Papersera.net

Otto mesi dopo il debutto nel giugno 1969, nel febbraio 1970 il personaggio di Paperinik (che forse a molti lettori era sembrato tipo da una sola apparizione come molti altri all'epoca) torna alla riscossa: e infatti il titolo della sua seconda avventura è proprio Paperinik alla riscossa . Appare da subito quasi allarmante la disinvoltura con la quale all'inizio della storia Paperino rivela ad Archimede la propria identità segreta chiedendogli il silenzio: tuttavia è molto probabile che non abbia fatto impressione ai lettori di allora che ancora così poco conoscevano questo imprevedibile personaggio, le cui caratteristiche morali avrebbero del resto iniziato a cambiare di lì a poco. Ancora per questa storia però le caratteristiche sono praticamente le stesse del diabolico vendicatore, a cominciare dall'atmosfera ancora profondamente noir. Accanto a questa osservazione se ne inserisce un'altra, che riguarda il profondo legame che ancora in questa storia appare tra il debuttante Paperinik e suo "padre" Fantomius, il cui universo si arricchisce sensibilmente con la comparsa di Dolly Paprika, altro inquietante personaggio di cui si maschera Paperina. Da lì in poi (almeno così mi sembra) Fantomius e co. parallelamente all'atmosfera noir che però si protrarrà ancora per un po' scompariranno dalla scena a segnalare anche la definitiva consacrazione di Paperinik come personaggio fisso, non più legato alla storia d'esordio. Per tutti questi motivi "Paperinik alla riscossa" è una storia molto importante, sia perchè segna la riapparizione del papero mascherato, sia perchè segna l'inizio ancora impercettibile del suo cambiamento: insomma, una vera pietra miliare, e non è un caso che questa volta sia Scarpa a disegnare Paperinik; lo si può considerare un personaggio altamente pubblicizzato, un po'come è stato DD nel 2008, dato che sono i migliori autori a portarlo in trionfo sulla scena di Topolino: anche se di lì a poco il suo padrino diventerà Massimo De Vita il tratto di Martina rimarrà inconfondibile, e il "Professore" abbandonerà il personaggio solo negli anni ottanta, quando nuovi formidabili autori tireranno le redini del settimanale e saranno pronti a ricevere il testimone: un personaggio, insomma, portato come stemma dalla redazione di Topolino che presto lo ritrarrà in copertina più e più volte; un raro caso in cui il made in Italy ci tiene a rivendicare le proprie opere e ad imporle nel mercato Disney mondiale. Per concludere, come non citare piccole ma significative aggiunte agli accessori del personaggio in questa storia: le prodigiose Car-Can (Caramelle Cancelline) che "cancellano" appunto la memoria di chi le assume (non a caso le prende Archimede poco dopo la rivelazione di Paperino); il rifugio segreto, situato sotto la casa, al quale si accede per mezzo di un insospettabile armadio (se Paperone lo sapesse sarebbe ben felice di aumentare l'affitto a Paperino per questi lavori segreti); la maschera di Paperinik, che Carpi non aveva disegnato nel diabolico vendicatore per mantenere il personaggio riconoscibile, ma che poi viene aggiunta forse perchè Martina non vuole cadere ai livelli demenziali di Super Pippo. Insomma, chi non ha mai letto questa storia se la procuri!!!

Una delle scene più divertenti si ha quando Paperino-Fantomius entra nella stanza dove Paperone si è addormentato sopra un cofano con dentro l'incasso di un galà di beneficienza: volendo prendere quel cofano e per essere più sicuro che Scrooge non si svegli, il mascherato gli spruzza in faccia del 'dormisodo' e neanche un colpo di pistola riesce più a svegliarlo; però, quando Paperino-Fantomius fa inavvertitamente cadere dal cofano una moneta per terra, ecco che quel 'ting' procura un sussulto allo zione che, accortosi del furto, insegue il ladro dalla finestra, saltellando sui suoi scarponi da cercatore d'oro più e meglio del fuggiasco sui suoi stivaletti a molla; la corsa prosegue in auto con la nera 313-X inseguita dalla limousine di Paperone che si arrenderà solo con spruzzate di gas starnutifero andando fuori strada.

