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Basta effetti speciali! Vogliamo storie classiche!

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Doctor Einmug
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PolliceSu   (1)

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PolliceSu   (1)
    Re: Basta effetti speciali! Vogliamo storie classiche!
    Risposta #30: Lunedì 20 Feb 2017, 10:56:43
    ... ecco, se faccio una classifica di sgradimento delle parole inglesi utilizzate inutilmente, magazine è sicuramente sul podio!
    Rivista, periodico, settimanale, giornalino, giornaletto, pubblicazione... quanti modi ci sono per dirlo in italiano?
    Ebdomadario ;D
    Approvo in toto sia l'intervento di Dippy Dawg che quello di  ML-IHJCM [smiley=thumbup.gif]
    W la Disney e Dumas!
    EFFEGGI

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    Gancio
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    PolliceSu   (13)
      Re: Basta effetti speciali! Vogliamo storie classiche!
      Risposta #31: Lunedì 20 Feb 2017, 12:01:04
      Topic interessante che m'era sfuggito...

      Ho letto con curiosità il post iniziale che, per quanto si presenta un (bel) po' esagerato nei toni, a mio avviso veicola anche utili spunti di dibattito. Principalmente le tematiche che tratta @ Masoberto sono due: contenuti delle storie ed uso del linguaggio.

      Sul primo aspetto non mi trovo particolarmente d'accordo, se non nel limitato ambito del rigetto che provo per le storie "tecnologiche" fine a se stesse, vale a dire quelle che enfatizzano elementi di tecnologica modernità senza che ciò sia prettamemente funzionale alla vicenda, risolvendosi di fatto in sterili elogi (o prese d'atto) di un presente sempre più "digitale" e meno umano (riprova ne è il fatto che questa stessa discussione si stia sviluppando fra persone che in buona parte neppure si conoscono ed interagiscono davanti ad un monitor).
      Fatta questa premessa, le storie che si producono oggigiorno non mi sembrano cosi evidentemente sbilanciate verso lo scimmiottamento ai "filmacci ollivudiani", anzi trovo che leggendo assiduamente il settimanale si possa ritrovare un'ampia gamma di inedite, con una certa tendenza alla "marvelizzazione" (questo va detto), ma senza che ciò pregiudichi la possibilità di leggere anche storie diverse e più tradizionali, e qui è d'uopo un'altra considerazione: va bene invocare le sane avventure di una volta, però è anche vero che ogni qual volta ci si ritrova davanti una storia con una impostazione del genere, questa viene (quasi) sempre appellata quale "classica", "tradizionale", addirittura "già vista" e via dicendo; questo perchè l'invocato filone "di una volta" è stato parecchio spremuto nei decenni, dunque delle due l'una: o si innova o si rischia di scrivere storie che sanno di già visto, è difficile sfuggire a questa alternativa.
      Altro aspetto che critico è quello dei "riferimenti all'attualità": a me pare che sempre le storie di Topolino abbiano sempre avuto tali rimandi, non ci trovo nulla di strano o di innovativo; forse cambiano i riferimenti perchè si evolve l'attualità cui riferirsi, ma il meccanismo generale non ha subito chissà quali stravolgimenti.

