No, dottor Lupoi; non si offenda le lo dico, sperando che mi legga, ma qui si sbaglia, perché quei motivi, che lei dà per ovvi, tali non sono.
O, almeno, per me non lo sono: sarò io un cialtronello tonto, non lo discuto.
A prescindere dai contenuti, intanto benvenuto, se questo si può dire a chi entra così a spada tratta rinfocolando polemiche senza neanche presentarsi. Ma va bene, siamo gente ospitale, qui, e capisco e immagino che l'argomento sia piuttosto spinoso e irritante.
Lo è anche per me, d'altronde.
Così come immagino lo sia anche per chi queste cose la fa, Lupoi che tu citi, Bertani, gli autori che le subiscono e chi le mette effettivamente in pratica.
Purtroppo viviamo nell'era del politicamente corretto, dove basta un nonnulla per scatenare polemiche a non finire.
Disney/Panini è una multinazionale, e come tale è comprensibile (badate bene, non parlo di giustificazione, ma di comprensione) che voglia evitare di venire continuamente tirata in ballo per questo e quel problema legato ad argomenti in cui, evidentemente, non tutti hanno la stessa sensibilità.
Sono argomenti noti da anni: armi, fumo, droghe, religione, sesso, negli ultimi anni si sono aggiunte anche caccia, pesca e alimentazione. Sono argomenti che, in un modo o nell'altro, sono solo di contorno a quello che è davvero il fumetto Disney, e così dovrebbero essere trattati, anche se ultimamente viene fatto di tutto per nasconderli sotto il tappeto nel caso di ristampe e - ahimè - anche sulle storie di nuova produzione, con risultati più o meno riusciti.
Ma, davvero, cosa ne guadagniamo a berciare in continuazione contro chi, pur volendo, nulla può fare?
Per chi non lo sapesse, già più di una decina di anni fa il Codacons fece causa alla Sergio Bonelli Editore perchè contestava che Tex fosse un esempio diseducativo per i giovani, a causa del suo brutto vizio del fumo, che lo portava a comparire troppo spesso sulla pagine dei fumetti con in mano una sigaretta accesa.
Tex, che è un personaggio western, ambientato in un epoca e in un'ambientazione dove fumare era praticamente la norma. Ci rendiamo conto dell'assurdità, vero? Eppure, tant'è, ormai le sigarette sugli albi di Tex non si vedono praticamente più.
E ci aspettiamo davvero che una multinazionale che ha come target principale dichiarato i bambini (volenti o nolenti, Disney è identificata in tutto il mondo come roba per bambini, e i fumetti a maggior ragione) tiri dritto di fronte alla minaccia di continue cause e grane legali?
Non dico che ci si debba rassegnare, ma forse sarebbe davvero ora di guardare in faccia la realtà, invece di continuare a spada tratta a evocare il ripristino di certe situazioni che, purtroppo, allo stato attuale, sono lontanissime dal venire raggiunte.