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Da dove viene "Topolino perfettino"?

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Maximilian
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    Re: Da dove viene "Topolino perfettino"?
    Risposta #75: Domenica 9 Ott 2016, 13:59:47
    Sono consapevole di essere portatore di un punto di vista anomalo e proprio per questo vi dico la mia, sperando di dare origine a qualche spunto di discussione.

    soprattutto la prevedibilità  quindi logorio, noia (finiscono sempre con la vittoria di Topolino) laddove quelle dei paperi sono un vulcano di varietà (possono in una miriade di possibili varianti finire dal bene al male per tutti o qualcuno o qualcun’altro dei protagonisti)
    Ecco, qui secondo me più che storie di paperi o topi il distinguo è tra storie serie o comiche.

    Nelle vicende in cui c'è una minaccia vera (la maggioranza di queste sono relative a Topolinia), è ovvio che sarà sventata. Una storia non può finire con un omicidio, con la conquista del mondo da parte di qualche aspirante dittatore o con la distruzione di una nazione. Il cattivo può non essere sconfitto del tutto (magari riuscirà a scappare e a non finire in prigione) ma sicuramente non porterà a termine il suo progetto. Questo succede anche nelle storie dei paperi in realtà (si veda il filone della pia) ma poichè esse sono prevalentemente comiche, non ce ne accorgiamo.

    In queste ultime, per esempio abbiamo Paperino e Gastone che litigano per Paperina: sinceramente, MA CHISSENEFREGA DI CHI DUE 2 L'AVRA' VINTA!
    Oppure nelle sfide tra Paperone e Rockerduck, cosa cambia se è uno o l'altro a vincere o perdere qualche milione, che per loro sono spiccioli?

    Di conseguenza la vera discriminante è il tono che si da alle storie: io preferisco quelle serie, quindi ben vengano le meno buffonesche vicende topolinesi.

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      Re: Da dove viene "Topolino perfettino"?
      Risposta #76: Domenica 9 Ott 2016, 15:58:26
      In realtà, a quanto mi hanno proposto finora i GCD, così ad impressione ho in mente un quadro più variegato. Ma credo dipenda dalle letture fatte. Tu segnali ad esempio volumi tematici dei Classici, mentre io ho come fonte pressoché unica i GCD dal 2005 in poi. Entrambe le selezioni non possono essere "statisticamente perfette". :)
      Concordo sul peso delle letture fatte. Ma credo che la differenza non dipenda tanto dalla qualita' delle storie nelle selezioni su cui ci siamo reciprocamente formati, quanto dal fatto che i GCD su cui ti basi raccolgono materiale da tutto l'universo disneyano, mentre i CD letti da me erano rigorosamente solo topolinesi. Subirsi una dopo l'altra una serie di indagini di Topolino non particolarmente eccellenti e troppo simili tra loro porta facilmente alla saturazione (d'altra parte, un effetto simile poteva aversi anche coi paperi, nonostante tendenzialmente avessero maggiore varieta': per dare un esempio, mi viene in mente questo). Nei GCD, il singolo giallo topolinesco risulta piu' facilmente godibile grazie al differenziarsi come tematica dalle storie che gli sono accanto.

      Negli interventi precedenti, tu ed altri vi siete spesso accaniti contro il cattivo utilizzo del personaggio Topolino negli anni '80. Sono stati il periodo in cui ho potuto meglio seguire il settimanale e frugando nella memoria non riesco a trovare tracce cosi' significative di questo cattivo utilizzo. Ovviamente, potrei essere influenzato da un effetto nostalgia (anche perche' ovviamente le storie rimaste piu' impresse generalmente sono le migliori); ma resto poco convinto. Del Topolino di quegli anni, ricordo l'introduzione di nuove tematiche ed ambientazioni (tanto per dire, nasce il ciclo della Macchina del Tempo e l'introduzione di Zapotec prima e di Indiana Pipps poi da' a Topolino nuovi campi di azione), vari interessanti tentativi di presentare il personaggio sotto aspetti insoliti (si veda questo farfallone), vari gialli di buona fattura, le storie a strisce di Scarpa ...
      Insomma, resto convinto che il Topolino peggiore (quello davvero alla base dell'antipatia) risalga a decenni precedenti.


      ...
      E chissenefrega se Gambadilegno o Macchianera riusciranno a farla franca dopo aver rubato qualche gioiello!

