dall'autore americano ma neanche da quelli italiani (che lo chiamarono 'Agonia')... tutte locations create dall'Uomo dei Paperi.

                  Gli autori italiani le hanno riproposte, modificate, ampliate, arricchite ma, sostanzialmente, poco hanno aggiunto: gli autori dei '90 hanno creato la Ducklair Tower in un contesto metropolitano pikappico 'alternativo' ma che negli ultimi si è fuso nello skyline delle storie 'normali', storie dove negli anni 2000 è stato creato il modernissimo quartiere di Manhanatran, sito su un'isola della baia cittadina e collegato alla terraferma da diversi ponti. Visto, purtroppo, solo in occasione delle storie papere al femminile e mai più riproposto. La generica campagna di Nonna Papera è stata rielaborata con la creazione di un villaggio agrestre, Quack Town, a poca distanza dalla città e proposto non solo nelle storie di PP8 ma anche in quelle 'normali'. Francesco Guerrini ha il merito di aver delineato e riproposto una bellissima fascia costiera cittadina dove a spiagge vellutate ricche di chioschi ed eleganti lungomari si alternano bellissime ville nobiliari e attraenti quartieri residenziali in collina. Blasco Pisapia ha fatto un lavoro fantastico di descrizione e illustrazione di diversi quartieri di Duckburg ma purtroppo è rimasto fine a se stesso, non ripreso da altri autori (e neanche riproposto negli albi Uack! titolati 'Paperopoli', dedicati solo teoricamente alla città dei paperi).

                  Detto ciò, gli autori più 'sensibili' alla città dei topi (Casty, De Vita, Faraci e altri) potrebbero collaborare in un fantastico progetto di 'organizzazione' della città/metropoli di Topolinia, delineando in modo più specifico alcune sue parti come alcuni luoghi pubblici. Da far rispettare, nel possibile, a tutti gli autori che si cimentassero in storie di Mickey & C. A cominciare dalle origini, dalla sua storia di città calisotiana sulla costa che, sotto alcuni aspetti, potrebbe e dovrebbe essere stata edificata da coloni anglosassoni arrivati all'estremo West pacifico, magari su avamposti spagnoli precedenti o su villaggi indiani originari. Un fondatore a cui tutti i topolinesi (o topoliniani, come a me piace chiamare gli abitanti) facciano riferimento, come i paperopolesi nei confronti di Cornelius Coot (ricordo che in passato si tratteggiò l'idea se non il personaggio vero e proprio di un fondatore topesco). Naturalmente la sua statua dovrebbe campeggiare nei parchi come nelle principali piazze e belle storie d'epoca dovrebbero essere realizzate dai migliori autori per farcelo conoscere meglio.

                  Si potrebbe delineare un edificio gotico e sinistro, in alto su una collina che domina la città, residenza di Macchia Nera. Caratterizzare meglio il Museo Archeologico e la Centrale di Polizia, punti fissi delle avventure topesche. Riproporre con più insistenza il quartiere centrale 20810, al di là di storie specifiche tratte dalla serie. Un faro non sarebbe una inutile copia di quello di Capo Quack, dal momento che anche Topolinia è sull'oceano (Capo Top non sarebbe male). La casa della zia Topolinda, nelle ultime storie scarpiane dei '90 inglobata nella periferia metropolitana dopo averla vista in aperta campagna nelle storie iniziali dei '60, potrebbe essere nuovamente inserita in un contesto più campagnolo, creando un villaggio sull'esempio di Quack Town (Squit Town, avevo proposto anni fa). Magari sul mare e non all'interno, come si poteva dedurre da una storia dove un Mickey bambino giocava in spiaggia vicino alla casa di un parente che mi pare fosse lo zio Jeremy, fratello di Topolinda (altro personaggio da riproporre quello dello zio). Dunque una Topolina più definita anche nella sua contea.


                  « Ultima modifica: Martedì 4 Ott 2016, 22:28:06 da leo_63 »

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                    Re: La Topolinia "Gottfredsoniana"
                    Risposta #23: Martedì 4 Ott 2016, 22:47:21
                    Sinceramente non mi trovi totalmente d'accordo con la tua descrizione. Molte idee da te proposte sono una copia carbone di Paperopoli. Personalmente sono più attratta da novità come 20810. Capisco che la geografia delle due città possa essere simile, ma il rischio di creare una brutta copia di Paperopoli è altissimo. Qualche buon autore può certamente ovviare al problema, ma il rischio rimane.

