Mi riallaccio alla
interessante intervista di casty per cercare di sviluppare, se vorrete partecipare alla discussione, qualche ragionamento riguardante la lunghezza delle storie.
Il primo punto, mutuato dall'intervista, riguarda appunto la differenza di lunghezza, in media, tra le storie nelle gestioni Muci e De Poli.
Durante la gestione Muci raramente le storie superavano le 30 tavole e ancor più rare erano le storie a puntate. Claretta, a quanto ci è dato sapere, riteneva che le storie troppo lunghe avessero un effetto negativo sull'attenzione del giovane lettore. Con l'arrivo della De Poli invece le storie via via si allungano nuovamente e fanno la loro ricomparsa le storie a puntate. Non è infatti raro trovare saghe di oltre 100 tavole, valore impensabile dieci anni fa. E fino a qui sono fatti stranoti.
Una storia che ha fatto da spartiacque tra queste due "epoche" è giustappunto
il mondo che verrà di Casty, che però, per quanto ai tempi sembrasse una avventura di amplissimo respiro (e lo è), con le sue "sole" 72 tavole oggi verrebbe considerata quasi una storia breve, stanti le oltre 150 tavole delle storie di pk o di Darkenblot.
E proprio a questo mi aggancio per notare come dunque spesso saper gestire la lunghezza di una storia è una delle qualità più grandi di un autore di fumetti. Ma, spesso, risulta difficile incasellare tutte le cose che si vogliono raccontare in un numero di tavole che spesso è fissato dalla redazione.
E così ci si ritrova con storie più brevi o più lunghe di quanto effettivamente necessario per raccontare quel tipo di storia.
Detto che deve essere compito dell'autore saper gestire lo spazio in cui la storia si dipana, allora deve essere la trama al servizio della lunghezza o viceversa? Se ho una storia che starebbe bene in 30 tavole, e ne ho venti è motivo di biasimo per la redazione che non mi da le dieci tavole in più, oppure debbo essere io bravo a raccontare la stessa storia in meno tavole senza perdere in freschezza (cosa molto, molto complessa, ma d'altronde le necessità editoriali non possono essere discusse e fanno parte del "gioco")
La tendenza che noto, invero, è che vi sono spesso, ultimamente, e perlomeno secondo un mio personalissimo e opinabile giudizio, criticità nella gestione di un numero di tavole
molto elevato.
Quando leggo alcune saghe degli ultimi tempi mi ritrovo a constatare il fatto che spesso, stante il grande numero di tavole, gli autori mettono forse troppa carne sul fuoco, e poi risulta complessa e non sempre completamente riuscita la chiusura soddisfacente di tutte le sottotrame aperte.
Anche le saghe pikappiche secondo me con tutte quelle tavole non riescono ad essere incisive come quando le tavole erano solamente una sessantina, al netto dell'effetto nostalgia, che sto lasciando da parte in questo tipo di ragionamento.
Giusto per contestualizzare, si consideri come le migliori storie di Scarpa, come ad esempio la Dimensione Delta, non superavano le 80 tavole e per questo motivo inizio a pensare che sia appunto attorno a quel numero che bisogna guardare come
Optimum di lunghezza per le "storie lunghe".
Voi cosa ne pensate?