Inizia così: un’auto scappa da un’altra in una pazza corsa a Topolinia. La prima butta via un involto, caduto sul prato di Topolino. Lui, impaurito, chiama il suo amico poliziotto: il pacco assomiglia ad una bomba! Il protagonista ha torto... infatti il cartoccio occulta una macchina atta ad agguantar frasi, stampando ognuna, o rilasciar loro inviandol’ a qualcun altro. L’ordigno stampa una strana scritta: «Va kripc ank talvsc hva hva…» in lingua tranzivana. Il significato? Topolino con Pippo traducono: «carni di maiali … grado di cottura … salatura …». Si tratta di linguaggio concordato! Qualcuno comunicava occulti modi di cottura affumicata di Tranzivania!
Dusan Vlich, lui il costruttor (parlo circa il macchinario), immigrato a Topolinia, illustrato così: anziano, baffuto di giallo, non alto ma non basso, calvo, cicciotto, a vita larga. La polizia lo giudica indiziato. Ha una nipotina molto graziosa, Maya, di cui Pippo si innamora (da piccolo ho condiviso la sua opinion). Miss Maya si trova al box, quando sul posto in auto trova un cappotto, un paio di guanti, un copricapo: scordati o lasciati apposta dal ladro?
Non mi dilungo, dico solo: il piano di spionaggio muta in una trama di famiglia, non di minor qualità ma appassionantissima. Il doppio final mi stupì assai, con la fatidica trovata di Scarpa.
Inimitabili illustrazioni, nulla da far notar.