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Valentina De Poli (e la sua direzione)

0 Utenti e 2 Visitatori stanno visualizzando questo topic.

    Re:Valentina De Poli (e la sua direzione)
    Risposta #180: Martedì 5 Giu 2018, 17:58:40
    A me non sembra che sul Topo oggi ci siano inserti dedicati alla politica e all'economia, le storie facciano riferimento agli ultimi casi di cronaca nera e in omaggio ci sia un buono sconto sulle protesi dentarie. Se fossi un bambino credo che non sentirei il bisogno di un "ringiovanimento" della mia rivista, io da piccolo (non molti anni fa) andavo matto per le storie ricche di mistero e suspance e gli oggetti da costruire settimana dopo settimana. Se ciò effettivamente serve per aumentare il bacino d'utenza va bene, purché la qualità del prodotto non scenda.

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    Andrea87
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      Re:Valentina De Poli (e la sua direzione)
      Risposta #181: Martedì 5 Giu 2018, 18:08:27
      purché la qualità del prodotto non scenda

      è già scesa
      Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

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      prdqp
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        Re:Valentina De Poli (e la sua direzione)
        Risposta #182: Martedì 5 Giu 2018, 18:42:42
        Bè, tra il core target e gli adulti c'è un bel pezzo di lettori potenziale dai 12 anni in su. Sono tanti, ma il problema è che con l'adolescenza smettono di seguire il Topo proprio perché cercano qualcosa di più "da grandi"...

        Vi dirò, io ho sempre pensato che per fare qualcosa che piaccia ai bambini serva farlo "da grandi, ma accessibile", cosa in cui i grandi Disney italiani sono sempre stati maestri.

        A me, come altri che hanno scritto, anche in età infantile piacevano le storie ricche di suspence e i redazionali "seri" sullo sport o sulla natura.
        Sarà che ero un bambino precoce, ma cose accondiscendenti come l'orrendo Bruce mi avrebbero disgustato anche a otto anni (quando pretendevo di stare alzato per vedere Star Trek con il capitano Picard).

        Nell'industria dei videogiochi, almeno vent'anni fa, si diceva che i diciott'anni erano la golden age, ossia i prodotti andavano progettati per i diciottenni: il dodicenne li comprerà perchè vuole essere diciottenne, e il venticinquenne pure perchè gli mancano i diciott'anni.

        E' un consiglio che forse (con le debite proporzioni sull'età) andrebbe ascoltato anche da chi dirige fumetti...
        « Ultima modifica: Martedì 5 Giu 2018, 18:45:36 da prdqp »

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          Re:Valentina De Poli (e la sua direzione)
          Risposta #183: Martedì 5 Giu 2018, 21:54:05
          E dunque scopriamo che un redattore ha il potere di chiudere una testata. Il bar sport è una bella cosa però forse dovreste essere un po' più rispettosi delle persone e del lavoro che queste fanno (se volete rispetto in cambio, s'intende).
          Altrimenti continuiamo pure con le fregnacce, state andando benissimo.

          Caro Francesco, io apprezzo grandemente che gli autori frequentino il forum anche e soprattutto per la difficoltà di un rapporto niente affatto paritario che questo comporta.
          Essere Michael Jackson in mezzo a un mucchio di fan di Michael Jackson con la giacchina di Thriller e i guantini non dev'essere facile in generale.

          Posso immaginare l'irritazione che, in più, sorge nel sentire speculazioni di terza mano su storie vissute in prima persona da noi o da persone a noi care.

          Ma diciamocelo: al bar si sta tutti a inventare teorie fantasiose, dare del cornuto all'arbitro e dell'incompetente all'allenatore.
          Non è certo un grave crimine, anche se è chiaro che qualora l'allenatore facesse il suo ingresso a sorpresa non sapremmo difendere le nostre posizioni.

          Forse, per l'allenatore che voglia farsi una birra in pace in mezzo ai comuni mortali, è destino inevitabile doversi mordere la lingua e imprecare in silenzio più spesso che no.
          « Ultima modifica: Martedì 5 Giu 2018, 21:57:45 da prdqp »

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            Re: Valentina De Poli
            Risposta #184: Martedì 5 Giu 2018, 22:22:08
            Esattamente quello che ho sempre pensato e ho scritto qui sul forum, quando si parlava di politicamente corretto, morale, funziona educativa e quant'altro, con un Topolino che secondo alcuni dovrebbe restare rigidamente dentro certi paletti ed essere sempre "educativo" e quindi essere parecchio limitato nell'inventiva, anche a costo di risultare pedante, odiosamente didascalico, appiattito, vuoto, quasi fosse un manuale scolastico.

            E invece come giustamente scrive la De Poli, la prima funzione del fumetto deve essere quella di svago e intrattenimento, senza dover lasciare a tutti i costi un importante messaggio sociale o una lezione di vita.
            Per quelli ci sono famiglia, scuole, istituzioni varie.

            Eppure le massime vette del fumetto Disney hanno sempre saputo dare elementi educativi, declinati in termini di cultura generale, di messaggi ovvero di meri spunti di riflessione su questioni morali, senza mai scadere nel più becero edutainment (quella cosa brutta che non diverte e non "impara" ma serve a vendere audiovisivi alle mamme premurose).

