Oggi mi sono riletto anche questa! Ed è stato bello ritrovarla come la ricordavo, bella avventurosa e ironica come la ricordavo.
La trama offre infatti momenti meravigliosi, sia nella battute (quelle già citate nei post sopra) sia nell'azione, dove vediamo i Bassotti escogitare un piano molto elaborato per sottrarre il denaro di Paperone. E un Paperone più carico che mai, nello sfuggire alla figura del terribile Tritorchia (un nome, un programma), temibile quanto lolloso nel modo di essere presentato (incubo... scolastico tanto di Paperone quanto del dottor Cataplasma) e nel porsi il dilemma dei problemi causati dall'uscire dal consorzio civile, nei pro e contro che esso offre. E' qui l'ironia riflessiva che Cimino mette nella storia, la necessità tanto di diritti quanto di doveri per chi vive in società, come è giusto che sia, e chi non vuole collaborare non può nemmeno godere dei privilegi che la società offre, come la sicurezza. Chi è modesto, come l'abitante dell'isola a fianco di quella dei Bassotti, lo può accettare di buon grado, Paperone deve ricorrere comunque sempre a una forma d'autorità, per quanto strana, per ottenere giustizia.
Bellissima è dir poco.