Ogni opera d'arte (e il fumetto, ricordiamolo, è una forma d'arte) merita rispetto e il rispetto passa anche attraverso la riproposizione di un prodotto nella sua forma originaria, che evidentemente a suo tempo è stata giudicata congrua e adatta al suo pubblico. Il problema potrebbe essere aggirato facilmente pubblicando un disclaimer che spieghi che determinate opere vanno contestualizzate, un messaggio semplice e diretto del tipo che possiamo trovare dietro ogni ristampa di Osamu Tezuka o di Hergé. La scelta di rimaneggiare una storia decenni dopo la sua pubblicazione originaria per adattarla alla sensibilità del presente, sebbene sia la più facile e sicura per l'editore in quanto neutralizza qualunque possibile ritorsione da parte delle varie associazioni di consumatori, è al tempo stesso la più umiliante per i lettori e per le persone che a suo tempo hanno lavorato alla sua realizzazione. A margine, sono cresciuto più che sano nonostante le battute di Martina sui sordociechi paralitici e come me milioni di altri lettori.
Che dirti?
Non è che io sia così contrario a quello che tu qui affermi, anzi, sotto un certo punto di vista - l'integrità dell'opera d'arte - tocchi delle corde sensibili in me.
Però...!!
Però resta il fatto che stiamo parlando di prodotti d'arte rivolti ai bambini e, non certo da oggi, ma addirittura, sostanzialmente dal 900 in poi - probabilmente da quando è nata la psicanalisi e, quella infantile in particolare - ci si è posti il dilemma di cosa fosse lecito o non lecito far vedere e leggere ai bambini.
Da qui, tanto per fare l'esempio più nobile, fiabe ormai già classiche e che si richiamavano a grandi autori
vennero modificate.
La stessa Disney conobbe questo atteggiamento già fin dagli anni ruggenti quando, sempre ad esempio, Paul Murry fu chiamato a rimaneggiare e rivedere certi passaggi di Topolino e il mistero di Macchia Nera per una riproposizione, laddove Mickey veniva abbandonato in marchingegni che avevano lo scopo di ucciderlo, considerati troppo crudeli.
Oggi ci sono racconti che, alla luce delle nuove sensibilità, trovano una certa difficoltà nell'essere riproposti e, per farlo, si ricorre ai rimaneggiamenti. Altri ancora, non vengono proprio più riproposti ....
Giusto? Sbagliato?
Il giudizio di ognuno di noi è legato come sempre, alle propri sensibilità.
Per quel che mi riguarda, posso dire che se, su certe cose sono abbastanza d'accordo, su altre, si sia andati gradualmente anche troppo oltre a quello che può essere un giusto ed equilibrato giudizio morale e di forma.
Sicuramente la soluzione di richiamare l'attenzione sul fatto che le storie vanno contestualizzate mi trova molto favorevole ma, non so se possa essere considerato sufficiente per un prodotto che, in larga misura, si rivolge ad un pubblico che ha meno di 10 anni o poco più