In realtà la prima squadra paperopolese ad apparire si chiamava
Condor (o
Condors?), avevano la maglia nera con calzoncini rossi (milanisti in redazione?) e apparvero in un racconto disegnato da Capitanio nei primissimissimi anni '60. Paperino vi giocava all'attacco e Paperone era ovviamente il presidente. Se qualcuno voleva sapere da dove veniva l'informazione, ecco detto.
La squadra, con lo stesso nome, ha fatto più volte capolino in altre storie, senza però apparire veramente: magari ne parlava la radio, il giornale eccetera.
Più volte rispuntava fuori una squadra paperopolese, in occasione degli special per i vari Mondiali: ci sono racconti famosi di Scarpa, di Rota eccetera. In quasi tutti questi racconti si parla però di strani marchingegni, di strani trucchi di Amelia e di altri intrallazzi che dovrebbero (in teoria) facilitare le performance di una squadra. In un primo momento va tutto bene, poi al momento del
conquibus (di solito una finale) va tutto a scatafascio perché il meccanismo si guasta, l'intrallazzo va a quel paese eccetera. Diciamo che sono
racconti morali.
In uno, disegnato da Scarpa, Paperone (ancora una volta presidente) accetta di dare la Numero Uno ad Amelia, e in cambio lei trasforma Paperino nel più forte portiere di tutti i tempi, capace di parare tutto-ma-proprio-tutto, persino le legnate di un simil Beckenbauer (a quei tempi uno dei giocatori più noti e più forti al mondo - altro che i
montati di ora). Poi va a finire che Amelia si accorge che il decino è falso e per vendetta trasforma Paperino in una ciofeca epocale, capace di beccare una ventina di gol tutti in un unica partita.
Dagli anni '70 in poi, la squadra di Paperopoli finirà per essere una sorta di caricatura della Nazionale italiana. Rota ce ne disegna una con nomi storpiati (Poff, Paperosi...) e una sorta di pseudo Chinaglia all'attacco, un certo Angelino (!) evidentemente ritardato mentale (il
politically correct non esisteva, allora) ma forte come un toro e che segnava gol a grappoli. Entrò in squadra al posto di un tizio con i baffetti (Mazzola?). Anche qui Paperino era in squadra, e la maglia era... indovinate un po'? Azzurra.
Fin qui tutto bene.
Poi però le storie si sono spinte ben oltre, e la sospensione dell'incredulità è andata a farsi un po' friggere: Paperopoli bloccata per i derby con Ocopoli, stadi strapieni, tutti o allo stadio o con le radioline o alla TV... non capita più nemmeno da noi, figuriamoci negli USA, dove volevano persino cambiare il regolamento per impedire i pareggi e gli 0-0 in particolare, abolendo il fuorigioco, consentire espulsioni a tempo, sostituzioni a gioco attivo, rigori in movimento,
corner corti come nell'hockey eccetera, il tutto per attirare il pubblico americano abituato a certe formule.
Ultimamente però siamo finiti nel comico involontario, con la squadra preferita dei paperi che diventa proprio la Nazionale italiana. Suvvia...
In realtà una leggenda da sfatare è che il calcio sia sconosciuto agli americani: lo giocano eccome, invece! nei college e nelle scuole, perché è uno sport semplice con regole quasi ovvie, e come propedeutico ai giochi di squadra più
burocratici come il football, che sono poi quelli che bloccano di fatto le loro città, monopolizzano i mass media eccetera. Il calcio comunque resta, a livello scolastico, lo sport di squadra più praticato in USA, un po' come da noi la pallavolo.
Ultimamente si è preso una certa rivincita, visto che il calcio femminile ha invece attecchito e la nazionale statunitense è stata a lungo la squadra più forte al mondo (e forse lo è tuttora, episodio dell'Olimpiade a parte) con un grande seguito di pubblico.