Batman: Un anno dopoIo sono un tipo strano. Pur essendo sempre stato affascinato dalla figura di Batman, fin da piccolo quando seguivo la serie animata, e poi con i film di Burton e le due recenti buonissime prove di Nolan, non ho mai letto nessuna storia a fumetti dell’eroe fino all’anno scorso. Il mio processo di allargamento di orizzonti fumettistici era in corso, e quindi incappai nei grandi classici come
Il ritorno del Cavaliere Oscuro,
The killing Joke e poi
Anno Uno grazie al primo numero della collezione di allegati a Panorama. Eppure sono sempre stato sul livello “vago” di passione pur avendo amato molto le suddette opere…
Poi un mese fa mi sono rivisto
Il Cavaliere Oscuro, poi mi sono messo a guardare gli episodi della già citata vecchia serie animata, poi la lettura di
Arkham Asylum e… dalla settimana scorsa mi ha preso addosso la frenesia e grazie a internet mi sono fatto una cultura degli eventi batmaniani, delle saghe più famose, della sua continuity… e dei volumi/saghe più importanti e belli che prima o poi mi procurerò. Prima o poi perché questa nuova e bruciante passione è esplosa proprio in un periodo in cui non godo di grande disponibilità economica, ma col contagocce e con calma mi procurerò quello che mi interessa.
Per adesso mi sono accaparrato un volume abbastanza recente, importante per la continuity:
Un anno dopo.
Da collocare dopo il cross-over
Crisi Infinita, la storia segna il ritorno di Batman a Gotham City dopo un anno in cui è stato via insieme a Robin e Nightwing (in conseguenza degli eventi proprio di
Crisi Infinita e di
Crisi d’Identità, altro cross-over). Oltre che il ritorno del supereroe, segna dunque un ideale punto di ripartenza per i neofiti o per chi aveva lasciato un po’ perdere le avventure di Bats.
La storia (sceneggiatura di James Robinson, disegni di Don Kramer e Leonard Kirk) è molto buona, mi è piaciuta e mi ha coinvolto. Appena tornato Batman deve subito vedersela con una serie di omicidi di alcuni suoi vecchi e classici nemici, e il modus operandi ricorda quello di Due Facce. Ma ciò non è possibile, dato che Harvey Dent è guarito sia psicologicamente che esteriormente grazie a un’operazione di plastica facciale (cosa che, se ho ben capito, accade nella saga di
Hush). Tanto che prima di partire Batman si è fidato a lasciare Harvey a vigilare su Gotham in sua vece.
Che abbia preso una via sbagliata per svolgere il suo compito?
Un anno dopo racconta del mondo di Batman, dei suoi nemici, e ne ridefinisce i confini: alcune vecchie glorie tra le sue nemesi vengono messe fuori gioco, altre imperversano per la città, una in particolare torna. E’ un segreto di Pulcinella già dalle prime tavole che in questa saga Robinson che alla fine Harvey torna a essere Due Facce, personaggio troppo affascinante perché non fosse reintrodotto nel nuovo corso delle avventure di Bats.
Infatti
Un anno dopo parla anche dell’origine del male, dei conflitti interni di una mente disturbata che chiederebbe solo fiducia e che ha bisogno di un niente per crollare. Un dialogo tra due parti distinte di noi stessi, che ci porta a compromessi o alla vittoria di una delle due parti.
E infine
Un anno dopo parla del rapporto tra il Pipistrello e Robin, la protettività nei suoi confronti, il seguire la sua maturazione. Fino al colpo di scena finale.
Come dopo ogni Crisi nell’universo DC, quindi, le cose tendono a ricominciare da zero. Certo, non siamo ai livelli di riscrittura totale attuata dopo
Crisi sulle Terre Infinite, ma si cercano di gettare nuove basi per il personaggio. Chiaro che lo status quo qui non cambia se non in minima parte, ma piuttosto viene ripristinato (il ritorno di Due Facce). Dicono che
Un anno dopo di Superman e Wonder Woman sia più “definitivo” come cambiamento, ma del resto il vero giro di boa per la vita di Batman si prepara a darlo R.I.P., evento al quale si giuge seguendo il mensile che parte proprio dopo gli eventi narrati in questo volume.
Una bella storia (figata per esempio l’introduzione del detective che aiuta Batman nelle indagini, anche se risulta un elemento sfruttato troppo poco) che si avvale di disegni molto convincenti e che mi sono piaciuti.
Non mi ha convinto l’editoriale, invece, che afferma che da questa avventura Batman diventa più “affabile”, quando non mi sembra più di quello che so io…Bah.
Consigliato, comunque.