Una storia epica e destinata a rimanere a lungo unica nel suo genere (non credo che mi piacerebbe leggere un'altra storia in cui Paperone e Brigitta arrivano seriamente all'altare) che mette in scena un evento che molti probabilmente si erano sempre sognati di vedere un giorno sulle pagine di Topolino, riuscendo a fornire un motivo non banale per giustificare la scelta di Paperone inserendo il matrimonio in una trama che comunque non ruota esclusivamente intorno ad esso. La sceneggiatura è eccezionale e lo stesso ovviamente dicasi per i disegni. Non posso però concordare anche io con Vito sulla vicenda della c.d. sfida del secolo fra cilindro e bombetta. Davvero dispiace non poco che ci sia nella trama una macchia del genere che, imho, pur non rovinando la bellezza della storia, stona non poco. Già il fatto che Paperone praticasse uno sport, perdipiù così costoso come il golf stona ma sappiamo bene che la pallina da golf ha un importanza cruciale ai fini narrativi e quindi, imho, questa licenza narrativa De Vita se la poteva pure prendere. Ma la storia di Rk secondo me è davvero esagerata e oltretutto inutile dal punto di vista dalla trama (serviva certamente un motivo per il quale Paperone avesse perso la pallina ma ormai, fatto 30, si poteva fare 31 e inventarsi qualcos'altro). Ho come il sospetto che forse De Vita abbia voluto, legittimamente per carità, "strafare" e, oltre a portare PdP all'altare, abbia voluto nella stessa storia anche spiegare le origini di alcune tematiche classiche. Se questa operazione da un lato aggiunge indubbiamente ulteriore carica epica alla storia dall'altro può comunque dar noia a dei palati raffinati come i nostri. Intendiamoci, anche io non sono un sostenitore della continuity a tutti i costi, per me qualunque autore può mettere in scena il passato di un personaggio come crede, basta che rispetti alcuni paletti logici e caratteriali. Un Paperone che scommette metà dei suoi averi in una partita di golf secondo me però è out of character, Un Rockerduck, squattrinato ma capace di giocare a golf ed entrato "non si sa con quali appoggi" nelle sale del club dei miliardari lo trovo un pò forzato. Come un pò illogico mi sembra anche il fatto che nè Paperino nè nessuno della famiglia sapesse nulla della vicenda (se era finita addirittura sui giornali dell'epoca...) e debba spiegargli tutto Miss Paperett. Mi dispiace che, per come la vedo io, De Vita, dopo essere riuscito a non far sembrare forzato un Paperone che chiede la mano di Brigitta (oltrettutto, come ha notato Vito, riuscendo a far risaltare nel finale il lato umano di Paperone presente ma nascosto dietro l'apparente meschinità), lo ha snaturato in quel modo per un semplice aneddoto dentro la storia. Chiusa questa ampia parentesi ribadisco che è una bellissima storia di un grande autore e che comunque resta mille volte meglio una storia del genere pur con un piccolo neo che tante, tante, tante altre storie.