Avendo questa storia sul Classico 'Paperinik il diabolico' (1974) e sul primo dei due volumi 'Paperinik: le origini' (2003) mi sono accorto di quanti cambiamenti di testo sono stati apportati ai dialoghi originari martiniani, pur non snaturando l'essenza della trama. Molte espressioni originali sono più moderne e giovanili di quelle successive. Esiste un topic apposito ma qui voglio scrivere alcune delle modifiche fatte alla 'Riscossa'.
 
Archimede dice che la 313-X è un vero 'knock-out', sostituito poi da 'gioiello';
Paperino 'muore' dall'impazienza di vedere altri trucchi per poi 'ardere';
QQQ prima 'ficcano' il naso nel nascondiglio, poi lo 'mettono';
Scrooge da vecchio 'schiavista' diventa vecchio 'cilindro' o 'arpagone';
il 'bicchiere di birra' e il 'panino al prosciutto' diventano 'bibita fresca' e 'panino imbottito';
le'ginocchiate nella schiena' di Gastone diventano 'pedatone nel retropiume';
infine un ragazzino che passa vicino la casa di Gastone viene chiamato da Paperino che gli darà un dollaro se suonerà alla porta del cuginastro per poi scappare; al ché il ragazzino risponde 'gangheri! per un dollaro sarei capace di dar fuoco alla scuola!' poi modificato in 'eccome! per un dollaro vi porterei una lettera a Timbuctù'. All'idea di suonare e scappare aggiunge 'pifferi! questo è il mio hobby preferito' poi mutato in 'subito! niente male come scherzetto'.

Cambiamenti quasi sempre inutili (a parte il ragazzino desideroso piromane) che, togliendo colore alle espressioni,  ti fanno rimpiangere (almeno nel fumetto) gli anni del 'politicamente scorretto'.

censure bigotte e inspiegabili, in un mondo d'oggi dove un qualsiasi ragazzetto preme un bottone su internet e vede di tutto.
W il primo Paperinik col suo fascino noir e le battute un po' forti!!

censure bigotte e inspiegabili, in un mondo d'oggi dove un qualsiasi ragazzetto preme un bottone su internet e vede di tutto.
W il primo Paperinik col suo fascino noir e le battute un po' forti!!

Devo proprio quotare. Se il personaggio oggi non mi piace più (nelle nuove storie) è proprio a causa di ciò che hai scritto sopra.

Devo proprio quotare. Se il personaggio oggi non mi piace più (nelle nuove storie) è proprio a causa di ciò che hai scritto sopra.

Sono d'accordo: anche se mi piace molto il Paperinik anni '80 di Pezzin, le storie dal 1988 - 90 in poi sono proprio penose, non sono degne di essere scritte, e neanche quelle attuali scritte negli ultimi anni hanno risollevato il personaggio dalla mediocrità e da uno strano e inquietante alone di nonsense che dà la sensazione che il personaggio non abbia più ragione di esistere...

Dopo aver aperto questo topic nel 2012 con un entusiasmo che straripante è dire poco, ricordo che circa un annetto fa ho ritrattato tutto citando la storia come una delle "peggiori" che avessi letto, nell'omonimo thread su Le altre discussioni.

Ora voglio in parte ritrattare di nuovo, ma per un ben preciso motivo: mi sono reso conto di aver basato la mia critica sulla versione della storia che è stata pubblicata su Disney libri - Paperinik, un eroe e mille gadget, quella epurata da tutte le battute "politically incorrect" di Martina; me ne sono accorto guardando il video di The Fisbio Show in cui si analizza la collana Paperinik - Le origini del mito, e ho potuto così apprezzare le vignette originali.

Può un particolare del genere cambiare la percezione qualitativa di una storia? IMHO la risposta è sì.

Mi sono reso conto, in particolare, che lo stile di Martina è tale da perdere ogni appeal senza la graffiante intensità dei suoi dialoghi, tanto che i personaggi paiono muoversi in modo quasi stupido, mentre normalmente ciò che davvero li anima è tutta la prepotente ed esuberante vitalità (anche linguistica) che l'autore conferisce loro; senza questa, i paperi sembrano spenti, nulla a che vedere con i personaggi riccamente umani che conosciamo da Barks in poi, semplicemente perché privati della personalità, per quanto fosse sopra le righe, che il loro "papà" di turno gli aveva donato; ok, mi sono spinto nel melodrammatico, comunque la seconda storia di Paperinik non sarà ai livelli della precedente, ma resta un'ottima prosecuzione dell'epopea del papero mascherato. Se solo penso per quanti anni non mi sono potuto godere Paperino che beve birra e mangia il paninazzo...

