Le Storie #10 - Nobody (Bilotta/Vitrano)
Alessandro Bilotta mi è piaciuto così tanto in passato che alla fine ho dovuto prendere la sua seconda incursione in questa interessante collana Bonelli.
E non ne sono deluso: a mio parere
Il Lato Oscuro della Luna è superiore a questo
Nobody, ma ciò non toglie che anche stavolta il lettore si trova davanti ad una storia eterea, onirica, dove la distinzione tra realtà e finzione non è chiaro né chiarito. Su Facebook Bilotta riportava spesso la frase "Raccontare di solitudini. Sempre", e in effetti se c'è' una cosa in comune col quinto numero delle
Storie è quella di avere un protagonista che, per quanto interagisca con altri personaggi, non è affiancato da amici o sodali ma è drammaticamente solo. Solo e ossessionato.
Nobody infatti è un pescatore alla ricerca della moglie, rapita da un pirata: la sua unica missione nella vita è quella di ritrovarla e salvarla, ma quest'obiettivo è talmente disperato da assumere i contorni dell'ossessione, quasi della follia. Non a caso la gente normale lo allontana, e Nobody troverà persone in grado di capirlo e aiutarlo solo nei personaggi che hanno caratterizzato la mitologia e la narrativa legata al mare. Una passerella di citazioni di questo tipo, che non elenco per non rovinare la sorpresa, è un colpo di genio perché, lontana dal privare la storia di una trama come qualcuno nel web ha detto, serve invece a costruire in modo intelligente il carattere del protagonista, che si specchia e si fa consigliare in questi celebri personaggi. Certo, si potrebbe dire quindi che ben poco di originale si trova in questo Nobody e nella sua avventura, ma in realtà poco importa l'innovazione in questo caso: Bilotta voleva raccontare una nuova solitudine, e ha deciso di farlo attingendo direttamente ai classici per darle un taglio particolare, riuscendoci brillantemente a mio parere e confezionando una storia che lascia molte ombre e inquietudini su ciò che è vero e ciò che non lo è (il finale è da brividi in tal senso) e quel vago senso di inquietudine e di malinconica solitudine sono un regalo narrativo assai prezioso.
Il comparto grafico non mi ha entusiasmato, ma Vitrano fa il suo onesto lavoro e porta a casa delle tavole buone e significative.
PS: come faccia ad apprezzare un fumetto come
Long Wei e uno come quello di Bilotta nello stesso giorno è qualcosa di misterioso, affascinante ed entusiasmante