Avrei voluto recensire qui Paperino e lo spirito del 76 (che finora è la storia di Thomson che mi ha colpito di più), ma non ho fatto in tempo quindi riporto qui, coi dovuti aggiustamenti, una mia recensione di qualche tempo fa. Innanzitutto è ovvio che non sto qui solo a riversare sul thread il "raro e particolare" a prescindere dalla qualità, ma soprattutto di condividere con gli utenti quelle storie che
qualitativamente sono una sorpresa, e che non godono di una particolare fama rimanendo un po’ nell’ombra. Lo premetto perché sono stato recentemente e più volte tacciato per non avere gusto, proprio io, mah! Anzi sono tra i primi ad appassionarmi a ben altro che i valori secondari, quando mi ritrovo a leggere qualcosa. Ovviamente è parecchio raro che succeda di scovare in mezzo a queste rarità dei capolavori (o quasi), ma meno raro è invece trovare delle storie tanto gradevolmente riuscite da essere al di sopra della media delle altre storie presenti nello stesso ambito.
Nello specifico, parliamo di una
ten-pager uscita sull’albo
Walt Disney’s Comics and Stories 123 del Dicembre 1950. Non ha un titolo nell’originale, ed è una delle (credo 9 in tutto) storie pubblicate sull’albo mensile per tappare il buco lasciato all'infaticabile Barks, che in quel periodo curava sceneggiatura, matite, chine e lettering delle proprie storie, e oltre a quelle brevi su Walt Disney’s Comics and Stories, era impegnato anche nella realizzazione delle storie ad ampio respiro per Four Color Comics.
Paperino sonnambulo (l’unica disegnata da Riley Thomson tra i 4 disegnatori che si alternarono a Barks dal Febbraio al Dicembre 1950) è, anche a detta dei critici, sicuramente una delle più divertenti, abbastanza curata nei dettagli e beneficiata dai disegni fluidi e guizzanti di Thomson di cui, nonostante alcune espressioni di Paperino (vedi a questo proposito, come esempio, alcune pose di Paperino nella bella
Paperino e lo spirito del ’76) possano non essere gradite a molti lettori, di certo non possiamo non riconoscere l’abilità nel rendere fisicamente la dinamicità delle sequenze, nel fare sentire vivi e consistenti i personaggi sulla carta, di certo il suo non era un disegno piatto. (a volte una non perfetta inchiostrazione nascondeva quasi il tratto di Thomson, vedi a tal proposito
Paperino e le prodezze di Cip e Ciop). Paperino sonnambulo è forse sceneggiata dallo stesso Thomson (a quei tempi egli era story-man agli Studi Disney), che prese spunto quasi sicuramente da
Sleepy Time Donald, cortometraggio animato con Paperino distribuito il 9 Maggio 1947. In detto cortometraggio Paperino veniva assecondato nel suo sonnambulismo da una fin troppo paziente Paperina (che alla fine fingeva di essere anche lei sonnambula), mentre nel fumetto di Thomson (che forse risulta ancor più divertente del corto) sono Qui Quo Qua a tenere a bada lo zio, il quale combina guai a non finire (molto divertenti, assicuriamo), legati al progressivo sconvolgimento del povero poliziotto in cui Paperino e nipotini si imabattono ripetutamente. Nella quarta e quinta tavola Paperino si infila, da sonnambulo, nel letto di un individuo (non antropomorfo, ma un vero e proprio “essere umano”), che possiamo quasi affermare di essere la caricatura dell’animatore Fred Moore, migliore amico e “nume tutelare” di Thomson. Moore – la cui versione animata con ciuffo e nasone, nel ruolo di uno dei 2 cabarettisti (l’altro è la caricatura di Ward Kimball) di fine Ottocento, compare anche nel cortometraggio di Topolino The Nifty Nineties, diretto dallo stesso Riley Thomson e distribuito nel 1941 - sarebbe scomparso 2 anni dopo, si dice per i postumi di un incidente stradale, ma alcuni sostengono che si trattasse di alcolismo all’ultimo stadio.
E' stata ristampata 4 anni fa su Zio Paperone 209 del 2007, ma se si vuole cogliere al meglio il tratto di Thomson, consiglio l’edizione della storia in bianco e nero presente sul volume
Capolavori Disney 8 del 1992 (collana che personalmente amo tantissimo anche se la sto scoprendo solo di recente), dedicato proprio a Thomson che fu uno tra i massimi artisti capaci di serrare lo sguardo del lettore senza rischio di abbandonarlo fino alla fine (La tavola linkata qui sopra infatti non dice nulla del valore grafico della storia.). (Qualcuno qui aveva detto, molto condivisibilmente, che il modo migliore di pubblicare una storia è proprio il
bianco e nero).
Infatti delle sue storie degli esordi a volte sto porzioni di tempo ad ammirarne i disegni anche senza leggerne i testi. Però forse penso che Paperino e lo spirito del '76 sarebbe capace di catturare di più il lettore, a livello di sceneggiatura; poi a me queste storie piacciono tutt'e due. Chi non è capace di divertirsi e si sente investito dalla missione di dover tramandare ai posteri il Disney da tramandare, prego astengasi (per il suo bene, naturalmente).