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                      Re: La Topolinia "Gottfredsoniana"
                      Risposta #24: Martedì 4 Ott 2016, 23:10:32
                      Sinceramente non mi trovi totalmente d'accordo con la tua descrizione. Molte idee da te proposte sono una copia carbone di Paperopoli. Personalmente sono più attratta da novità come 20810. Capisco che la geografia delle due città possa essere simile, ma il rischio di creare una brutta copia di Paperopoli è altissimo. Qualche buon autore può certamente ovviare al problema, ma il rischio rimane.
                      Sicuramente hai ragione quando parli di situazioni simili nelle due città: però devi anche pensare che una geografia simile (entrambe sulla costa pacifica del Calisota) influenza anche la storia che è relativamente giovane: la loro nascita non può essere oltre i due/tre secoli (l'epoca dei pionieri e della colonizzazione del West) e, dunque, anche un colono fondatore è normale che venga ricordato (come nella Springfield dei Simpson troviamo Jebediah, personaggio oltretutto controverso sebbene ricordato solo negli aspetti positivi).

                      In ogni caso ho solo delineato una sorta di possibili nuove situazioni, sicuramente caratterizzate da una certa faciloneria e grossolanità dovute a pensieri veloci e alcuna esperienza autoriale in tal senso. Sarebbe bello se diversi autori, dotati di maggior estro creativo ed esperienza, realizzassero in maniera più articolata e professionale almeno una parte di questa base grezza di idee.
                      « Ultima modifica: Martedì 4 Ott 2016, 23:12:06 da leo_63 »

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                        Re: La Topolinia "Gottfredsoniana"
                        Risposta #25: Martedì 4 Ott 2016, 23:34:04
                        La mia risposta è che lo 'spazio libero' riguardante Topolinia ( in opposizione a quello 'codificato' - relativamente, in ogni caso - riguardante Paperopoli)

                        Questo è un ragionamento alquanto fallato. La Paperopoli 'codificata' di cui parli è diventata così perché uno bravo come Barks aveva spazio libero.
                        Che lo stesso non sia successo con Topolinia non è colpa del fatto che ci sia 'spazio libero' (quello è imprescindibile). Al più dell'incapacità degli autori che hanno lavorato col topo, o al fatto che nom avessero interesse ad andare in quella direzione.

                        Non puoi mettere Faraci, de Vita e Casty intorno a un tavolo a inventarsi Topolinia. Non funziona. O arriva qualche autore che fa una storia con un particolare della città che lasci il segno, o niente resta. È la narrativa, va così.

                        Un esempio per capirci. Scarpa ci è andato vicino. La gag della statua di Fortunio Bancarotta è impressa a fuoco nella mente dei fan. Se in una storia successiva lo stesso Scarpa avesse ripreso la statua (magari facendola riapparire in ricostruzione o una cosa del genere) sarebbe entrata nell'immaginario della città definitivamente. Non conosco tutto Scarpa o seguaci, ma credo che nessuno l'abbia fatto, no? E allora che volete... 
                        « Ultima modifica: Martedì 4 Ott 2016, 23:36:41 da Monkey_Feyerabend »

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                          Risposta #26: Mercoledì 5 Ott 2016, 02:19:27
                          Infine Shacktown, quartiere povero e diseredato, non più riproposto dall'autore americano ma neanche da quelli italiani (che lo chiamarono 'Agonia')... tutte locations create dall'Uomo dei Paperi.

                          Su questo sono costretto a darti torto, Cornelius, ricordo almeno una storia (questa-> https://coa.inducks.org/story.php?c=I+PK+++79-1 ) dove il quartiere Agonia viene ripreso!


                          Detto ciò, gli autori più 'sensibili' alla città dei topi (Casty, De Vita, Faraci e altri) potrebbero collaborare in un fantastico progetto di 'organizzazione' della città/metropoli di Topolinia, delineando in modo più specifico alcune sue parti come alcuni luoghi pubblici. Da far rispettare, nel possibile, a tutti gli autori che si cimentassero in storie di Mickey & C. A cominciare dalle origini, dalla sua storia di città calisotiana sulla costa che, sotto alcuni aspetti, potrebbe e dovrebbe essere stata edificata da coloni anglosassoni arrivati all'estremo West pacifico, magari su avamposti spagnoli precedenti o su villaggi indiani originari. Un fondatore a cui tutti i topolinesi (o topoliniani, come a me piace chiamare gli abitanti) facciano riferimento, come i paperopolesi nei confronti di Cornelius Coot (ricordo che in passato si tratteggiò l'idea se non il personaggio vero e proprio di un fondatore topesco).


                          Penso che un'occasione persa sia stata la serie di "C'era una volta... in America", con la sua epopea del west e dello stanziamento della famiglia di Topolino in città. Nemmeno lì si fa il minimo cenno ad un fondatore, ed era una saga storica. Detto questo, penso che il paragone con Barks sia improbo: dobbiamo considerare che l'uomo dei paperi si mosse sempre in uno spazio bianco, attraverso un lavoro pluridecennale. Era lui l'autorità e, soprattutto, quello che creava funzionava a livello di spunti (per altri autori e altre avventure) e a livello commerciale. Il continuo successo lo rendeva automaticamente l'autore di riferimento per tratteggiare quello che era un contesto in evoluzione. Casty (o chi per lui) si troverebbe a dover affrontare un lavoro a tavolino su un piano che non è più agli inizi.
                          « Ultima modifica: Mercoledì 5 Ott 2016, 02:20:19 da AzureBlue »
                          Ahimè! Così finisce una grande missione di cultura e di civiltà!

