In edicola è già uscito il terzo numero della collana, ma io ho avuto modo solo recentemente di recuperare e leggere il secondo, attirato soprattutto dal nome di Recchioni, i cui fumetti mi hanno sempre attratto per qualche motivo, e le cose che ho letto mi sono sempre piaciute.
La Redenzione del Samurai non fa eccezione, invero: per quanto sia una storia in cui lo stile peculiare dell'autore non esca particolarmente dagli schemi, la sceneggiatura scorre bene, la storia è infatti costruita in modo tale da intrigare il lettore, da trascinarlo in questo mondo di guerrieri, onore e sangue. E poco importa se alla fin fine la trama non è niente di particolarmente originale, perché comunque viene valorizzata da una scrittura limpida, che non lascia molto al caso, e soprattutto da personaggi capaci di incidere davvero sulla narrazione e nell'empatia del pubblico. Shimada, il vecchio samurai, mantiene quel velo di atteggiamento strafottente tipico degli alter-ego di Recchioni, pur non eccedendo in tal senso, mentre il suo giovane allievo Tetsuo, vero protagonista della storia, incarna perfettamente i valori e il carattere che si addicono ad una figura del genere in una situazione del genere.
Infine, inchino per i magnifici disegni di Andrea Accardi, che offre un lavoro davvero strepitoso: i personaggio ma soprattutto gli ambienti e gli sfondi sono un florilegio di particolari e dettagli curatissimi, che generano un insieme assolutamente vincente e con un'estetica dotata di maggiore appeal della media bonelliana, pur essendone molto debitrice.