Può un particolare del genere cambiare la percezione qualitativa di una storia? IMHO la risposta è sì.

Secondo me no perché non è da questi particolari che si giudica una storia. Certe frasi 'colorite' possono sicuramente renderla più memorabile ma la qualità dovrebbe restare identica. Oltretutto Martina ha una prosa talmente ricca e particolare che resta impressa anche se 'alleggerita' delle sue punte più censurabili.
I suoi dialoghi soprattutto dei '60 e '70 (notevolmente migliorati da alcune 'pesantezze' tipiche dei '50) restano, secondo me, il massimo che l'autoriato italiano ha prodotto nel suo lungo corso disneyano e quelle frasi censurate rappresentano solo una ciliegina (se vogliano) su una magnifica torta.

Secondo me no perché non è da questi particolari che si giudica una storia. Certe frasi 'colorite' possono sicuramente renderla più memorabile ma la qualità dovrebbe restare identica. Oltretutto Martina ha una prosa talmente ricca e particolare che resta impressa anche se 'alleggerita' delle sue punte più censurabili.
I suoi dialoghi soprattutto dei '60 e '70 (notevolmente migliorati da alcune 'pesantezze' tipiche dei '50) restano, secondo me, il massimo che l'autoriato italiano ha prodotto nel suo lungo corso disneyano e quelle frasi censurate rappresentano solo una ciliegina (se vogliano) su una magnifica torta.

Come premessa specifico con più chiarezza che l'anno scorso ho esagerato a bocciare duramente la storia, probabilmente l'avevo riletta con aspettative troppo elevate trattandosi della seconda di Paperinik, e mi aveva deluso anche perché di per sé non è esattamente all'altezza della prima.

So che non sono solo questi i particolari per giudicare una storia, ma sono anche questi, a mio parere, nel caso particolare di Martina; le frasi colorite sono state più o meno sempre una sua costante; viene sempre lodato e ricordato per l'instancabile ed encomiabile lavoro sulla prosa, e per la vulcanica fantasia soprattutto nelle storie degli anni '50, più che per il lavoro sui personaggi, che non hanno granché della profondità e complessità di Scarpa, per citare il confronto più scontato. 

Per questo motivo trovo che proprio su Martina risulti molto irrispettoso e "violento" andare a operare censure, vista l'importanza (magistrale mi viene da dire) che egli conferiva alla prosa. Certo, si tratta di poche frasi, ma se queste sono tra quelle che danno più carattere alla vicenda*, il risultato non può che essere deludente; capisco molto bene che non operare la censura sulla vignetta con il ragazzino che parlava di incendiare la scuola sarebbe stato assurdo e ampiamente contro il politically correct, cionondimeno va riconosciuto che persino quel pezzetto è importante, nella sceneggiatura di Martina.

*E poi, cosa fondamentale è che, nell'ambito della sua vasta produzione, stiamo parlando proprio delle storie del vendicatore mascherato, che nasce come risultato logico in una Paperopoli più "ingiusta" e "crudele", quindi certe battute proprio nelle sue prime avventure sono molto preziose per rendere l'atmosfera.

Come premessa specifico con più chiarezza che l'anno scorso ho esagerato a bocciare duramente la storia, probabilmente l'avevo riletta con aspettative troppo elevate trattandosi della seconda di Paperinik, e mi aveva deluso anche perché di per sé non è esattamente all'altezza della prima.

Beh, direi comunque che il ravvedimento tutto sommato tempestivo sia quel che più importa. Oltretutto, sia pur nel massimo rispetto dei pareri di ciascuno, ritengo questo giudizio abbastanza ingeneroso poichè dal mio punto di vista credo che le prime 6/9 storie di Paperinik siano discretamente equiparabili fra loro in quanto a bellezza e soprattutto non dimentichiamolo atmosfera, cioè il valore aggiunto a mio avviso migliore di quelle storie!

Per questo motivo trovo che proprio su Martina risulti molto irrispettoso e "violento" andare a operare censure, vista l'importanza (magistrale mi viene da dire) che egli conferiva alla prosa.

Quì invece sono assolutamente d'accordo per quanto ritengo la censura sia sempre deleteria sic et simpliciter [/quote]