      Le storie dei paperi possono essere serie quanto quelle topesche. Tanto per restare sulle vicende recenti, ti sei mai reso conto che Double Duck o PK si sono piu' volte trovati a salvare il mondo o ad avere a che fare con nemici piu' che disposti all'omicidio?
      (Per tacere il fatto che restare sulle storie recenti e' una pessima idea in una discussione del genere, visto che i rapporti di qualita' media tra storie paperopolesi e topolinesi si sono invertiti rispetto a qualche decennio fa. Per quanto capisco, l'intervento di Paperotto il mozzo da cui sei partito si basa sul fatto che nelle vicende degli anni da lui prediletti le storie topolinesi erano fin troppo spesso gialli di scarsa varieta'.)
      « Ultima modifica: Lunedì 10 Ott 2016, 04:35:00 da ML-IHJCM »

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        Re: Da dove viene "Topolino perfettino"?
        Risposta #77: Lunedì 10 Ott 2016, 00:30:15
        "Gentilini mi chiese di elaborare una versione "superman" di Topolino, magari un "Topolinik". Io dissi di no per Topolino perché è un personaggio noioso, direi persino antipatico, scontato. Suggerii così di fare "Paperinik", identità segreta dello sfortunato Paperino, certo più simpatico e umano di Topolino."

        Parola del Professore, e se guardiamo la data di nascita di PK, pare che, almeno per lui il personaggio avesse già alcuni dei problemi evidenziati nella discussione
        Ahimè! Così finisce una grande missione di cultura e di civiltà!

          Re: Da dove viene "Topolino perfettino"?
          Risposta #78: Lunedì 10 Ott 2016, 00:31:56
          Lui è uno dei colpevoli. Il suo Topolino era "noioso, persino antipatico, scontato". Cioè, sono d'accordo con lui. Capisco che preferisse lavorare con Paperino. Martina ne capiva di fumetti.
          « Ultima modifica: Lunedì 10 Ott 2016, 00:33:09 da Monkey_Feyerabend »

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            Re: Da dove viene "Topolino perfettino"?
            Risposta #79: Lunedì 10 Ott 2016, 17:23:30
            Beh, ma Topolino non aveva alcun bisogno di diventare supereroe, ci credo che Martina abbia scelto Paperino.
            If you can dream it, you can do it.

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              Re: Da dove viene "Topolino perfettino"?
              Risposta #80: Lunedì 10 Ott 2016, 18:08:42
              Beh, ma Topolino non aveva alcun bisogno di diventare supereroe, ci credo che Martina abbia scelto Paperino.

              Paperinik è un antieroe, nella concezione originale martiniana
              Ahimè! Così finisce una grande missione di cultura e di civiltà!

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                Re: Da dove viene "Topolino perfettino"?
                Risposta #81: Lunedì 10 Ott 2016, 18:22:34
                "Gentilini mi chiese di elaborare una versione "superman" di Topolino, magari un "Topolinik". Io dissi di no per Topolino perché è un personaggio noioso, direi persino antipatico, scontato.
                Martina lo fece, qualche anno piu' tardi. E ne risulto', imho, una delle caratterizzazioni piu' antipatiche di Topolino.
                Spoiler: mostra
                Topolino riceve i superpoteri soltanto perche' deve affrontare due criminali da strapazzo, con nulla che li renda piu' temibili di quelli che sconfigge coi mezzi ordinari.
                Dare un vantaggio a chi gia' vince sempre e' un'efficiente ricetta per rendere sgradevole un personaggio.

                Detto questo, non sono affatto sicuro che il Topolino martiniano sia in genere cosi' antipatico. Di solito, nel peggiore dei casi mi lascia neutro e non ho problemi a simpatizzare per lui (e forse persino, in qualche misura, empatizzare con lui) quando affronta i criminali.
                Anche nel rapporto con Pippo: e' vero che il Pippo di Martina risulta molto piu' interessante del suo Topolino, ma Pippo non e' uno di noi, mentre e' Topolino a fornire il punto di vista del normale essere umano con cui il lettore si puo' identificare e che permette di apprezzare in pieno, per contrasto, la singolarita' pippesca.

                Se devo pensare a storie in cui Topolino mi risulta antipatico, mi viene subito in mente questo esempio. Il ricordo che la storia in questione mi ha lasciato e' che si voglia forzare il lettore ad ammirare Topolino, con un trattamento del tutto incudinoso [traduzione mia: se avete un termine italiano piu' adatto, saro' felice di apprenderlo].
                Puo' stupire che il mio esempio venga da Scarpa, certamente uno dei piu' grandi nell'usare Topolino. Ma Scarpa e' un autore molto "ideologico", nel senso che spesso commette l'errore di insistere troppo apertamente su qualche "morale" della storia; ed il farci ammirare Topolino e' una di questa "morali": cosa che puo' portare l'autore, per dire, a far fare la figura del fesso a chi fesso non e'. (Che Topolino sia piu' in gamba di Gancio, ci sta; e che Topolino aiuti l'amico in difficolta' anche, ci mancherebbe; ma l'imbarazzo di Gancio il Dritto in quella storia mi e' sempre sembrato poco credibile per uno cosi' capace: si ricordi che Topolino e' plausibile come uomo comune che riesce a cavarsela se coinvolto in situazioni difficili, mentre Gancio e' un avventuriero piu' o meno di professione, che affronta imbroglioni e criminali con la massima disinvoltura).