      L'altro aspetto trattato nel primo post - e sul quale mi trovo molto più d'accordo - è quello relativo al buon uso della nostra lingua. Si invoca "un buon italiano, colloquiale, ricco e puro" e non trovo nulla di strano in ciò, in fondo Topolino è sempre stato un punto di riferimento per i giovani, ed è consapevolezza (o patrimonio) comune che molti lettori cresciuti fra gli anni '60 ed i '90 abbiano ampliato notevolmente il proprio vocabolario proprio grazie alla lettura del settimanale, apprendendo anche termini meno comuni, espressioni particolari, un vero e proprio "gusto" per il nostro idioma. Al tempo stesso, Topolino è sempre stato un riferimento anche dal punto di vista della correttezza grammaticale, quasi un'integrazione rispetto alle nozioni scolastiche, di sicuro un buon terreno di riscontro ed esercizio delle stesse.
      Tuttavia, non si può negare che tutto ciò stia lentamente e parzialmente venendo meno.
      Innanzitutto l'imbarbarimento del linguaggio, sempre più infarcito da termini anglofoni: mi si perdoni la fissazione (o anche no, se non si condivide il mio pensiero) ma, come ho recentemente scritto in un altro post, trovo veramente avvilente e sconfortante questo dilagare di un atteggiamento quasi servile nei confronti dell'odioso imperialismo linguistico anglofono!
      Mi ricollego pertanto all'ottimo post di Gagnor (che condivido praticamente in tutto, oltre che nella forma educata, tranne che per questo specifico punto) per dire che si, è vero che la lingua si contamina ed evolve da sempre, ma bisogna guardare il fenomeno più in profondità: una cosa è l'arricchimento reciproco che deriva ad idiomi diversi dal contatto culturale, un'altra, molto diversa, è l'ottusa e pedissequa importazione di termini inutili da una lingua ad un'altra, cosa che appare ancor più grave quando si riflette sulla pochezza e la modestia del vocabolario della lingua "importata".
      Fuor di metafora, trovo insopportabile il dilagante utilizzo di termini anglofoni quando il nostro idioma presenta una ricchezza e varietà di espressioni che gli anglofoni possono solo sognarsi! Noi che possiamo fregiarci della possibilità di esprimere un concetto con più vocaboli differenti preferiamo utilizzare termini stranieri che, il più delle volte, hanno più significati proprio per sopperire alla modestia del loro vocabolario... che assurdità! il tutto, ovviamente, con l'ovvia eccezione dei termini che descrivono oggetti nati un quel contesto culturale: in altre parole, non mi sognerei mai di spingere l'autarchia linguistica sino al livello di tradurre "computer" con "elaboratore elettronico" (per carità!), ma c'è davvero bisogno di dire "flyer" piuttosto che "volantino"?
      Il tutto poi perchè? Spesso solo per moda, perchè ci si sente più moderni ed al passo con i tempi, ma in realtà ciò accade solo per una radicata e (sempre più) diffusa ignoranza che, nella difficoltà di individuare termini italiani idonei e confacenti, si rifugia nella facilità di un termine straniero che si presume di maggior comprensibilità. E' l'ennesimo frutto avvelenato della globalizzazione selvaggia, che impone dall'alto modelli sociali e culturali che si propongono di uniformare la società riducendone la ricchezza culturale (e linguistica, per quel che riguarda l'argomento in esame).
      Infine, sul discorso della correttezza gramamticale, non taccio su certe "dimenticanze" che ultimamente affliggono certi numeri del settimanale, sempre ben evidenziate anche in queste apgine dagli utenti più attenti: una volta non accadevano (o comunque con molta minor frequenza); ora, non so se attribuirli a superficialità nella correzione delle bozze o a qualcos'altro che mi sfugge, fatto sta che se, come ritengo, vi sono soggetti pagati appositamente per svolgere questo compito di revisione, beh che stiano più attenti, quantomeno come i loro colleghi che li han preceduti nei decenni addietro.
      « Ultima modifica: Lunedì 20 Feb 2017, 12:21:11 da Angelo85 »
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      bunny777
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        Re: Basta effetti speciali! Vogliamo storie classiche!
        Risposta #32: Lunedì 20 Feb 2017, 12:59:23
        Mi si impone di quotare sanguinosamente gli interventi di Dippy Dawg e Gancio circa l'uso impoverito che viene oggi fatto a destra e a manca del nostro invece ricchissimo italiano, e Topolino purtroppo non fa eccezione.
        Proprio perchè si tratta di un settimanale di enorme diffusione, letto anche da giovani e giovanissimi, ha una responsabilità non trascurabile sulla formazione dei ragazzi. Non pretendo che si sostituisca alla scuola (che ha già le sue brave difficoltà), ma mi piacerebbe che le si affiancasse senza cadere nella tentazione della facile ed approssimativa parlata quotidiana, anzi semmai contribuendo ad arricchirla.
        Mentre scrivo, e considerando le finalità didattiche che talvolta la rivista si propone di perseguire, mi viene in mente che si potrebbe dedicare un ciclo di storie proprio ai mutamenti della nostra lingua causati dalle contaminazioni linguistiche e da Internet, spiegando ai lettori - nelle consuiete modalità leggere naturalmente - da dove proviene l'italiano, le lingue similari e le influenze che subisce oggi, nel contempo confrontando termini e sigle importati ed oggi abituali (es. 'privacy') con i corrispondenti italiani ('riservatezza' o persino 'privatezza'). E ciò magari ricordando anche qualche nome importante (Alberto Manzi, Tullio De Mauro).
        A mio modesto modo di vedere (o anche IMHO, giusto per restare in tema), ne verrebbe fuori qualcosa di pienamente compatibile con lo spirito narrativo e lieve delle storie del settimanale, unendovi quel po' di cultura linguistica che tutto sommato rappresenta proprio il mezzo con cui comunica.
        Lancio l'amo.


