Zio Paperone e la città d’oro
Questa storia apparsa inizialmente su Almanacco nel 1974 (codice inducks
http://coa.inducks.org/s.php?c=I+AT++208-B) ha un titolo tipicamente paperonesco e sin troppo generico, che ci richiama le prime appassionanti storie di Barks. Tuttavia qui si tratta di un dinamico duetto esclusivo tra Paperone e Rockerduck, assenti del tutto nipoti, Bassotti, Archimede od altri volti noti: ciò nonostante la storia scorre viva, appassionante, avvincente, fantasiosa, ricca di trovate esaltate dalle strabilianti e decise tipicità caratteriali dei due miliardari. Questo è possibile poiché, pur prendendo spunto e ispirazione fondamentale dal Barks anni cinquanta, gli autori nostrani riescono col loro fondamentale apporto nei decenni successivi a produrre storie modernamente evolute nella grafica, nella trama e nei personaggi, collaudati e perfezionati da migliaia di storie. Il vecchio McGold/Cuordipietra si sarebbe trovato a disagio nel complesso e dinamico mondo capitalistico moderno: azzeccatissimo e benvenuto pertanto il carattere del ‘giovane gaglioffo’ Rockerduck, miliardario rampante capace e spregiudicato, ideale figura di eterno secondo di Zio Paperone che con le sue nuove caratteristiche lo svecchia e rinvigorisce (una volta per sempre si noti, perché le sue caratteristiche mutuate dal mondo umano erano già allora come oggi attualissime) dandogli una iniezione di fresca vitalità, e in moltissime storie sfidandolo alla modernità delle più attuali e inimmaginabili sfide commerciali. E questa storia in particolare rende piena giustizia al fondamentale apporto di Rockerduck, anche perché una volta tanto zio Paperone appare più spregiudicato e scorretto di lui. La storia inizia infatti con una scena casalinga ed intima di zio Paperone (anche qui si noti la modernità di queste aperture, che ci fanno sentire il carattere vicino), destato dalla sveglia nel cuore della notte. Dapprima egli si stupisce esclamando ‘sst, maleducata, non si sveglia un pezzo grosso nel cuore della notte!’ , poi si ricorda che a quell’ora deve ascoltare presso un’apparecchiatura la voce di Rockerduck, trasmessa tramite una microspia, che nel sonno rivela lucrosi segreti. In tal modo Paperone ha la meglio su Rockerduck in diversi affari di cui nelle successive gustosissime scene. Il suo rivale scopre in seguito il trucco, elimina la microspia con una divertente beffa e a quel punto zio Paperone arriva al punto di infilarsi sotto il letto di Rockerduck per ascoltarne direttamente la voce ! Proprio in quell’occasione viene così a sapere che esploratori di Rockerduck hanno individuato una città realizzata interamente d’oro. Zio Paperone segue pertanto Rocker nel deserto e l’avventura diventa esotica. Lo svolgimento tipo safari on the desert è spigliato, accattivante e divertente, spronato in continuazione dall’avida foga spregiudicata dei due di superarsi per giungere primi alla città (Rockerduck a un membro della carovana: ‘Ehi tu, pancione, conducimi dal tuo capo!’).
C’e’ un inquietante mostro fantasy all’ingresso della città, un originale supplizio inflitto ai miliardari, movimentati ed inaspettati esiti ed un consueto disastro solo in apparenza conclusivo. Tra i particolari degni di nota : la ‘scatoletta musicale’, tramite la quale il popolo ha appreso la ‘nostra’ lingua, che trasmette le ‘nostre’ insulsaggini (quando spunta la luna nella pattumieera escono tre scarafaggi nella seera!); la collera del dio Musodoro; il sottile, subdolo, efficace ruolo del testone della statua nell’esito catastrofico; la macchina generatrice di terremoti. Il termine apparentemente negativo della storia nasconde inaspettatamente un risveglio e una ripresa positiva all’annuncio tramite un’altra ‘scatoletta’ di una nuova esaltante scoperta …
E la storia chiude su una suggestiva DINAMICA inquadratura di zio Paperone e Rockerduck in gara sui cammelli - mentre ancora battibeccano - nella luce del sole che tramonta, a dire ‘domani sarà un altro giorno, una nuova sfida con altre, inesauribili avventure’.