Ahimè, che terribile scelta
I '50 sono gli anni in cui gli autori Disney italiani cominciano a produrre storie veramente degne di nota, e Pippo viene subito valorizzato, anche (nonostante quel che si dice) da Martina.
Vediamo qualche esempio:
Topolino e i pensieri negativiTopolino e il Pippo del West selvaggioTopolino e il pupo rapitoTopolino e l'incantesimo di Fonte ArgentoPaperino don Chisciottemostrano un Pippo prima di tutto ottimo comprimario (come nell'ultima storia citata), ma capace di diventare protagonista e vero motore dell'azione: in
Fonte Argento è lui che sa vedere, sotto le spoglie d'un misero serpentello, un essere bisognoso d'amore, ed è questa sua sensibilità particolare che conduce la storia verso un'avventura incredibile e allo scioglimento d'un incantesimo; nel
Pupo Rapito e nei
Pensieri negativi le facoltà straordinarie di Pippo arrivano tranquillamente al soprannaturale, stavolta senza la presenza di alcuna fata; anche il
Campionissimo , nonostante l'intervento del nucleare, avrebbe potuto avere solo Pippo come protagonista: chi di voi immaginerebbe Topolino cambiare così tanto per un'esplosioncina?
; inoltre nel
West selvaggio la già nota capacità di Pippo di gemmare degli alter-ego, veri o presunti, trova piena espressione.
Insomma, onore a Martina, ma onore anche a Carpi, qui in uno dei periodi migliori della sua carriera, e a un ottimo Gatto, nel tratteggiare un Pippo perfetto
ma io, adesso, cosa voto?
PS: ho sempre pensato che il Campionissimo fosse una specie di remake (in bello) di
Topolino e Pippo tigre, di qualche anno precedente; sarà così?