                Similmente, un altro autore che a volte riesce a rendermi Topolino antipatico per un trattamento troppo scopertamente ed artificialmente rivolto a farmi parteggiare per lui e' Casty, nelle storie in cui fa si' che quasi all'improvviso e senza una  buona ragione tutti si mostrino piu' o meno ostili all'eroe (guarda caso, e' una tecnica mutuata da Scarpa, a quanto posso giudicare). Ricordo che succede in molte delle avventure con Topesio, e crederei anche in quelle con Doppioscherzo (dovrei rileggere le storie per esserne sicuro; ma sospetto sia il principale motivo per cui il ciclo di Doppioscherzo mi ha sempre lasciato freddo). Nelle storie topesiane, abbiamo spesso questa situazione in cui l'opinione di quasi tutti si rivolge contro Topolino, in un modo che trovo implausibile visto che molti sono amici o conoscenti di vecchia data, ed anche il generico topolinese della strada dovrebbe avere una base di fiducia in qualcuno col passato del nostro. Il clima generale di queste storie non e' sufficentemente buffonesco per spiegare un repentino cambio di atteggiamento come conseguenza della generale stupidita' degli umani e di conseguenza leggendo sento di trovarmi di fronte ad un artificio che vorrebbe suscitare la mia empatia per Topolino, ma che risulta troppo scoperto e grossolano per essere efficace.
                Per concludere (dato che ormai mi sto togliendo qualche sassolino dalle scarpe), ci sono momenti in cui Casty riesce a rendermi Topolino davvero odioso: non nelle storie (il suo mestiere lo sa fare, come autore lo ammiro, credo di aver apprezzato la maggior parte della sua produzione e mi ha piu' volte deliziato), ma nelle interviste, in cui mostra il personaggio in una luce del tutto incompatibile con la mia esperienza, dichiarando che e' comunemente guardato con antipatia (cosa che personalmente non facevo mai prima di leggere queste interviste - e come avrei potuto, con tutto quello che devo a questo, "amor ch'ancor non m'abbandona"?) e negletto e bisognoso di riscatto (vero forse decenni fa, ma falsissimo da molti anni: sappiamo tutti quante ottime storie lo abbiano visto protagonista negli ultimi lustri).

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                  Re: Da dove viene "Topolino perfettino"?
                  Risposta #82: Lunedì 10 Ott 2016, 20:28:48

                  Detto questo, non sono affatto sicuro che il Topolino martiniano sia in genere cosi' antipatico. Di solito, nel peggiore dei casi mi lascia neutro e non ho problemi a simpatizzare per lui (e forse persino, in qualche misura, empatizzare con lui) quando affronta i criminali.
                  Anche nel rapporto con Pippo: e' vero che il Pippo di Martina risulta molto piu' interessante del suo Topolino, ma Pippo non e' uno di noi, mentre e' Topolino a fornire il punto di vista del normale essere umano con cui il lettore si puo' identificare e che permette di apprezzare in pieno, per contrasto, la singolarita' pippesca.


                  Esattamente! Anche Martina utilizza (necessariamente) come personaggio integralmente positivo: sempre positivo e razionale, incorruttibile, ammirato da tutti e avversato solo dai nemici che sono lombrosianamente caratterizzati. Personalmente considero molto più interessante ed approfondita la caratterizzazione negativa dei personaggi dei Paperi effettuata dal Professore piuttosto che quelli dei Topi, che risulta chiaramente più piatta: i personaggi sono nettamente separati e non ci sono chiaroscuri. La sua ordinarietà serve a far risaltare anche la straordinarietà di Pippo, e su questo sono perfettamente d'accordo con te; le storie di Fanton non convincono perchè tutto e tutti sono stravaganti e fuori controllo, e "dove tutti sono speciali nessuno lo è".

                  Se devo pensare a storie in cui Topolino mi risulta antipatico, mi viene subito in mente questo esempio. Il ricordo che la storia in questione mi ha lasciato e' che si voglia forzare il lettore ad ammirare Topolino, con un trattamento del tutto incudinoso [traduzione mia: se avete un termine italiano piu' adatto, saro' felice di apprenderlo].
                  Puo' stupire che il mio esempio venga da Scarpa, certamente uno dei piu' grandi nell'usare Topolino. Ma Scarpa e' un autore molto "ideologico", nel senso che spesso commette l'errore di insistere troppo apertamente su qualche "morale" della storia; ed il farci ammirare Topolino e' una di questa "morali": cosa che puo' portare l'autore, per dire, a far fare la figura del fesso a chi fesso non e'.

