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Archimede Pitagorico e la città del poi

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Archimede Pitagorico e la città del poi
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Hon-ki-ton
Ombronauta
PolliceSu   (7)

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PolliceSu   (7)
    Archimede Pitagorico e la città del poi
    Martedì 16 Ago 2011, 23:28:01
    Nel Topolino #297 del 6 agosto 1961 veniva pubblicata la prima versione italiana
    di una breve storia di Carl Barks, che già nel tono fiabesco del titolo italiano
    - Archimede Pitagorico e la città del poi -
    preannunciava quacosa di diverso da un' avventura in un paese esotico.
    Come in una fiaba quale 'I nuovi vestiti dell' imperatore' in conclusione si  scoprirà una realtà
    molto meno affascinante di quanto l' ottimismo dei futurologi avesse fatto credere.

    Poco conta che l' intento didascalico in Barks fosse involontario oppure no: anzi, quest' ultimo caso mi parrebbe il più ammirevole, perchè rivelatore di una intuizione profetica che davvero pochi ebbero.

    Oggi è difficile capire quanto la rappresentazione di Barks fosse dissonante
    rispetto al coro inneggiante alle sorti magnifiche e progressive dell' umanità di quegli anni:
    ho ricordi personali della gioiosa sorpresa delle scale mobili e tapis-roulant in qualche viaggio a Roma,
    e di molte pagine del Corriere dei Piccoli che presentavano i nuovi treni monorotaia a levitazione magnetica,
    o i veicoli a cuscino d' aria che traghettavano tra Francia e Gran Bretagna.


    Insomma Barks in questa storia riversò tutte le novità che la fantasia ingegneristica andava approntando,
    più naturalmente qualche strabiliante invenzione di Archimede.


    ma svelò anche l' altra faccia della società che si plasma, volente o nolente,
    anche snaturandosi, per adattarsi a quelle novità.

    La vignetta forse più drammatica, e forse più attuale oggi che cinquanta anni fa,
    è quella dove Qui, Quo e Qua guardano sbadigliando i loro giocattoli che giocano da soli.


    Archimede Pitagorico e la città del poi è una di quelle storie che aiutano a capire con decenni di anticipo
    come andrà, o potrebbe andare,  il mondo, e insegnano a non farsi travolgere e a combattere
    per correggere la rotta prima che sia troppo tardi.

    Le tavole finali mostrano la ribellione di Archimede che sabota la sua stessa creatura
    per restituire la vita normale ai paperopolesi , calandosi qui nel classico ruolo del giant-killer solitario,
    caro alla cultura anglosassone e disneyana...


    ... ma anche un Archimede-Ulisse che conserva l' irrefrenabile aspirazione
    a qualche fugace svolazzo al di là delle Colonne d' Ercole.


    « Ultima modifica: Martedì 16 Ago 2011, 23:32:12 da Hon-ki-ton »
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