            Rappresentanti della prima categoria sono gli adattamenti di Dante e Molière da Martina in poi, tutte le storie di ambientazione storica con una vetta nella collana C'era Una Volta in America.
            Queste, con le dovute proporzioni, hanno saputo dare a un bambino sveglio delle notizie storico-letterarie non scontate, stimolando una ricerca personale o magari una conversazione con un fratello o genitore, ovviamente senza mai sottrarre nulla al piacere del racconto.

            Quanto alla seconda categoria, le Giovani Marmotte di Penna mi sembrano un argomento convincentissimo, ma più sottili spunti si trovano anche, ad esempio, nelle differenti motivazioni che guidano Paperone, Paperone e Rockerduck in una storia ciminiana a piacere.

            Scarpa, poi, non si è vergognato di fornire spunti di riflessione forse ingenui ma importanti su cosa vogliono dire i muri, le dittature e quant'altro nelle Paperolimpiadi o in "Ciao Minnotchka", oppure  l'emarginazione, il pregiudizio e la diversità ne L'Arista Vagabondo o L'Uomo di Ula Ula, il cui Signor Bunz non è troppo diverso da quelle persone afflitte da autismo con eccezionali capacità matematiche.

            Non sarebbe a mio parere troppo eretico dire che questi sono tutti connotati propri del grande Topolino.
            « Ultima modifica: Mercoledì 6 Giu 2018, 08:19:55 da prdqp »

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              Re:Valentina De Poli (e la sua direzione)
              Risposta #185: Martedì 5 Giu 2018, 22:45:07
              [...]

              Quoto quello che hai detto. Non parlo da ultraventenne ma da chi è stato anche lui, in fondo nemmeno tanto tempo fa, bambino in pieno target.
              C'erano, nonostante mi sia avvicinato al Topolino in epoca Muci, storie comunque complicate, complesse. Molte le apprezzavo, così come apprezzavo quelle semplici e lineari che magari oggi non mi entusiasmerebbero più di tanto. Poi c'erano alcune storie più complesse che, semplicemente, non capivo, non al 100%. Eppure era bello anche quel senso di incompletezza che riesce a farti adoperare l'immaginazione. Magari non capivo bene il senso della storia, ne travisavo alcuni passaggi, ma è stato anche così che ho imparato ad amare follemente questo giornalino al punto da leggerlo ininterrottamente da più di un decennio.
              Poi qualche anno fa ho provato a fr avvicinare i miei cugini al Topo. Non ci sono riuscito, mea culpa. Ma gli ho comunque fatto apprezzare un po' di storie. Generalmente, però, avendo avuto a che fare con loro che sono in pieno target, ho notato che semplicemente Topolino non gli interessa. Tendenzialmente i bambini di oggi crescono velocemente, vogliono stimoli diversi, e non amano ciò che è smaccatamente per bambini. Fate caso, per esempio, alla musica. Non c'entra nulla, ma oggi a quale bambino piace la musica da zecchino d'oro o le sigle dei cartoni animati? Nessuno, o quasi. Loro ascoltano cantanti e generi che sono "per adulti, nel senso che non sono destinati a un pubblico di età prefissata.
              Pare strano da dire, ma ai bambini non piacciono più di tanto le cose per bambini. Un po' per una questione di immagine. Se in prima media ti presenti con un Topolino in cartella hai il rischio che ti massacrino vita natural durante. È assurdo, ma vale per tantissime cose. Paradossalmente i bambini smettono di essere tali prestissimo e finiscono per stigmatizzare ciò che - ai loro occhi - è per bambini. Io ho ricominciato a leggere serenamente Paperinik nei corridoi dell'università tra una lezione e l'altra, per dire.
              Poi, in secondo luogo, i pargoli d'oggi sono più alla ricerca di cose che sembrino "adulte". Ma in fondo valeva anche per noi. È molto più probabile che un bambino ti chieda di andare a vedere, per dire, l'ultimo Star Wars piuttosto che il nuovo cartone della Disney.
              Tutta questa filippica per dire cosa? Che da fuori è difficile dire cosa piaccia veramente ai bambini. Bisognerebbe assumere il loro punto di vista per cercare di capire come pensano e cosa piace loro. Ovviamente parlo per le mie esperienze dirette, sicuramente se scelte della redazioni saranno suffragate da accurati studi di settori rivolti al target. Almeno spero.