                  L'esatto contrario dell'utilizzo di Martina: se lui lo usava come "middle class man", motore della storia ma anche filtro normalizzante del tutto (e destinato, di riflesso, ad ingrandire le dimensioni dell'avventura), Scarpa ne fa una piena apologia dello stesso. Se per Martina la dimensione del "buono a tutto tondo" è sì utile ma anche noiosa, per Scarpa è quasi perfetta, favolistica. Topolino è buono, astuto, munifico (perdona sempre), un passo avanti a tutto, senza ironia di sorta. Forse proprio Scarpa, nel suo uso "perbenista" del topo piccolo borghese ha contribuito a renderlo "perfettino e noioso", nonostante le grandi avventure fattegli vivere.
                  Ahimè! Così finisce una grande missione di cultura e di civiltà!

                    Re: Da dove viene "Topolino perfettino"?
                    Risposta #83: Lunedì 10 Ott 2016, 21:50:47
                    Provate a cercare con google 'topolino antipatico'  e  troverete una fiumana di pareri concordi.
                    In particolare dal blog Retronika Salvatore Giordano, un appassionato di fumetti che, in particolare, sta facendo un ammirevole lavoro di diffusione delle storie di Braccio di Ferro dagli anni sessanta agli ottanta, ammette di essere 'sfacciatamente di parte' nel preferire Paperino.
                    Ovviamente concordo e riporto un mio intervento a quella discussione a cui prese parte anche Andrea87. Come sempre preciso che i personaggi di cui parlo li considero dagli anni sessanta agli ottanta perche' poi non li conosco.

                    ............
                     Consideriamo che da una parte c'e' Topolino in quanto immagine simbolica storica del mondo Disney nella sua interezza : essendo arrivato per primo, essendo titolare da tempo immemorabile della pubblicazione italiana più nota ed amata, evidentemente è amato per questo (anche da me) a prescindere dalla sua antipatia nelle storie. Inotre io per primo noto che la maschera del suo personaggio impersonato in stile Disneyland, per via delle fattezze che maggiormente si prestano alla riuscita, oltre a portare il simpolo di cui si diceva, è più bello di quello di Paperino. Ciò non toglie che mentre il pupazzone vivente accattiva maggior simpatia il personaggio nelle storie è antipatico, così come per tradizione la testata Topolino non ha cambiato nome nemmeno da quando meritatamente ha dedicato ben più spazio ai paperi. Paperino è schietto e sincero, inconfondibile, lo stesso dal suo primo apparire; mentre per Topolino si passa da fase a fase tenacemente aggrappati alla volontà di salvare la faccia al personaggio per via della sua importanza storica e simbolica. Su questo posso essere d'accordo ma tutti questi cambiamenti nel suo carattere non fanno altro che confermarne, in definitiva, le debolezze come personaggio. Infatti nel tripudio del successo dei paperi da fine anni cinquanta agli anni ottanta Topolino è marcito nel suo stereotipo odioso del perfetto detective, e mentre Paperopoli sfornava personaggi esaltanti fantasmagorici come Archimede, i Bassotti, Amelia, Brigitta, Rockerduck eccetera, la stessa Minnie mostrava un carattere meno riuscito di Miss Paperett o di Edi ! In definitiva è la maggior veracità, vicinanza al mondo reale, che ci fa sentire i paperi amici vicini e ben conosciuti e distanti da Topolino. Amico dei ricchi e buoni e nemico dei poveri e cattivi, in un fastidioso reiterarsi di ammuffiti stereotipi borghesi. 
                    'Specchio magico, specchio rotondo, sono il piu' stupido di tutto il mondo?'
                    'No Paperotto, tu sei intelligente come tanta altra gente'

                    *

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                      Re: Da dove viene "Topolino perfettino"?
                      Risposta #84: Lunedì 10 Ott 2016, 22:06:28
                      Per concludere (dato che ormai mi sto togliendo qualche sassolino dalle scarpe), ci sono momenti in cui Casty riesce a rendermi Topolino davvero odioso: non nelle storie (il suo mestiere lo sa fare, come autore lo ammiro, credo di aver apprezzato la maggior parte della sua produzione e mi ha piu' volte deliziato), ma nelle interviste, in cui mostra il personaggio in una luce del tutto incompatibile con la mia esperienza, dichiarando che e' comunemente guardato con antipatia (cosa che personalmente non facevo mai prima di leggere queste interviste - e come avrei potuto, con tutto quello che devo a questo, "amor ch'ancor non m'abbandona"?) e negletto e bisognoso di riscatto (vero forse decenni fa, ma falsissimo da molti anni: sappiamo tutti quante ottime storie lo abbiano visto protagonista negli ultimi lustri).

