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Una storia del 1940 che mostra un Paperino insolito, investigatore in coppia con Pippo... bellissime due scene in cui la visione del mondo di Pippo è ben mostrata: Paperino non si ricorda più di cosa stava parlando e dice "ho perso il filo", Pippo guarda per terra alla ricerca di fili e Paperino gli spiega: "ho perso il filo del discorso"; qualche vignetta dopo, Pippo ricompare con un telefono "perchè è con il filo del telefono che si discorre"   poi Paperino e Pippo tentano di ricomporre i cocci dei vasi prima di riconsegnarli al proprietario ed escono tre vasi sgangherati e Pippo dice "e non è meglio? Il conte sarà felice di averne tre invece di due!"  :

Storia divertentissima, anche se i disegni, di tal Mario Pinochi, sono in pratica ricalchi delle strips americane, sicché Paperino è tal quale (più o meno) quello di Taliaferro, mentre gli altri personaggi hanno le sembianze, ad esempio, di Manetta o di Giuseppe Tubi.  

Mitica avventura, stratosfericamente arcaica ma già con tutte le carte in regola per essere una ottima avventura, questa volta scritta da Pedrocchi.
L'idea stessa di affiancare Paperino a Pippo, tipicamente italiana, è azzeccata. La trama è divertentissima, in 19 pagine i due riescono a combinare più disastri in quanti ne avrebbero combinato i Paperino e Paperoga attuali in una di 40!
I disegni richiamano in modo affascinante le illustrazioni di Taliaferro (si vedano le innumerevoli espressioni di Paperino, alcune sembrano lucidate!) e Gottfredson (numerosi le occhiatacce a Topolino e la banda dei piombatori).
Ritmo veloce, disegni dinamici, espressioni fantastiche, trama buona, sceneggiatura ottima fanno di questa avventura italiana, l'unica del 1940!, un gioiello da apprezzare per quel che è e per quel che offre.