Topolino è tutto e il contrario di tutto (so cosa vi aspettate da me, ma non metterò la frase "quindi è ottut"
).
È il suo bello di personaggio iperpoliedrico ed adattabile ad ogni situazione.
È il suo bello perché Toplino può essere, se necessario, preso in giro al pari di Paperino, e con Pippo causaguai potrebbe vivere pure avventure dove è il contraltare di Paperino nel rapporto con Paperoga.
Può essere massacrato dalla vergogna come nel
Topokolossal, salva l'a-quel-punto-ancor-più-comica "redenzione" finale.
Può aprirsi ai dubbi nell'avventura quando le cose si fanno davvero troppo difficili per uno spirito sì avventuroso, ma non addestrato specificamente per una missione, e penso al
Passaggio al Tor Korgat (Gagnor/Cavazzano).
Ed in tutte queste storie Topolino è l'eroe, ma non necessariamente un perfettino, anche se, in quanto eroe, deve avere quella scintilla in più che gli fa vivere la storia: è la regola del gioco, ed è quello che vogliamo. Ma ciò, ribadisco, non vuol dire averlo perfettino.
Però, nel genere di storie che più lo ha caratterizzato, Topolino
deve essere perfettino ed un po' sotuttoio, per forza di cose: è il detective che deve risolvere il giallo deduttivo stile Poirot, Miss Marple, Colombo ecc ecc. Si citava Colombo come detective "imperfetto", ma per me è un errore: Colombo è imperfetto fuori dal lavoro, ma nelle deduzioni è, per forza di cose, un asso infallibile. È la regola del giallo deduttivo: il detective deve scoprire con logica e secondo indizi, non ci si scampa.
E così è Topolino: imperfetto, ma con una marcia in più dovuta al ruolo di essere eroe, nella vita privata, quando va a fare la spesa con Minni ed è ridotto a portapacchetti pressato nella calca del supermercato, sfigatissimo quando ad un passo dal tesoro una tigre gli mangia il fiore magico che avrebbe dovuto ritrovare dopo mille emozioni (
Topolino e il fiore magico, di Martina - De Vita M., dove Martina stesso mette alla berlina il Topo), preso in giro dalle didascalie come vittima predestinata nella castiana
Rivolta.
Ma al contempo è perfetto, e deve esserlo perché è la regola del gioco, quando deve agire da detective deduttivo: è lui che
deve scoprire il colpevole, perché è così, perché è lui il Colombo / Poirot / Miss Marple / Shinichi Kudo / Sherlock Holmes / Ellery Queen della situazione e deve venirne a capo.
Sono le due facce dello stesso personaggio: da un lato c'è l'uomo della strada che non disdegna l'avventura, e dall'altro c'è l'infallibile detective che è infallibile perché detective deputato alla soluzione del caso.
E c'è una storia simbolo di questo:
Topolino ed il fiume del tempo (
http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+2243-1&search=fiume%20tempo%20%20topolino), di Artibani-Faraci / Mastantuono. Confrontate i tre quarti di storia ed il finale: sino a tre quarti, Topolino è un tornado di situazioni divertenti, comiche, ridicole, nelle quali si butta a pesce, per la risata del lettore alla quale egli si presta, e nel finale diventa infallibile detective non appena si accorge che c'è un mistero da risolvere.
Topolino perfettino nasce solo dal suo ruolo di investigatore, cucitogli addosso sin dai tempi di Gottfredson e poi sviluppato un po' da tutti gli autori successivi.
La vera "colpa" degli autori è stato l'avere "scordato", o forse usato troppo poco, il lato giocoso ed avventuroso di Topolino a scapito di quello meramente investigativo, quando lo splendore del personaggio è dovuto al preciso bilanciamento degli stessi.
Per quasi quindici anni, peraltro, il Topo detective non s'è più visto sul settimanale, fino al recupero castiano dell'
Ingannevole gemello, e la sua mancanza si è sentita assai.
Fortunatamente non solo si è recuperato l'investigatore di recente, per la gioia di chi adora il giallo (cfr il
Caso Parallax sempre di Casty, disegni di Perina), ma lo si sa alternare saggiamente col Toolino più comico o con quello avventuroso, consentendo a noi lettori di godere di tutte le sfaccettature del personaggio.
E di questo ringraziamo Valentina De Poli.