                      Ora non per difendere Casty (proprio io, muaahhahh!), però per ragioni anagrafiche mi sa che lui è cresciuto leggendo fumetto Disney in un periodo in cui il topo aveva tutti i difetti cui si parla in questo topic. Mi pare che abbia anche dichiarato in un'intervista d'aver letto le storie di Gottfredson da adulto, ma potrei sbagliarmi (magari si riferiva solo a quelle degli anni '30, mi pare fosse un'intervista su Tutto Questo Accadrà Ieri). Insomma, forse quella sensazione di "Topolino personaggio usato male" gli sarà rimasta addosso, anche se quando ha iniziato a lavorarci lui il rattoide era già in riscatto da qualche anno (Mezzavilla-Faraci-Ziche-etc...). Poi quando nelle interviste dice che il topo è bistrattato, è possibile che si riferisca ai lettori. E come al solito vi ricordo che voi appassionati di fumetto disney siete un campione ben poco rappresentativo della massa critica dei fruitori di fumetto disney.

                      Casty comunque mi pare sia dipendente dall'opera di Scarpa (in termini di concezione del personaggio e della sua epopea, di messa in scena e di disegno) più di quanto Van Horn, Rosa, Jippes e Milton messi insieme lo siano da Barks.
                      « Ultima modifica: Lunedì 10 Ott 2016, 22:13:54 da Monkey_Feyerabend »

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                        Re: Da dove viene "Topolino perfettino"?
                        Risposta #85: Lunedì 10 Ott 2016, 23:25:57
                        L'esatto contrario dell'utilizzo di Martina: se lui lo usava come "middle class man", motore della storia ma anche filtro normalizzante del tutto (e destinato, di riflesso, ad ingrandire le dimensioni dell'avventura), Scarpa ne fa una piena apologia dello stesso. Se per Martina la dimensione del "buono a tutto tondo" è sì utile ma anche noiosa, per Scarpa è quasi perfetta, favolistica. Topolino è buono, astuto, munifico (perdona sempre), un passo avanti a tutto, senza ironia di sorta. Forse proprio Scarpa, nel suo uso "perbenista" del topo piccolo borghese ha contribuito a renderlo "perfettino e noioso", nonostante le grandi avventure fattegli vivere.
                        Mi hai fatto riflettere. Ultimamente ho visto in tv la pubblicità del remake dell'anime Yattaman. Per chi non se lo ricordasse:


                        Particolarità di questo anime era la simpatia che ispirava il trio di cattivi, veri motori della serie con le loro buffonate e sfortune fantozziane. Il gruppo dei buoni invece ispirava indifferenza o vera e propria antipatia, in quanto erano perfetti e messi in questa luce dagli autori: mai un cedimento morale (non al Male, ma anche solo a qualche vizio!), mai una sfortuna, mai un'arrabbiatura, dei perenni perfettini sorridenti e vincenti per mandato aziendale. Ricordano qualcuno?

                        In Yattaman l'effetto credo fosse voluto, ma se invece in Topolino sia stata proprio la totale luce positiva di cui lo investiva Scarpa a rendere Topolino antipatico?

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                          Re: Da dove viene "Topolino perfettino"?
                          Risposta #86: Martedì 11 Ott 2016, 11:17:35
                          Martina lo fece, qualche anno piu' tardi. E ne risulto', imho, una delle caratterizzazioni piu' antipatiche di Topolino.
                          Spoiler: mostra
                          Topolino riceve i superpoteri soltanto perche' deve affrontare due criminali da strapazzo, con nulla che li renda piu' temibili di quelli che sconfigge coi mezzi ordinari.
                          Dare un vantaggio a chi gia' vince sempre e' un'efficiente ricetta per rendere sgradevole un personaggio.

                          Detto questo, non sono affatto sicuro che il Topolino martiniano sia in genere cosi' antipatico. Di solito, nel peggiore dei casi mi lascia neutro e non ho problemi a simpatizzare per lui (e forse persino, in qualche misura, empatizzare con lui) quando affronta i criminali.
                          Anche nel rapporto con Pippo: e' vero che il Pippo di Martina risulta molto piu' interessante del suo Topolino, ma Pippo non e' uno di noi, mentre e' Topolino a fornire il punto di vista del normale essere umano con cui il lettore si puo' identificare e che permette di apprezzare in pieno, per contrasto, la singolarita' pippesca.