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        【Mirko】
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          Re: Basta effetti speciali! Vogliamo storie classiche!
          Risposta #33: Lunedì 20 Feb 2017, 15:02:36
          @bunny777
          Io invece preferisco che il Topolino rimanga un fumetto e non diventi un libro scolastico

          Per essere più chiaro, voglio che rimanga com'è.
          In questi 15 anni di Topolino, il Topo mi ha molto aiutato nella conoscenza della lingua italiana, ma senza esagerare.
          Aumentare questa sua velata funzione didattica rovinerebbe e snaturerebbe il suo essere fumetto, e poi, senza offesa, i ragazzi di oggi sono molto più svegli di quelli di qualche anno fa (Topdetops docet), e quindi non serve tutto questo aggiornamento didattico.

          Parlando in generale, è ormai chiaro che il Topolino non sia più così classico come una volta, ma se il mondo va avanti lo deve per forza di cose fare anche il Topo, rimanere ancorato al passato farebbe felice qualcuno, ma in generale allontanerebbe le nuove generazioni, con conseguenze disastrose che nessun appassionato vorrebbe mai vedere
          « Ultima modifica: Lunedì 20 Feb 2017, 15:04:53 da Mirko_PK »

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          Cornelius
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            Re: Basta effetti speciali! Vogliamo storie classiche!
            Risposta #34: Lunedì 20 Feb 2017, 15:29:27
            Io invece preferisco che il Topolino rimanga un fumetto e non diventi un libro scolastico. Per essere più chiaro, voglio che rimanga com'è.
            In questi 15 anni di Topolino, il Topo mi ha molto aiutato nella conoscenza della lingua italiana, ma senza esagerare.
            Aumentare questa sua velata funzione didattica rovinerebbe e snaturerebbe il suo essere fumetto
            Non si è mai detto che fra i redazionali ci debbano essere lezioni di grammatica o di Italiano in senso stretto, scolastico. Utilizzare la lingua in maniera articolata e brillante (come facevano Martina, Cimino, Scarpa...) non significa rendere la lettura più pesante e meno fruibile ma, al contrario, più accattivante e divertente. Mi sembra che negli ultimi anni gli attuali sceneggiatori abbiano ripreso questa caratteristica dei loro predecessori, dopo un intervallo corrispondente al direttorio Muci nel quale, in generale, sia le tematiche che i testi erano regrediti ad un livello più semplice.
            « Ultima modifica: Lunedì 20 Feb 2017, 15:30:05 da leo_63 »

