La discussione sull'evoluzione (o involuzione, a seconda) dei personaggi di Topolino e Gambadilegno, dovuta secondo me anche alla tendenza al politically correct, che bandiva l'uso di armi, l'accenno alla violenza (minacce di morte, possibilità di epiloghi infausti etc.) mi ha portato a pensare che la censura nei fumetti sia sempre un bavaglio alla possibilità di espressione.
Altro esempio è quello che si faceva in un altro thread, in cui si ricordavano i tempi in cui i personaggi Disney bevevano (o incontravano personaggi che bevevano alcolici alla grande, senza che qualcuno li biasimasse): anche questo penso sia un paletto che limiti la creatività.
Anche la dieta dei nostri eroi è stata a volte ritoccata e, una più marcata tendenza alla lotta dei junk food rischierebbe di farci perdere anche quel poco di "gustoso" che rimane a Paperino quando si spaparanza sul divano per vedere la partita...
Poi però ho pensato alle pellicce... Quella che era una convenzione radicata, ora, è sparita dai fumetti. Non posso fare a meno di pensare per fortuna, perchè la caccia agli animali per la pelliccia era vista come assolutamente normale, anche a costo di uccidere l'"ultimo balabù" . Certo, la storia in questione è un caposaldo assoluto dei fumetti Disney italiani, ma inorridirei oggi a leggere qualcosa di simile.
Ma allora, esistono censure giuste e sbagliate? E se si, quali secondo voi dovrebbero essere i limiti?