                          Se devo pensare a storie in cui Topolino mi risulta antipatico, mi viene subito in mente questo esempio. Il ricordo che la storia in questione mi ha lasciato e' che si voglia forzare il lettore ad ammirare Topolino, con un trattamento del tutto incudinoso [traduzione mia: se avete un termine italiano piu' adatto, saro' felice di apprenderlo].
                          Puo' stupire che il mio esempio venga da Scarpa, certamente uno dei piu' grandi nell'usare Topolino. Ma Scarpa e' un autore molto "ideologico", nel senso che spesso commette l'errore di insistere troppo apertamente su qualche "morale" della storia; ed il farci ammirare Topolino e' una di questa "morali": cosa che puo' portare l'autore, per dire, a far fare la figura del fesso a chi fesso non e'. (Che Topolino sia piu' in gamba di Gancio, ci sta; e che Topolino aiuti l'amico in difficolta' anche, ci mancherebbe; ma l'imbarazzo di Gancio il Dritto in quella storia mi e' sempre sembrato poco credibile per uno cosi' capace: si ricordi che Topolino e' plausibile come uomo comune che riesce a cavarsela se coinvolto in situazioni difficili, mentre Gancio e' un avventuriero piu' o meno di professione, che affronta imbroglioni e criminali con la massima disinvoltura).

                          Similmente, un altro autore che a volte riesce a rendermi Topolino antipatico per un trattamento troppo scopertamente ed artificialmente rivolto a farmi parteggiare per lui e' Casty, nelle storie in cui fa si' che quasi all'improvviso e senza una  buona ragione tutti si mostrino piu' o meno ostili all'eroe (guarda caso, e' una tecnica mutuata da Scarpa, a quanto posso giudicare). Ricordo che succede in molte delle avventure con Topesio, e crederei anche in quelle con Doppioscherzo (dovrei rileggere le storie per esserne sicuro; ma sospetto sia il principale motivo per cui il ciclo di Doppioscherzo mi ha sempre lasciato freddo). Nelle storie topesiane, abbiamo spesso questa situazione in cui l'opinione di quasi tutti si rivolge contro Topolino, in un modo che trovo implausibile visto che molti sono amici o conoscenti di vecchia data, ed anche il generico topolinese della strada dovrebbe avere una base di fiducia in qualcuno col passato del nostro. Il clima generale di queste storie non e' sufficentemente buffonesco per spiegare un repentino cambio di atteggiamento come conseguenza della generale stupidita' degli umani e di conseguenza leggendo sento di trovarmi di fronte ad un artificio che vorrebbe suscitare la mia empatia per Topolino, ma che risulta troppo scoperto e grossolano per essere efficace.

                          Non avrei creduto che altri avessero queste stesse mie sensazioni, e non posso che sottolineare con forza.
                          Il ferro d'oro è una storia di cui non si sentiva assolutamente la necessità (disegni a parte; sì, è vero, non è poco; ma insomma...), e di Topesio mi sarebbero bastate l'Anatema ridanciano e l'Ispettore Bonton. Quanto a Doppioscherzo, invece, credo che le sue apparizioni siano in evoluzione, e anche la maniera in cui mette in ridicolo Topolino subisce un mutamento affascinante fino all'inquietantissima "Neve spazzastoria".

                          Dovevo una risposta anche circa gli anni Ottanta. Premesso che, ovviamente, il mio accanimento era scherzoso, vorrei spiegare brevemente la mia posizione, più che altro per capire se esistano chiavi di lettura alternative con cui cercare di apprezzare quella produzione.
                          Ci sono delle belle storie negli anni Ottanta, scritte ad esempio da Rodolfo Cimino, Massimo Marconi, Bruno Concina, Giorgio Pezzin, Bruno Sarda. Nell'ambito topolinese, come ha detto ML, ci sono aperture che mancavano in passato (Topomouche - carina! - macchina del tempo, etc.). Il problema è che viene a mancare il supporto, cioè la forza del linguaggio. Confrontate Il misterioso beneficio maleficio (ma anche Topolino e l'allucinante "caso" dei furti impossibili) con Il segreto del castello: l'autore è lo stesso, Bruno Concina, ma io respiro due livelli diversi, uno grintoso, ironico, umoristico, l'altro originale per l'idea e scorrevole alla lettura. Uno porta avanti la lettura, l'altro la lascia scorrere.
                          Per il primo modo di scrivere si può persino non avere una vera e propria idea forte. Ha un'idea forte "Paperino e l'eco magica" (Carl Barks)? No. Ha un'idea forte "Zio Paperone e il ricupero… armato" (Rodolfo Cimino)? Non molto. Ma il modo con cui sono portate avanti è teso e studiato dalla prima all'ultima pagina. E potrei dire lo stesso riguardo al Tempo delle mele di Massimo Marconi (non ditemi che c'è un'idea originale di fondo).
                          Il pregio del secondo tipo di storie (fra le quali, a scanso di equivoci, concordo che si trovino ottimi lavori) è che l'autore si è sforzato di mettere in campo delle idee originali e avvincenti con un ottimo controllo della sceneggiatura. "Ottimo controllo" che, come detto, permette una lettura scorrevole, gradevole, ma più raramente avvincente in sé e per sé, come scrittura, ma se mai al traino delle idee di fondo. E, per fare un esempio, l'"idea di fondo" più azzeccata del decennio è probabilmente la Macchina del Tempo.

