Oesterheld & Solano Lopez: L’Eternauta Non è facile parlare di questo fumetto. E’ una di quelle poche opere così intense, forti, di spessore che non si limita più ad essere un fumetto, travalica il concetto stesso di fumetto (pur ovviamente mantenendo le caratteristiche del medium) per iscriversi semplicemente nell’ambito della narrazione in senso ampio. Quella de
L’Eternauta è una storia, che sia narrata come fumetto arriva come seconda battuta.
Però rientra in un genere narrativo, quello sì: è una storia di fantascienza. Volendo guardare, classica che più classica non si può.
La trama si può presto riassumere: mentre un disegnatore di fumetti sta lavorando al suo tavolo si materializza davanti a lui la figura di un uomo, che sui presenterà come Juan Gimenez. Questi inizia a raccontargli la sua storia, cioè l’attacco da parte di misteriose creature extraterrestri al pianeta Terra, e la strenua sopravvivenza sua e di alcuni suoi amici. Tutto parte da una misteriosa nevicata che cade soave su Buenos Aires, in Argentina, dove è ambientata tutta la lunga graphic novel; nevicata che è però assassina, dato che appena uno è colpito dai fiocchi muore. Ma questo è, appunto, solo l’inizio giacché nel corso di tutta l’avventura Juan insieme all’amico e scienziato Ferri e ad altri elementi che incontrano sul loro cammino (Alberto in primis, ma anche il giovane Pablo e lo storico Ruiz) apprenderà man mano sempre più informazioni su questi invasori alieni, così come sulle condizioni del resto del mondo fuori da Buenos Aires.
La parte dove la fantasia dello sceneggiatore corre come il vento e contribuisce a rendere l’opera apprezzabile è proprio questa, quella centrale, dove attraverso vari step i nostri eroi incontrano i nemici, orrendi insettoni, per poi scoprire che quegli enormi pulci non sono altro che servi dei altre creature… e via di questo passo, incontrando raggi della morte, i Kol dalle mani multi-dita, uomini-robot, i mastodontici e mostruosi Gurbos… scoperte che sembrano portare sempre più alla vittoria degli uomini, ma ogni volta che sembra le cose stiano volgendo al meglio ecco che si dimostra solo apparenza o una vittoria momentanea. Tutto sembra attestare che Loro, i misteriosi alieni che non si mostrano ma mandano avanti i loro servitori, siano invincibili nella loro sete di dominio. Ma questo non demoralizza Juan e Ferri, questi due uomini valorosi sono il simbolo della difesa della libertà, lottando disperatamente fino all’ultimo per resistere alla terribile invasione. Non sanno se il resto del mondo è stato conquistato, non sanno se ci sono altri uomini vivi e non asserviti agli alieni, non sanno se il pianeta è ridotto a nulla di vivo oppure no, ma continuano a lottare e ad andare avanti. Il pericolo, la tensione, l’ideale di salvezza e libertà rende più acuti la forza, la strategia, l’acume e l’intelligenza di Juan e dei valorosi che stanno con lui, in uno scenario da incubo.
La tensione per il lettore è palpabile, e questa nasce da una fusione pressoché completa tra testi e disegni: nella prima parte della storia, quando ancora i nostri non sanno degli extraterrestri ma hanno capito che la neve che sta cadendo è letale, c’è un inquietudine e una solitudine che mi hanno colpito fortissimo, fin dentro le viscere, complice l’aver letto quelle prime pagine di sera con la sola lampada accesa. Juan nello scafandro che cammina per le strade imbiancate di Buenos Aires tra i cadaveri, nel silenzio che sembra eterno, mi ha trasmesso una sensazione indescrivibile.
Sensazione che si protrae per tutta la storia, specie quando il protagonista pensa a sua moglie e sua figlia lontane, chiuse in casa mentre lui è in missione… il pericolo reale per le persone più care al mondo per lui è un tormento insistente per Juan.
Solo nelle ultimissime tavole dell’avventura scopriamo il motivo della strana condizione in cui Juan si è presentato nella prima tavola della storia, ultime pagine decisamente agghiaccianti tra l’altro nel ripercorrere i pensieri dello sceneggiatore riferiti alle informazioni appena acquisite dallo strano individuo, e che rendono ancora più inquietante l’atmosfera del fumetto. (per la serie: ogni volta che vedrò nevicare non sarò più tranquillo
)
Se L’Eternauta si limitasse a essere una storia di fantascienza, già così per gli elementi decisamente fantasiosi che mette in gioco e la sensazione di angoscia che trasmette sarebbe un’opera più che meritoria. Ma in realtà questo fumetto è inscindibile dalla storia personale del suo autore e del paese in cui è stato partorito (e ambientato). Infatti, come molti articoli che ne parlano fanno notare, tutta l’avventura dell’invasione aliena, con tanto di uccisioni e di persone asservite a un potere totalizzante e atto alla privazione della libertà, è un’enorme metafora e specchio di quello che l’Argentina sarebbe stata solo 20 anni dopo l’uscita dell’opera (il fumetto è del 1957), con la dittattura militare di Jorge Videla che darà il via alle purghe politiche e alla sanguinosa e straziante vicenda dei desaparecidos. Come se i due autori avessero previsto l’atmosfera che si sarebbe abbattuta sul loro Paese,
L’Eternauta dà voce a queste paure mostrando le tragiche conseguenze di un regime dispotico come quello dei Loro, che questi Loro siano extraterrestri o dittatori nostrani. D’altro canto, lo stesso Oesterheld scomparirà tragicamente dalla sua casa di Buenos Aires nel 1977 rapito dai militari del regime, uno dei tantissimi desaparecidos di cui non si è saputo più nulla.
La figura dell’Eternauta, viaggiatore dei secoli, del tempo e dello spazio è diventata addirittura un simbolo di resistenza e una bandiera di libertà, soprattutto nella sua patria, in Argentina.
Il fumetto è comunque noto anche da noi in Italia, dal momento che nacque anche una rivista di fumetti intitolata proprio
L’Eternauta, che comunque non contiene la graphic novel ma altri tipi di storie.
Nel nostro paese l’opera è recuperabile in varie edizioni da quel che so, penso che la più facile sia quella di cui ho usufruito io, nel n. 29 della collana "I Classici del Fumetto di Repubblica" (copertina a inizio post).
Un fumetto stra-consigliatissimo, mi ha regalato emozioni e voglia fortissima di girare pagina come poche altre opere hanno saputo fare, la costruzione del dramma è sapiente per crescendo di tensione e i disegni sanno essere ottimi nel rappresentare ambienti desolati, mostri vari e soprattutto le verie emozioni (paura, follia, panico, vuotezza... tutte terribili) sul volto degli esseri umani che tratteggia. Per intensità narrativa e per le tematiche in qualche modo filtrate lo paragono a
Maus come ottimi esempi di fumetti di denuncia.
Da leggere.