Ognuno esprime a suo modo una caratteristica di Topolino che in effetti, se venisse persa, snaturererebbe il personaggio: e’ come se il detective perfetto ed il cittadino modello ed integerrimo Topolino fossero impermeabili a tutte le vicende comiche e disavventure allegre che eventualmente gli capitano, la sua totale e sovrumana positività di fondo non deve esserne scalfita, come accade a Paperino che si dà anima e corpo ad ogni avventura, vivendola anche con le debolezze – sue come di ogni essere umano - bella o brutta che sia.
Le caratteristiche di Topolino sono del resto comuni, come più volte si è detto, a molti eroi positivi del fumetto e traggono spunto anche dalla letteratura gialla : se leggiamo Agatha Christie ridiamo per certe abitudini e caratteristiche caratteriali simpaticamente strane di Poirot, nonché per situazioni divertenti in cui si viene a trovare. Però è netta l’impressione che tutto ciò sia solo un contorno che non va ad incidere neppure per frazione millesimale sul totale rigore ed irreprensibilità del personaggio.
Anche qui si è rilevato spesso : se un tale personaggio perdesse pure questa simpatia di contorno la sua insopportabilità sarebbe parimenti totale; oppure diventerebbe suo malgrado comico.
Agatha Christie è una delle autrici più lette di tutti i tempi, quindi è comprensibile anche l’ampio apprezzamento di Topolino che certamente è più malleabile di un Poirot. Entro certi termini di rigore ed irreprensibilità, tuttavia, quelli stessi che gli permettono di rimanere quello che è anche in storie non poliziesche, quelli stessi che Paperino valica, travalica, travolge, distrugge e ricostruisce mille volte. Il destino ha voluto che rimanessero uniti sotto l’ala disneyana : evidentemente, con caratteri ed universi così diversi, da immemorabile tempo sui fumetti le loro compartecipazioni sono praticamente formalità d’obbligo una tantum, carine ma secondo me sempre abbastanza insulse – in ogni caso non valorizzanti le peculiarità di ognuno.
Ancora procedono paralleli l’uno accanto all’altro, uniti ma disgiunti, e certo sarebbe peccato mortale uccidere questa tradizione, ma con tutto quanto detto è perfettamente spiegabile perché ciascuno sia portato a preferire l’uno o l’altro, con una chiara netta, schiacciante maggioranza per l’adorabile, insostituibile Paperino. Talmente ricco di personalità che su di lui, attorno a lui, ha potuto nascere un universo paperopolese vulcanico, scoppiettante, straordinario ed altrettanto amato.