                          Dove voglio arrivare? Voglio arrivare a dire che, nel momento in cui (vuoi per mancanza di soggetti, vuoi per l'arrivo di tanti sceneggiatori nuovi un po' alle prime armi, vuoi per i cambi della guardia in redazione e in azienda, vuoi per il buco dell'ozono) il confine tra idea forte e idea debole sfuma, arrivano ad essere pubblicate, oltre alle belle storie, sempre più storie povere in tutto e per tutto: per rientrare in topic, gialli dalla trama blanda (Le voci rubate cui accennavo altrove) e serviti da un linguaggio e da una sceneggiatura piana, liscia, ma priva di personalità. Oppure disfide tra Paperino e Gastone che, volendosi concentrare sul contenuto e affidandosi ad una forma collaudata e smussata, perdono ogni attrattiva, essendo incapaci (e vorrei vedere) di trovare uno spunto contenutistico originale.

                          Ecco, direi che la personalità dell'autore, negli anni Ottanta, va trasferendosi dalla forma al contenuto. Transizione forse naturale, anzi apparentemente positiva, eppure secondo me foriera di molti cattivi risultati. E quindi arriviamo all'estremo di storie assolutamente prive di contenuto come Pippo campione di k'ung-fu (Guido Martina) che però mantengono quella vitalità di scrittura originaria e nei casi migliori continuano a far ridere, ed esempi opposti come quelli citati (L'artista vagabondo, per dire, idea ottima e giustamente celebre ma carente sul piano della forza espressiva).
                          Ed ecco che la pianezza, quasi il non avere più voglia di ingannare troppo astutamente il lettore, il giocare scoperto, arrivano a toccare persino Scarpa con Il ferro d'oro, il Mitico ticket, etc. . Ma per fortuna il Maestro tirerà fuori dal cappello Brigaboom.

                          E incredibilmente la forza espressiva, i dialoghi, potevano contribuire a rendere un personaggio, benché magari neutro e passivo, in fondo accettabile. Ecco perché mi annoia molto di più il Topolino di Le voci rubate, o delle storie Anni Ottanta di Giorgio Figus (che pure erano belle), o di Alessandro Sisti con Enigm e non, rispetto a quello del "Fantasma raffreddato" o - storia memorabile - della "Setta di Settembre".


                          Poi che il mio Topolino preferito è quello di Bill Walsh l'ho già detto. :P
                          « Ultima modifica: Mercoledì 12 Ott 2016, 14:03:02 da A.Basettoni »

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                            Re: Da dove viene "Topolino perfettino"?
                            Risposta #87: Martedì 11 Ott 2016, 14:41:40
                            Dovevo una risposta anche circa gli anni Ottanta.
                            Dagli esempi che citi, comincio a capire che i tuoi "anni '80" sono almeno tre lustri (hai citato storie dal 1978 al 1994).  ;D
                            Per me invece vanno dal 1982 al 1990. La differenza tra l'aver letto le storie quando uscivano oppure solo in raccolte di anni successivi.

                            Citazione
                            Il problema è che viene a mancare il supporto, cioè la forza del linguaggio. Confrontate Il misterioso beneficio maleficio (ma anche Topolino e l'allucinante "caso" dei furti impossibili) con Il segreto del castello: l'autore è lo stesso, Bruno Concina, ma io respiro due livelli diversi, uno grintoso, ironico, umoristico, l'altro originale per l'idea e scorrevole alla lettura.
                            Topolino e il segreto del Castello non mi sembra un buon termine di confronto: si', l'idea e' originale (almeno sulla rivista Topolino), ma non riesco a considerarla una storia. Come lettore, ho sempre considerato le storie a bivi come un insulto (a parte la prima volta: come giochino una tantum era anche simpatico, il problema e' il ripeterlo).