              PS Con Topolino sono cresciuto, e, credo, sia stato anche lui a farmi crescere bene. Tante delle cose che so le so grazie a questo "giornalismo", così come mi sono avvicinato a tante problematiche e generi narrativi con storie di topi e paperi. Anche problematiche piuttosto spinose come bullismo, povertà, violenza familiare e disabilità. Non sono rimasto traumatizzato, anzi. Ma ho capito molte cose su quei temi. Cosa intendo? Che non serve creare nessuna campana di vetro per proteggere i virgulti dal mondo esterno, bensì aiutarli nel percorso dal mondo ideale a quello reale in maniera garbata, simpatica e piacevole come Topolino ha sempre fatto. È un compito durissimo, ma Topolino l'ha sempre fatto, ed è un grande merito che gli va riconosciuto. Per questo temo sempre che si perdano queste peculiarità intrinseche del Topo quando si parla di abbassamento di target e annessi e connessi.
              « Ultima modifica: Martedì 5 Giu 2018, 22:52:09 da MiTo »

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                Risposta #186: Martedì 5 Giu 2018, 23:44:26
                Tendenzialmente i bambini di oggi crescono velocemente, vogliono stimoli diversi, e non amano ciò che è smaccatamente per bambini. Fate caso, per esempio, alla musica. Non c'entra nulla, ma oggi a quale bambino piace la musica da zecchino d'oro o le sigle dei cartoni animati? Nessuno, o quasi. Loro ascoltano cantanti e generi che sono "per adulti, nel senso che non sono destinati a un pubblico di età prefissata.
                Pare strano da dire, ma ai bambini non piacciono più di tanto le cose per bambini. Un po' per una questione di immagine. Se in prima media ti presenti con un Topolino in cartella hai il rischio che ti massacrino vita natural durante. È assurdo, ma vale per tantissime cose. Paradossalmente i bambini smettono di essere tali prestissimo e finiscono per stigmatizzare ciò che - ai loro occhi - è per bambini. Io ho ricominciato a leggere serenamente Paperinik nei corridoi dell'università tra una lezione e l'altra, per dire.
                Poi, in secondo luogo, i pargoli d'oggi sono più alla ricerca di cose che sembrino "adulte". Ma in fondo valeva anche per noi. È molto più probabile che un bambino ti chieda di andare a vedere, per dire, l'ultimo Star Wars piuttosto che il nuovo cartone della Disney.
                Tutta questa filippica per dire cosa? Che da fuori è difficile dire cosa piaccia veramente ai bambini. Bisognerebbe assumere il loro punto di vista per cercare di capire come pensano e cosa piace loro. Ovviamente parlo per le mie esperienze dirette, sicuramente se scelte della redazioni saranno suffragate da accurati studi di settori rivolti al target. Almeno spero.

                Ti dirò, non so se è una cosa dei bambini di oggi, che pure sospetto essere antropologicamente diversi dai bambini di ieri.
                Raramente i bambini (anche quelli di ieri) amano la fuffa accondiscendente, e spessissimo vogliono "sentirsi" grandi.
                Figuriamoci che l'aveva già capito l'ardito Renato Ricci fondatore dell'Opera Nazionale Balilla, che pretese una riproduzione fedelissima del Moschetto Mod. 91.

                Come dicevo sopra, con i dovuti limiti e proporzioni, "se vuoi accontentare il dodicenne, fai il prodotto per il diciottenne".
                O, detto altrimenti, fai il prodotto che potrebbe piacere a Bart Simpson: accessibile alla sua limitata cultura, attenzione e maturità, ma fico, badass in inglese.

                Mi viene in mente un calzante esempio per bambini-bambini che ha avuto tantissimo successo negli scorsi decenni, ovverosia i cartoni di Batman di Bruce Timm, serie così fortunata che Disney aveva voluto contrapporvi Gargoyles.

                Nera fin dai fondali disegnati a gessi colorati su carta nera, con la colonna sonora di Danny Elfman, un ambientazione retrò, armi vere -  rarissime ai tempi! - e tematiche spesso "seriose" ai limiti di quello che si può mostrare in un cartone per ragazzi (povertà, criminalità, malattia mentale, relazioni la cui natura è intuibilmente sessuale e financo perversioni...).

                Trovatemi qualcuno che abbia avuto tra i sette e i dodici anni all'epoca della sua trasmissione e non l'abbia amata follemente (e non abbia voluto il pupazzetto di Batman o il modellino della splendida Batmobile).
                « Ultima modifica: Martedì 5 Giu 2018, 23:57:44 da prdqp »

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                  Re:Valentina De Poli (e la sua direzione)
                  Risposta #187: Mercoledì 6 Giu 2018, 10:38:44
                  io quello che non sopporto del Topo di oggi è la quantità immane di pubblicazioni, non per il numero in sè ma perchè come diceva un vecchio detto "il troppo stroppia". Avere tante testate comporta non curarle come dovrebbero, di conseguenza alcune calano nelle vendite, quindi per mandarle avanti cala ulteriormente la qualità e infine chiudono (i migliori anni). Altre cambiano, nomi, tematiche, poi ritornano come prima, altre si mettono i bastoni fra le ruote tra di loro (tesori).
                  Trovo anche molte storie di una pochezza disarmante, ma questo è un discorso a parte perchè magari quando avevo 10 anni le avrei trovate più interessanti e se il target sono i bambini l'indice da tenere sotto controllo per vedere se le storie piacciono è il venduto, il resto sono discorsi che porta via il vento.
                  Però mi piacerebbe sapere dai diretti interessati cosa decidono loro e cosa no di quello che ho scritto sopra.

                   

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