Papersera.net

Osservando i post dell'utente Prof. Camomill mi è venuta voglia di rileggere questa gustosa avventura del duo Cimino/Del Conte sui Topi originali.
E' una storia molto classica, molto ciminiana, seppur poco ristampata. Pubblicata nel 1990, si basa totalmente su un grosso, divertente equivoco, un inghippo di Paperino, che, pensato per evitare l'ennesima caccia al tesoro con lo Zione, finirà per condurre i paperi proprio su quella via. Vengono citati due parenti dei paperi ("Dovresti avere il primo dentino del prozio Gedeone!" "La prozia Berenice diceva sempre che era un gran bestia!"). Altri elementi tipicamente ciminiani sono il linguaggio del prof. Camomill ("Tenet! Se entr un'or non veng, la formul è vostr!") e il macchinario a forma di Tridentauro. Un particolare che forse oggi la renderebbe irristampabile è il fatto che, per calmare il bestio, gli autoctoni dell'isola decidono di inviargli un sacrificio umano: "Dobbiamo limitarci a placarlo con l'offerta... ehm... di un volontario in modo che, satollo, torni in letargo!". Menzione speciale, infine, per lo splash page iniziale che, seppur assolutamente fuori luogo per quanto riguarda il contenuto della storia, rappresenta ancora oggi un delizioso canone ciminiano.
I disegni di Del Conte sono qui ampiamente sviluppati, godibili e rilassanti.
In parole povere, uno splendido capolavoro italiano in due tempi, degno di essere ricordato soprattutto per la stupenda caratterizzazione data ai personaggi!

Osservando i post dell'utente Prof. Camomill mi è venuta voglia di rileggere questa gustosa avventura del duo Cimino/Del Conte sui Topi originali.
E' una storia molto classica, molto ciminiana, seppur poco ristampata. Pubblicata nel 1990, si basa totalmente su un grosso, divertente equivoco, un inghippo di Paperino, che, pensato per evitare l'ennesima caccia al tesoro con lo Zione, finirà per condurre i paperi proprio su quella via. Vengono citati due parenti dei paperi ("Dovresti avere il primo dentino del prozio Gedeone!" "La prozia Berenice diceva sempre che era un gran bestia!"). Altri elementi tipicamente ciminiani sono il linguaggio del prof. Camomill ("Tenet! Se entr un'or non veng, la formul è vostr!") e il macchinario a forma di Tridentauro. Un particolare che forse oggi la renderebbe irristampabile è il fatto che, per calmare il bestio, gli autoctoni dell'isola decidono di inviargli un sacrificio umano: "Dobbiamo limitarci a placarlo con l'offerta... ehm... di un volontario in modo che, satollo, torni in letargo!". Menzione speciale, infine, per lo splash page iniziale che, seppur assolutamente fuori luogo per quanto riguarda il contenuto della storia, rappresenta ancora oggi un delizioso canone ciminiano.
I disegni di Del Conte sono qui ampiamente sviluppati, godibili e rilassanti.
In parole povere, uno splendido capolavoro italiano in due tempi, degno di essere ricordato soprattutto per la stupenda caratterizzazione data ai personaggi!

Si, una storia molto bella, molto rappresentativa del Cimino fine anni '80, inizio anni '90. Però la storia risente molto dei disegni imho pessimi di Del Conte.

Però la storia risente molto dei disegni imho pessimi di Del Conte.

Boh, qui a me Del Conte piace molto, anzi credo che sia una delle sue storie meglio disegnate... ovviamente IMHO.

Boh, qui a me Del Conte piace molto, anzi credo che sia una delle sue storie meglio disegnate... ovviamente IMHO.

Secondo me invece le sue storie migliori le ha disegnate nella fine degli anni '70.

scusate, ma questa storia ne è il seguito? :

scusate, ma questa storia ne è il seguito? :

A vederla non si direbbe. Probabilmente è uguale solo il nome. Però non posso dirlo con sicurezza dato che non ce l'ho.

A vederla non si direbbe. Probabilmente è uguale solo il nome. Però non posso dirlo con sicurezza dato che non ce l'ho.

Neppure io.
Però mi pare di ricordare un'altra storia che era, quella sì, il seguito del tridentauro. Qualcuno la ricorda?

L'ho riletta l'altro giorno. Da piccolo appassionato di dinosauri che ero, fu sfolgorante vedere i paperi (inseriti alla perfezione nei consueti clichés narrativi ciminiani) alle prese con un bestio preistorico che, dalla matita di Del Conte, secondo me esce bello e minaccioso, garantendo un buon effetto di spettacolarità.

Da bambino, insomma, questa storia era tra le mie preferite. Ricordo che vi erano delle suggestioni speciali legate ad essa, anche se, purtroppo quanto ovviamente, non le riesco più a mettere a fuoco.

Un plauso finale al buon Pierone, che nella storia mi è sempre stato simpaticissimo!

Ho riletto questa storia e per me è una storia a cinque stelle, senza dubbio. La sceneggiatura è impeccabile, la trama è del Cimino migliore e più ispirato, i dialoghi sono fantastici e buffissimi. E secondo me Del Conte in questa storia è sfavillante: non c'è una, ma una vignetta che non rispecchi completamente le intenzioni della sceneggiatura. Tutte le espressioni, le facce, le pose, le inquadrature sono perfette: l'espressione del tridentauro che vede la sua versione meccanica è da antologia Per me Del Conte all'epoca era all'apice della bravura, come del resto quasi tutti i grandi disegnatori del periodo, e credo che fosse il più adatto per questa storia: non riesco a immaginarmela altrettanto efficace disegnata da qualcun altro, fosse pure Carpi o Cavazzano. Lo stile composto ma espressivo di Del Conte si sposava molto bene con le storie di Cimino.