                            A parte questo, c'e' un punto che mi sembra importante chiarire se vogliamo comprenderci. Da quanto capisco, a te Il misterioso beneficio maleficio e Topolino e l'allucinante "caso" dei furti impossibili sono piaciute. A me non molto; e temo proprio per le stesse ragioni che te le hanno fatte apprezzare: sceneggiatura, dialoghi, linguaggio, insomma la tecnica con cui la trama viene portata avanti. Senza le storie sottomano, non sono in grado di fare un'analisi piu' precisa: ma sono entrambe storie che (come gran parte della produzione conciniana di quel periodo) mi sono rimaste impresse per quel che percepivo come una sgradevole stranezza di linguaggio (ricordo in particolare il fastidio di fronte all'eccesso di mezze frasi e pensieri interrotti) che, dandomi una generale sensazione di disordine e mancanza di struttura "logica", mi impediva di gustare la vicenda.

                            Qui naturalmente giocano molto i gusti (nonche' elementi ancora piu' imponderabili, come la situazione vissuta dal singolo nel momento in cui legge la storia). Per tornare su qualcosa che mi sembra piu' oggettivo

                            Citazione
                            "Ottimo controllo" che, come detto, permette una lettura scorrevole, gradevole, ma più raramente avvincente in sé e per sé, come scrittura, ma se mai al traino delle idee di fondo. [...]

                            Concordo sull'analisi. Mi fai venire in mente la reazione che ho in genere alle storie di Carlo Panaro degli ultimi anni (e guarda caso, tu citi Topolino e l'artista vagabondo). Il piu' delle volte le trovo ragionevolmente piacevoli, ma prive di sostanza, perche' prive di mordente: piu' che accettabili, senza vere colpe, ma non belle, nel senso che non riescono a prendermi, si leggono per passatempo, ma non per passione e spesso mi lasciano un parziale senso di delusione, a causa di questa generale inconsistenza.

                            Citazione
                            riguardo al Tempo delle mele di Massimo Marconi (non ditemi che c'è un'idea originale di fondo).
                            Sono tentato di dirtelo. Nel panorama di quegli anni, era una storia abbastanza originale. Far innamorare personaggi per natura "single" era un tema meno abusato di oggi e  non ricordo precedenti di amori adolescenziali (o meglio, preadolescenziali) su Topolino. (D'altra parte, in quante delle storie recenti in cui Quo o Tap s'innamorano, il fratellame ha la stessa sana reazione di Qui e Qua nel Tempo delle mele? Ad un certo punto, c'e stata una pesante inversione di rotta, su Topolino, preceduta e motivata - temo - da un mutamento nella societa' circostante.)

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                              Re: Da dove viene "Topolino perfettino"?
                              Risposta #88: Mercoledì 12 Ott 2016, 19:13:37
                              La "scattosità", se ben congegnata, in realtà può essere un punto di forza. Si pensi alle storie di Gottfredson, necessariamente spezzettate, che però godono di un ritmo fulmineo: le continue interruzioni e i cambi di scena vengono innestate su un motore (in questo ambito la sceneggiatura generale insieme ai dialoghi) che gli permette di funzionare.

                              Io, rispetto agli spunti decisamente interessanti promossi da voi mi porrei su una terza posizione: non è la fluidità o la cura lessicale, quanto piuttosto il guizzo necessario del protagonista. Mi spiego: in avventure che sono -necessariamente- incentrate profondamente su Topolino, non è tanto il dialogo, la suspense o i colpi di scena che fa il valore, quanto piuttosto la sua capacità di "esistere". Se rileggete "Topolino e i topi d'albergo" vi renderete conto (questa, almeno, è l'opinione che ne ho tratto io) che tutto si basa sulle reazioni di Topolino, sulle sue battute, sulla sua capacità di inserirsi nella storia. Di non esserne trascinato, dunque, ma nemmeno il deus ex machina, che arriva e risolve tutto in maniera perfetta.

                              PS: proprio ripensando a questa discussione ho apprezzato ancora di più l'ultima tripletta di strisce della storia.
                              Spoiler: mostra
                              Prima Topolino chiede, come ricompensa, la somma recuperata, ovviamente scherzando ma così facendo qualificandosi come personaggio che è capace di interagire con gli altri non solo sulla base della moralità, e infine mima una finta richiesta di matrimonio a Minni, burlandosi anche di lei.
                              Quando mai potremmo rivedere scene del genere su una storie di Scarpa? Un Topolino che addirittura OSA prendersi gioco di qualcuno?
                              Ahimè! Così finisce una grande missione di cultura e di civiltà!

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                                Re: Da dove viene "Topolino perfettino"?
                                Risposta #89: Sabato 15 Ott 2016, 16:14:28
                                D'altra parte, in quante delle storie recenti in cui Quo o Tap s'innamorano, il fratellame ha la stessa sana reazione di Qui e Qua nel Tempo delle mele?
                                Personalmente non ne ricordo nessuna. Probabilmente perchè il genere non mi alletta molto

                                 

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