Papersera.net

Letta per la prima volta l'anno scorso, mi ha un tantino inquietato: il personaggio di Barzebuk e del suo complice sono riuscitissimi, e anche le reazioni dei Paperi nei loro confronti.
A una più acuta analisi, si notano delle carenze di sceneggiatura, ma si merita un [size=12]8[/size] pieno.



Frase: Zp a Paperino: "Testa di pisello! Le Isole dei Ladroni si chiamano anche Marianne!" (!!!)

Quella frase è assurda...

Ma a quei tempi aveva lo stesso significato che può avere oggi? O suonava come "testa di rapa"?

Quella frase è assurda...

Ma a quei tempi aveva lo stesso significato che può avere oggi? O suonava come "testa di rapa"?

Penso che Martina pensasse non al valore "volgare" della frase, ma a quello "letterario": cioè "testa a forma di baccello di pisello" (in un certo senso).
Comunque già a quei tempi c'era il significato ambiguo della parola "pisello", dunque da parte di Martina ciò comportò - anche se lui non penso si pose 'sto problema - un grave grave rischio.

Letta per la prima volta l'anno scorso, mi ha un tantino inquietato: il personaggio di Barzebuk e del suo complice sono riuscitissimi, e anche le reazioni dei Paperi nei loro confronti.
A una più acuta analisi, si notano delle carenze di sceneggiatura, ma si merita un [size=12]8[/size] pieno.

Già. *pling*

Già. *pling*

Ma quel personaggio dice qualcos'altro, nella storia, oltre a "già"? Era veramente particolare, con la sua aria impassibile, la chitarra, e l'apparente menefreghismo con cui commentava tutto con "già"...

Ma quel personaggio dice qualcos'altro, nella storia, oltre a "già"?

no

Che dire, una storia nella media, direi che un 7 e mezzo se lo merita tutto. Concordo con voi nel dire che il menestrello è davvero un personaggio particolare con quella sua aria menefreghista, forse è stato caratterizzato così da Martina per differenziarlo un po' rispetto ai moltri altri aiutanti da lui creati.

Letta questa estate su un numero recente dei GC e mi aveva colpito soprattutto per la caratterizzazione di Barzebuk, così spaventoso con le sue minacce e il suo di fare oscuro, e per l'affare bislacco (quanto illegale) di Zio Paperone. Interessante anche la figura del menestrello, che più che dire già, non fa.

Concordo con voi nel dire che il menestrello è davvero un personaggio particolare con quella sua aria menefreghista, forse è stato caratterizzato così da Martina per differenziarlo un po' rispetto ai moltri altri aiutanti da lui creati.

credo che Martina volesse parodiare certi elementi della cultura hippy, a cui come aspetto il personaggio si avvicina.

credo che Martina volesse parodiare certi elementi della cultura hippy, a cui come aspetto il personaggio si avvicina.

Sì ci avevo pensato anch'io: rimanda proprio a quegli stilemi. Comunque c'è da ricordare che non è che il personaggio sia proprio un giovincello. Valutando che possa avere all'incirca 60 anni (siamo nel 68) all'epoca dell'arresto (nel 1938) ne doveva avere all'incirca 30 ("Esco di prigione dopo 30 anni...") quindi è un miscuglio tra hippy e passato (con risultati stranianti e inquietanti, bisogna dirlo :o  )

io parlavo del menestrello

io parlavo del menestrello

Maniac Copo lo direbbe anche di Paperino se ciò servisse per elogiare Martina (scherzo?).

storia semisconosciuta ma interessante...curioso che sono riuscito a ricostruirla a mente dopo anni che non la leggevo...il che vuol dire che mi aveva impressionato abbastanza.

Un Martina dei tardi '60, con alcuni tipici stilemi (Paperone che non haproblemi a compiere atti illegali, QQQ come "grilli parlanti" con la ripetizione del detto sulla farina del diavolo, l'uso delle parole come fonte di confusione, il richiamo alle recenti innovazioni tecnico scientifiche) e una stranissima aria "oscura". Tutto è vagamente satanico, dal nome e il comportamento di Barzebuk, al patto di anime, al senso oppressivo del tempo e del destino.
A fronte di questo, una sceneggiatura a volte traballante e un finale tutto sommato banale