Nel suo blog ospitato dal sito de il Giornale, Francesco Maria Del Vigo segnala che sul Washington Post è apparso un editoriale che accusa Il Re Leone nientemeno che di «fascismo»: http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/se-ora-anche-simba-diventa-fascista-1727824.html
Prendete un'ideologia politica esecrabile che abbia perso una guerra, e potrete dire su di essa tutto quello di negativo che vi passa per la testa vero o falso che sia purché negativo, e persino accusare chi vorrete per il più banale dei comportamenti: nessuno vi dirà nulla, ed anzi avrete quel quarto d'ora di celebrità che probabilmente era il vostro obiettivo, purché operiate, scriviate, diciate cose conformi al pensiero unico.
Dallo stesso "Giornale", riporto questa notizia, che forse dovrebbe fare riflettere un po' tutti:
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/usa-miss-michigan-pro-trump-viene-tolto-titolo-1730218.html.
Non guardate al sostegno politico a Trump (criticabile ma non motivo di ritiro di un titolo, azzarderei), guardate ad un altro fatto lì riportato: se una non partecipa al "jihab day", a quel che ho capito, perché secondo lei, ritengo, il jihab non è simbolo di libertà bensì di oppresione (qualunque sia il motivo per il quale così ella pensi), diventa una retrograda passatista, islamofoba, razzista ecc ecc. Inventatevi voi un qualsiasi -foba o -ista che ci stia bene, e nessuno vi dirà nulla, purché agiate secondo il pensiero dominante per cui sei -ista se solo non pensi come tutti, soprattutto sei -ista e -fobo a piacimento se trovi una contraddizione, magari davvero esistente, in qualcosa che stia nel citato pensiero unico divenuto incriticabile, intoccabile, inalterabile: o pensi così, o sei fuori dal giro, anche quando ci sono tonnellate di -ismi da condannare in giro alla pari di quello giustamente esecrato di mussoliniana memora, davanti ai quali si chiudono gli occhi perché altrimenti diventi intorrerante, razzista, -fobo di qualcosa in nome di non si sa quale libertà di pensiero che sta uccidendo invece la vera libertà di pensare e soprattuto di esistere in capo a tanta gente, schiava in tutti i sensi senza che di essi a qualcuno davvero cali. Se non ti adatti a mettere il Jihab perché non lo trovi simbolo di libertà, sei una reietta che non capisce nulla della vera libertà: verrebbe da dire che c'è molto più Fascismo in questo che nelle ragioni per cui lo sarebbe il "Re Leone", ma soprassediamo.
Se si vuole criticare "Il Re Leone", lo si faccia pure, legittimamente, ma magari su basi fondate, credibili e che possano anche essere scomode, ma non messe lì perché usando il pensiero unico tutto si può solo per far parlare di sé, persino, a quel che vedo, senza che mamma Disney abbia preso la briga di replicare. Ci sono mille ragioni fondate per le quali la Disney stessa potrebbe essere criticata: magari si parli di quelle, che invece potrebbero apparire intangibili perché conformi al suddetto pensiero unico dominante, e quindi, se solo le si evidenziano, si viene tacciati di qualche -ismo a scelta, e screditati (vedrete subito se avrete toccato la corda giusta, perché giungerà la replica piccata di chi di dovere).
Purtroppo noi vecchiacci abbiamo strane idee. Io per esempio sono convinto che la vera uguaglianza sia l'avere pari dignità, pari diritti e pari doveri davanti alla legge, davanti alle Istituzioni e davanti agli altri, in proprio ed anche in altrui favore, come m'insegnarono a scuola troppi anni fa, quando l'Educazione Civica e la Storia erano materie critiche di quel che era lo stesso oggetto dei loro studi, e per questo meritavano la lettera maiuscola. Oggi, invece, sembra quasi che l'uguaglianza non sia quella, bensì l'essere tutti uguali nel senso di conformati ad un modello standard di pensiero, di azione, di logica, di modo di vestire e di tutto quel che pare a voi: tutti uguali perché cloni interscambiabili, e non perché, pur negli stessi diritti, doveri, dignità, ognuno di noi ha la possibilità coi suoi pregi e coi suoi difetti, di dire la sua ed aiutare il mondo a progredire proprio grazie alle diversità di ciascuno rispetto agli altri nel pensiero, nel modo di agire, nelle abilità fisiche e lavorative, e nelle capacità critiche.
Ma il pensiero unico domina: quello per il quale, se correttamente si insegna a non fumare perché le sigarette fanno male, ecco che Disney deve apparire con le foto ritoccate perché non sia mai che un grande uomo potesse avere un difetto. Ve la spacciano come cosa giusta perché i nostri figli ed i nostri nipoti non emulino un comportamento sbagliato, ma vedrete che, tra una ventina d'anni, nessuno si ricorderà che Disney fumava, e lo si citerà a modello proprio perché egli, come le foto comproveranno, non è mai stato ritratto con una sigaretta in mano. Lo si vede come un nobile intento? Può darsi che lo si spacci per tale, ma per intanto un pezzo di verità è già stata modificata a piacimento, a uso e consumo di chi sulla figura di Disney avrà da ricavare avendola idealizzata oltre quelli che erano i suoi veri meriti. Ma sono certo di una cosa: se mai i miei due nipotini dovessero cadere in argomento (hanno quell'età in cui potrebbero avvicinarsi al mondo Disney), per esempio vedendo Manetta col sigaro in qualche vecchia storia, spiegherò loro la verità, senza filtri, però: e nessuno mi toglierà l'idea di aver fatto la cosa giusta.
Sto esagerando col credere che i ricordi passati saranno in futuro così manipolabili? Può darsi. Può darsi che io sia solo un vecchio ciuco che sta facendo una brutta profezia, che io sia solo un Beniamino apparente senza che vi sia vera necessità di essere Beniamini.
Me ne convincerò solo quando vedrò meno gente avere il proprio quarto d'ora di celebrità perché ha dato del fascista al "Re Leone".
Scusate lo sfogo, ma spero di aver dato qualche interessante spunto di riflessione a chi vorrà leggerlo.