Dietro suggerimento di Cornelius di qualche tempo fa scrivo in questo topic per cercare di evidenziare al meglio il passato burrascoso e molto difficile di un personaggio di stampo ciminiano affermatosi notevolmente in questi ultimi anni, il quale a mio avviso farà strada scavalcando prepotentemente le gerarchie tradizionali.
La Vera Storia Di Battista
(tutta la verità sul domestico del papero più ricco del mondo)
Nel contesto del secondo dopoguerra, in un’atmosfera di apparente pace e serenità, nasceva in Nevada un ragazzino molto ambizioso, figlio unico e pieno di vitalità. Il padre, brav’uomo sulla quarantina, ex-caporal maggiore nell’Esercito e da sempre sostenitore della Repubblica, gli aveva imposto il nome di Battista. Alla scomparsa della moglie, sempre dolce e premurosa, si era ripromesso di educarlo alla perfezione, ma ben presto il loro rapporto si incrinò sempre più. Nella grande villetta famigliare in pieno deserto l’aria s’era fatta decisamente pesante; gli stessi vicini molto spesso passavano le notti in bianco udendo le lunghe discussioni a voce alta dei dirimpettai, le quali potevano durare anche fino all’una buona di notte. Il padre, data la breve distanza dal ben noto parco-giochi di Las Vegas, si era lasciato andare ai piaceri della vita, complice anche la forte depressione che l’aveva caratterizzato alla perdita della consorte. Il figlio dal canto suo covava l’idea di partire per terre lontane col solo desiderio di suonare nei locali jazz più famosi, per niente a suo agio nella cupa e affollata terra natia. Questa sua ambizione lo rese decisamente più solo ed egoista, portandolo quasi alla perdita dei pochi amici fattisi, amici falsi, ma questo lo comprese tardi.
Litigi a parte la loro esistenza scorreva pressoché triste, così come scorrevano le note della tromba del giovane il quale, nel frattempo, si era trovato un lavoro semi-serio totalmente all’oscuro del padre, ironia della sorte proprio nel saloon attiguo alla sala-giochi frequentata da quest’ultimo.
Solo davanti alla lapide del padre, abbandonatosi completamente all’alcool dopo un’ultima violenta lite, Battista comprese il vero messaggio che voleva trasmettergli in quegli anni turbolenti: egli infatti cercava di persuaderlo a non chiudersi in se stesso per raggiungere solo i propri obiettivi, perché questo gli avrebbe portato solo parecchio pessimismo (lui ne sapeva qualcosa) e infelicità alla continua ricerca del successo personale. Avrebbe tanto desiderato vedere suo figlio dare una mano al prossimo... Purtroppo però non era riuscito in tempo.
Profondamente turbato per la perdita di ogni punto di riferimento (era stato anche licenziato) decise di onorare la memoria del defunto cambiando vita e diventando più umile. Pensò quindi di seguire le sue orme per diventare soldato scelto così da potersi sentire in costante contatto con lui. Gli inizi non furono certo facili, ma col passare del tempo, grazie alla grande forza di volontà che da sempre lo aveva contraddistinto, riuscì a raggiungere il grado di caporal-maggiore, proprio come l’uomo che, quando ancora in tenera età gli raccontava mille avventure del suo trascorso, cercava ogni volta di renderlo felice e che in fondo sembrava quasi sentire l’amarezza del destino birbone al quale i due andavano incontro. All’età di 37 anni, con oltre due decenni costellati di avventure e dispiaceri assortiti, decise di ritirarsi dal servizio militare per dedicarsi a ben altri impieghi e fece così domanda per un posto da domestico. L'dea del maggiordomo l’aveva appresa dalla madre con la quale rimase in forte contatto per i primi quattro di vita. Quanto si divertiva a spolverare mobili, tavoli e suppellettili insieme a lei... anche agli inizi della carriera nell’Esercito gli era capitato molto spesso di pulire gli alloggi dei volontari, causa la sua giovane età doveva pur guadagnarsi da vivere. Era sempre stata una trovata geniale per rimettere ordine nella sua vita e, soprattutto, per non dimenticarsi mai della donna forte e determinata che l’aveva messo al mondo.
Nel 1980, dopo cinque anni di efficientissimo lavoro mal retribuito e quasi mai apprezzato, conobbe per la prima volta l’uomo che avrebbe cambiato la sua vita: Paperon de’ Paperoni. Egli, merito il curriculum
d’oro del ragazzo (e anche la sua capacità a convincere il nipotino Paperino a restituirgli la Numero Uno, rubatagli per fargli un dispettuccio), decise di assumerlo alle sue dipendenze nel nuovissimo ufficio nel deposito sovrastante la Collina Ammazzamotori a Paperopoli, città nella quale il maggiordomo si era trasferito per molteplici incarichi.
Da quel momento ebbe inizio un nuovo capitolo del suo vissuto. Battista aveva infatti ritrovato in Paperone il ritratto di suo padre, decisamente burbero e di difficile carattere, ma con un cuore grande e sempre aperto a un po’ di amore.
Via via con gli anni il loro rapporto si è definito e affermato grazie alle innumerevoli avventure passate insieme, molte delle quali non siamo neanche a conoscenza, dove in ognuna, l’uno il figlio mai avuto, l’altro il padre redivivo, si aiutavano a vicenda rendendo migliori le loro esistenze e condividendo tutto, momenti felici e tristi, affari sballati e delusioni d’amore senza mai separarsi. P.d.P. aveva persino incontrato il padre di Battista nella Louisiana in uno dei suoi tanti viaggi d’affari, quando era ancora un soldato giovincello e baldanzoso. Gli aveva fatto tra l’altro un’ottima impressione e l'avrebbe visto molto bene a suo fianco, quasi il socio ideale mai avuto...
Con l’arrivo di Emily Paperett qualche anno dopo Battista ritrovò anche quella sorella che avrebbe tanto voluto avere, una amica in piena regola con la quale parlare e confidarsi, anche per ore, senza un preciso motivo di smettere.
Oggi questo character dalle fattezze fisico/caratteriali tipicamente ciminiane ha ancora molto da raccontarci tra storie d’amore e avventure segrete e personalmente mi auguro molto che qualche autore contemporaneo tenti di riscoprire la sua esistenza, cosicché anche lui possa avere un posto d’onore nella gloriosa Dinastia dei Paperi.
Topolino08