Rat-Man #60Dopo
La Fine di Rat-Man, tutti i fedelissimi di Ortolani si chiedevano cosa avrebbe escogitato l’autore per rimettere in gioco il Ratto. Per tutta risposta, l’imprevedibile Leo si prese dei numeri sabbatici, partendo da
I Fantastici e finendo con
La Storia Finita, passando per
Stessa spiaggia, stesso sale. Solo
Un Nuovo Inizio aveva aperto uno spiraglio nelle intenzioni ortolaniane, ma era ancora poco. Leo stava ripercorrendo le origini, ma ancora tanti erano i punti bui e le domande; nonostante gli albi fossero confezionati con la solita maestria, ci si chiedeva dove si sarebbe andati a parare. Il mosaico era incompleto.
Venga il Mio Regno è l’ultimo, ma fondamentale tassello della Quadrilogia appena conclusa da Leo, grazie al quale possiamo finalmente contemplare l’opera dall’alto e contemplarla in tutti i suoi aspetti. Una grande e maestosa storia di ben 58 pagine, che alternano il solito e fantastico humor a colpi di scena da brivido, soprattutto per chi ha un minimo di cultura ratmaniana. In
Venga il Mio Regno, emerge con tutta la violenza possibile, la più grande qualità di Leo: quella di narratore. Leo sa raccontare le cose e non solo per i suoi pur fantastici tempi comici, ma in ogni singolo aspetto della narrazione, riuscendo persino a rivenderci senza cascare nella banalità (anzi, tutt’altro!) il vecchissimo
clichè del cattivo che si gira quando non deve e non si gira quando deve. La trama ci viene raccontata con una soggettiva incrociata, fino a raggiungere non uno, ma ben tre climax, due dei quali strettamente legati tra loro. E anche la caratterizzazione dei personaggi è superlativa: non solo Rat-Man e Il Rat-Man, ma persino il muto Arcibaldo, Krik e Tamara. E Cinzia. Una grande rivalutazione del personaggio, con il quale Leo sembra essere entrato in una fase intimistica paragonabile solo a quella avuta con il Ratto. Gag a ripetizione, meno forti di quelle di
Catastrofe ma ugualmente godibili, con richiami a quelle già viste negli ultimi tre numeri. Poteva mancare in un episodio così importante il buon vecchio metafumetto? Ovviamente no, anzi, costituisce la maggior parte del colpo di scena finale e Ortolani ne approfitta per riparare al piccolo errore del bottone di Piccettino, con umiltà e simpatia, strizzando l’occhio a noialtri nerdacci.
Cosa farà ora Leo con questa nuova continuity? E già, perché dove si chiude una porta (ma è chiusa? Non è sarei del tutto sicuro…) se ne apre un’altra: interessanti i riferimenti alle Ombre della
Fine di Rat-Man che si legano ai ben più celebri Uomini Ombra. E mi è parso di cogliere un “qualcosa” di vagamente riconducibile ai Guardiani…
Bella la copertina (che ha un ruolo insospettabile) che costituisce una sorta di simmetria con le altre della Quadrilogia (due “moderne” e due citazionistiche).
Insomma: fantastico. Convertitevi, comprate, leggete e apprezzate.
Nel prossimo numero... Era Mio Padre!