E' una storia che ... ce ne fossero al giorno d'oggi delle storie di questo livello .. ma anche un po' inferiore e andrebbe bene lo stesso, ci si potrebbe davvero baciare i gomiti.
Certamente raggiunge il punto più alto come commedia e un po' meno come giallo in sé che - come per altro spesso accade - non è affatto difficile da dipanare, almeno per quanto riguarda il colpevole, ma però non così scontato nella dinamica.
E' una storia esilarante di quelle che riescono a tutt'oggi a farmi ridere di gusto, cosa che accade sempre meno spesso nelle storie -in realtà non accade quasi più - contemporanee.
E' una storia piena di rimandi e questo è uno dei motivi - oltre ai testi e ai disegni magistrali qui ritoccati a china da un giovanissimo Cavazzano: aveva solo 17 anni - che fecero grandissimo il Maestro veneziano.
Rimandi a sé stesso, a storie di Walsh e Gottfredson, ai romanzi gialli classici e al cinema.
Già fin dalla prima vignetta l'immagine di Topolino è sostanzialmente identica a quella che inizia
Topolino e il mistero di Tapioco VI. Il vortice ipnotico viene diritto diritto da
Topolino e il doppio segreto di Macchia Nera e che viene ripreso da Scarpa nella storia
Topolino e al collana Chirikawa.
Lo spunto è il romanzo di
Rex Stout,
Alta cucina.
Il cattivo che compare ad un certo punto con cilindro e mantello nero, rimanda inevitabilmente alla figura di Macchia Nera e anche al Fantasma dell'opera in un film del 1943.
Infine la sequenza dove Topolino investiga dentro la cabina telefonica n. 5, richiama due strisce giornaliere di
Topolino contro Topolino, quelle del 29 e 30 aprile 1953.
Per onestà, è giusto precisare che buona parte di queste intuizioni le devo a
Luca Boschi e solo una piccola parte è farina del mio sacco.