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                            Re: La Topolinia "Gottfredsoniana"
                            Risposta #27: Mercoledì 5 Ott 2016, 10:46:44
                            Questo è un ragionamento alquanto fallato. La Paperopoli 'codificata' di cui parli è diventata così perché uno bravo come Barks aveva spazio libero.
                            Che lo stesso non sia successo con Topolinia non è colpa del fatto che ci sia 'spazio libero' (quello è imprescindibile). Al più dell'incapacità degli autori che hanno lavorato col topo, o al fatto che nom avessero interesse ad andare in quella direzione.
                            E' esattamente quello che ho scritto all'inizio del post lungo. Lo 'spazio libero' naturalmente esistente nel mondo dei paperi (a livello di 'costruzione' di una città) è stato ben riempito da Barks mentre nel mondo dei topi ciò non è accaduto (sempre a livello di luoghi e di città - argomento di cui parliamo - e non certo di personaggi e di situazioni, in cui Gottfredson eccelle quanto Barks).
                            La codificazione di cui scrivevo in termini anche di 'relatività' (nel senso che a tutt'oggi anche a Paperopoli si possono sempre inventare cose nuove) era inerente al presente rispetto al passato.   


                            Su questo sono costretto a darti torto, Cornelius, ricordo almeno una storia (questa-> https://coa.inducks.org/story.php?c=I+PK+++79-1 ) dove il quartiere Agonia viene ripreso!
                            Felicissimo di aver torto: andrò a leggermi la storia in questione con grande curiosità (sperando di avere l'AppGrade) :)


                            « Ultima modifica: Mercoledì 5 Ott 2016, 11:06:58 da leo_63 »

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                              Re: La Topolinia "Gottfredsoniana"
                              Risposta #28: Sabato 8 Ott 2016, 18:41:55
                              E' scritto da Beccatini e Boschi in uno dei volumi de Gli Anni d'Oro di Topolino che ospitava storie con questi cartelli segnaletici di punti cardinali collegati alla posizione della Hometown gottfredsoniana. Purtroppo non ricordo esattamente il numero del volume.
                              Quando avrai voglia (tu o chiunque altro possegga la collana) potresti recuperare l'articolo? Mi sembra interessante.

                              Comunque mi viene in mente che nel bandito pipistrello, ci si riferisce ai "parenti dall'est" dello zio Mortimer. Anche se può essere che chi parla non sapesse con precisione da dove venissero

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                                Re: La Topolinia "Gottfredsoniana"
                                Risposta #29: Mercoledì 14 Set 2022, 22:07:17
                                E' vero che l'hanno sviluppata nel corso degli anni 30 e 40, trasformando una piccola cittadina di campagna in una considerevole città metropolitana
                                Personalmente non sposo l'interpretazione che vuole Topolinia lo stesso paesello degli inizi. Significherebbe che nel giro di pochi anni, se non addirittura mesi, un villaggio fosse diventato magicamente una città.
                                Lo accetterei se si trattasse di un fumetto sconclusionato/demenziale, ma lo spirito non è quello.

                                Io inizialmente la pensavo così: prima i personaggi principali vivono in campagna e poi si trasferiscono. Ma ripensandoci, anche questo ora mi non mi convince: non ci sarebbe nulla di strano se uno lo facesse, ma che tutti agiscano così nello stesso momento e senza che la cosa venga mai accennata, mi suona forzato.
                                Tuttavia, tale ipotesi può essere vera almeno per Minni, dal momento che in principio viveva con i genitori e in seguito da sola.

                                Sono infine pervenuto a una terza ipotesi: il piccolo borgo delle origini si trova a poca distanza da Topolinia, la quale, espandendosi, provoca un'urbanizzazione dei comuni confinanti. D'altronde le città odierne hanno un agglomerato urbano molto sviluppato, talvolta maggiore del centro attorno a cui si è sviluppato.

                                La città di Gottfredson è anonima
                                Nelle storie di Gottfredson Topolinia è eccome caratterizzata (soprattutto quando in coppia con De Maris). Affermare il contrario significa conoscere poco l'autore (o perlomeno, significa non conoscere i suoi fumetti ambientati lì e non in località in giro per il mondo).
                                « Ultima modifica: Mercoledì 14 Set 2022, 22:11:15 da Maximilian »

                                 

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