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              Risposta #35: Lunedì 20 Feb 2017, 15:33:57
              Io invece preferisco che il Topolino rimanga un fumetto e non diventi un libro scolastico
              ...
              Aumentare questa sua velata funzione didattica rovinerebbe e snaturerebbe il suo essere fumetto, e poi, senza offesa, i ragazzi di oggi sono molto più svegli di quelli di qualche anno fa (Topdetops docet), e quindi non serve tutto questo aggiornamento didattico.
              Un libro finalizzato all'istruzione è insostituibile, come scrivevo sopra, e non ci sono 'topi' che tengano.
              Non dubito che i ragazzi di oggi siano più svegli (vuoi per interazioni sociali, vuoi per DNA trasmesso, visto che l'uomo è in continua evoluzione), ma 'svegli' non significa 'colti'. E devo purtroppo aggiungere che parliamo di cultura minima. Ti sarà capitato di leggere su Facebook o in qualsiasi altro luogo di Internet 'hai' (verbo) al posto di 'ai' preposizione, il che mi pare un errore fin troppo comune e di gravità direttamente proporzionale alla presunta svegliatezza dei ragazzi che lo commettono. E ultimamente sembra che non sia circoscritto neanche più tanto ai ragazzi, estendendosi anche a professionisti come taluni giornalisti. Un tempo si diceva di imparare leggendo i giornali, ora suggerisco mediamente di starne alla larga.

              ma in generale allontanerebbe le nuove generazioni, con conseguenze disastrose che nessun appassionato vorrebbe mai vedere
              Le conseguenze disastrose che non dovremmo voler vedere sono quelle che, come sopra, già si verificano, ma non le attribuisco certo al Topo, solo non vorrei mai che ne fosse complice.


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                Re: Basta effetti speciali! Vogliamo storie classiche!
                Risposta #36: Lunedì 20 Feb 2017, 15:49:02
                Non si è mai detto che fra i redazionali ci debbano essere lezioni di grammatica o di Italiano in senso stretto, scolastico. Utilizzare la lingua in maniera articolata e brillante (come facevano Martina, Cimino, Scarpa...) non significa rendere la lettura più pesante e meno fruibile ma, al contrario, più accattivante e divertente. Mi sembra che negli ultimi anni gli attuali sceneggiatori abbiano ripreso questa caratteristica dei loro predecessori, dopo un intervallo corrispondente al direttorio Muci nel quale, in generale, sia le tematiche che i testi erano regrediti ad un livello più semplice.

                Ed infatti va benissimo così, non voglio che ci siano ulteriori modifiche ;)

                Un libro finalizzato all'istruzione è insostituibile, come scrivevo sopra, e non ci sono 'topi' che tengano.
                Non dubito che i ragazzi di oggi siano più svegli (vuoi per interazioni sociali, vuoi per DNA trasmesso, visto che l'uomo è in continua evoluzione), ma 'svegli' non significa 'colti'. E devo purtroppo aggiungere che parliamo di cultura minima. Ti sarà capitato di leggere su Facebook o in qualsiasi altro luogo di Internet 'hai' (verbo) al posto di 'ai' preposizione, il che mi pare un errore fin troppo comune e di gravità direttamente proporzionale alla presunta svegliatezza dei ragazzi che lo commettono. E ultimamente sembra che non sia circoscritto neanche più tanto ai ragazzi, estendendosi anche a professionisti come taluni giornalisti. Un tempo si diceva di imparare leggendo i giornali, ora suggerisco mediamente di starne alla larga.

