Rat-Man #95 - I VendicatopiNumero davvero spettacolare. Per molti aspetti. Intanto sotto il profilo squisitamente narrativo prosegue molto bene la trama iniziata due mesi in quel lungo prologo che era il n. 94, con idee interessanti che giustificano la tavola finale dello scorso albo e rendono la situazione molto più di un mero giochetto citazionistico.
Che pure è ben presente, ed è un secondo livello di lettura gestito bene: i rimandi al film The Avengers sono palesi nell'arruolamento di Rat-Man, nella minaccia che è chiamato a contrastare e soprattutto nella compagine di "eroi" che lo dovrebbero aiutare, parodie-ricalco di Hulk, Capitan America, Thor e Occhio di Falco come sempre geniali.
Poi arriviamo ad un terzo livello di lettura, rappresentato dalle "belle storie di una volta". Non è la prima occasione in cui Leo integra nelle sue trame i riferimenti alle prime, mitiche avventure di Rat-Man, quelle semplici, divertenti e demenziali rimpiante da tanti fan della prima ora e non solo. Ma stavolta la cosa è plateale, palese, e anche sembra quasi che l'autore condivida il parere di chi dice che quel che è venuto dopo non è allo stesso livello ("Tutto qui? Hai combattuto con un'ombra?"), anche se probabilmente questa forma di autocritica consapevole sfocerà nel proseguimento della storia con una conclusione differente e forse opposta. O forse no, chissà. Di certo non è la prima volta che Ortolani riflette direttamente nel fumetto sulle critiche che gli vengono mosse dai lettori, e i risultati sono sempre interessanti.
Infine, c'è il livello che personalmente mi ha colpito maggiormente, che è quello della malinconia. Rat-Man, tra il sogno traballante e pretestuoso della scuola per nuovi eroi, i ritorni dal passato come Kimmy, il ricordo delle belle storie di una volta e il peso del crepuscolo dell'eroe sopra di sé appare in quest'occasione più affranto che mai. E sì che nelle storie degli ultimi anni non è stato raro trovarlo in situazioni morali difficili, eppure ora più che mai la cosa mi ha segnato, sembra di vedere lo speciale del
Doctor Who in cui Tennant avrebbe poi lasciato spazio alla successiva incarnazione del Dottore.
Tutto è malinconico, tutto è volto alla fine, anche le serate al pub e i brindisi alcoolici pescano a piene mani da quella sensazione dolce-amara di conclusione, un'aria pesante che tira fortissimo ora. Tutti i riferimenti
al gran finale promesso infatti segnano molto il lettore, e tutto fa pensare che questa possa davvero essere la più grande storia di
Rat-Man.
L'ultima tavola, comunque, è da antologia: l'apparizione più inaspettata possibile, e al contempo la più significativa. Un bell'omaggio ma anche un altro motivo di
definitezza per questa quadrilogia.
Un numero davvero ottimo, pressoché privo di difetti insoddisfazioni. Da applausi e senza appunti.
Oltre alla storia, solo i
Ragguardevoli, che pur simpatici non possono reggere il confronto con quanto letto prima.