                Hai fatto bene a sottolineare la differenza, sul fatto che i ragazzi d'oggi non siano colti hai pienamente ragione, forse proprio perché leggono sempre meno e stanno tutti i giorni sui social invece di farsi una bella lettura.
                Il Topo deve riuscire ad attirarli senza annoiarli, ed è per questo che deve modernizzarsi, anche se ciò non farà felice la vecchia guardia.
                « Ultima modifica: Lunedì 20 Feb 2017, 15:58:16 da Mirko_PK »

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                Gancio
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                  Re: Basta effetti speciali! Vogliamo storie classiche!
                  Risposta #37: Lunedì 20 Feb 2017, 16:00:31
                  I ragazzini di oggi sono degli ignorantoni (in media e con le debite eccezioni, naturalmente) che apprendono il linguaggio da faccialibro, non vedo come l'idea, avanzata da bunny, di un ciclo di storie dedicato ai mutamenti della nostra lingua possa far più danni di storie sanremesi col vippume paperizzato... :P
                  Tritumbani fritti!

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                    Re: Basta effetti speciali! Vogliamo storie classiche!
                    Risposta #38: Lunedì 20 Feb 2017, 16:04:32
                    I ragazzini di oggi sono degli ignorantoni (in media e con le debite eccezioni, naturalmente) che apprendono il linguaggio da faccialibro, non vedo come l'idea, avanzata da bunny, di un ciclo di storie dedicato ai mutamenti della nostra lingua possa far più danni di storie sanremesi col vippume paperizzato...

                    Beh, con questo paragone non posso che inchinarmi [smiley=other_worship.gif]
                    Hai vinto ;D

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                      Re: Basta effetti speciali! Vogliamo storie classiche!
                      Risposta #39: Lunedì 20 Feb 2017, 16:27:08
                      Dico brevemente la mia sull'utilizzo dell'inglese sul settimanale.
                      E' inevitabile, oltre naturale e - ancor di più, importante. Ricordo quando qualche anno fa (almeno una quindicina, andando a memoria) su Topolino pubblicarono delle storie in doppia lingua, una pagina in italiano e subito dopo la stessa ma in inglese.
                      Il mutamento di una lingua, la sua contaminazione da altre culture, è un processo che esiste da sempre e sempre esisterà. Le finalità didattiche di cui parlava Bunny comprendono anche questo, voler ignorare questi fatti (in favore del latino poi, non capisco perché) sarebbe come negare non dico il progresso, ma il presente stesso.

                      Citazione
                      Mentre scrivo, e considerando le finalità didattiche che talvolta la rivista si propone di perseguire, mi viene in mente che si potrebbe dedicare un ciclo di storie proprio ai mutamenti della nostra lingua causati dalle contaminazioni linguistiche e da Internet, spiegando ai lettori - nelle consuiete modalità leggere naturalmente - da dove proviene l'italiano, le lingue similari e le influenze che subisce oggi, nel contempo confrontando termini e sigle importati ed oggi abituali (es. 'privacy') con i corrispondenti italiani ('riservatezza' o persino 'privatezza'). E ciò magari ricordando anche qualche nome importante (Alberto Manzi, Tullio De Mauro).
                      Applausi! Qualcuno invii quest'idea alla redazione, dopo il ciclo di storie sull'arte e quelle scientifiche, sarebbe la ciliegina sulla torta.
                      « Ultima modifica: Lunedì 20 Feb 2017, 16:30:09 da Alonzo »

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                        Risposta #40: Lunedì 20 Feb 2017, 17:08:30
                        Dico brevemente la mia sull'utilizzo dell'inglese sul settimanale.
                        E' inevitabile, oltre naturale e - ancor di più, importante.
                        ...
                        Il mutamento di una lingua, la sua contaminazione da altre culture, è un processo che esiste da sempre e sempre esisterà. Le finalità didattiche di cui parlava Bunny comprendono anche questo, voler ignorare questi fatti (in favore del latino poi, non capisco perché) sarebbe come negare non dico il progresso, ma il presente stesso.
                        [smiley=facepalm.gif]
                        [size=8](non ci sono parole...)[/size]
                        « Ultima modifica: Lunedì 20 Feb 2017, 17:10:21 da Angelo85 »
                        Tritumbani fritti!

                          Re: Basta effetti speciali! Vogliamo storie classiche!
                          Risposta #41: Lunedì 20 Feb 2017, 17:10:32
                          [smiley=facepalm.gif]
                          [size=8](non ci sono parole...)[/size]

                          Ho detto qualcosa di sbagliato?

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                            Re: Basta effetti speciali! Vogliamo storie classiche!
                            Risposta #42: Lunedì 20 Feb 2017, 17:28:18
                            Ho detto qualcosa di sbagliato?
                            No, di sbagliato nulla perchè siamo nel campo delle opinioni personali (e non credo si possa giudicare sbagliato l'altrui pensiero); di opinabile direi, invece, praticamente tutto, quantomeno in relazione al mio modo di vedere le cose naturalmente.

                            Capisco (ed apprezzo) l'idea della doppia pubblicazione, conservo dei volumi di Barks con questa tecnica e li trovo molto interessanti, ma il resto del tuo discorso sembra non cogliere la differenza tra un (fisiologico) arricchimento di un linguaggio con termini ad esso estranei e il suo imbarbarimento mediante la sostituzione di termini già esistenti con altri del tutto equivalenti, anzi anche meno evocativi, ma appartenenti ad un idioma differente solo perchè considerato di moda.
                            La logica conclusione di questo discorso sarebbe abbandonare completamente l'italiano ed esprimersi in inglese.
                            Credimi, preferirei il latino piuttosto!  :P e ancora  :P
                            Tritumbani fritti!

                            *

                            Vincenzo
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                            PolliceSu   (1)
                              Re: Basta effetti speciali! Vogliamo storie classiche!
                              Risposta #43: Lunedì 20 Feb 2017, 17:35:30
                              Alonzo, ma perché una lingua ricchissima e semplicemente magnifica come quella italiana dovrebbe farsi contaminare da quella inglese che, parliamoci chiaro, è semplicemente ridicola? Non ne ha bisogno. Inglese e italiano non hanno niente in comune e devono restare separati.
                              Personalmente non mi va di diventare servo di quella "cultura" anglofona da quattro soldi...
                              Sono totalmente d'accordo con Gancio.
                              If you can dream it, you can do it.

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                                Re: Basta effetti speciali! Vogliamo storie classiche!
                                Risposta #44: Lunedì 20 Feb 2017, 18:24:57
                                Bè, le lingue non sono statue di marmo, ma organismi che si modificano continuamente. Se non fossero sensibili all'adozione di forestierismi, neologismi, semplificazioni eccetera pareremmo latino. Del resto gli stessi vocabolari si arricchiscono di decine di nuovi termini ogni anno.
                                Casomai, può essere una scelta editoriale schierarsi a favore di un linguaggio non "contaminato". Che poi quello che noi definiamo "italiano tradizionale" è a sua volta un italiano molto contaminato rispetto a quello di altri decenni prima, e così. In fondo nessuno si stupisce se diamo "computer" al posto di "computatore"o "calcolatore". Difendere a tutti i costi l'italiano è un po' un'ideologia, basti pensare a quando è successo l'ultima volta...
                                Per certi versi, invece, è bello leggere sul Topolino neologismi e anglicismi affiancati a parole desuete ed erudite.

                                PS La funzione didattica della rivista deve restare celata e secondaria. Un bassotto che si riferisce a Paperone apostrofandolo "arpagone" può spingere il lettore a cercare il significato o a chiedere spiegazioni ai genitori.
                                Se invece ci fosse una didascalia con la spiegazione di ogni termine difficile o desueto, suddetto lettore chiuderebbe il Topolino e lo butterebbe - senza nemmeno troppi torti - dalla finestra. Insomma, nessun ragazzino cerca la lezioncina, per quello ci sono i libri di scuola. Per cui dico solo: andiamo avanti così, che è andata benissimo.

                                 

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