Personalmente non capisco le critiche. E' vero che è sotto la media delle storie a strisce, tuttavia presa di per sè a me pare bellissima.
Diciamo che dopo due vicende impegnate gli autori confezionano una commedia leggera, molto godibile nel suo far tirare il fiato tra una avventura e l'altra (questa non era nemmeno la prima volta).
Tuttavia, malgrado il registro sollazzoso, Il selvaggio Giovedì continua il discorso della satira sociale cominciato con la precedente Lampada di Aladino, in modo comunque meno esplicito (fra l'altro in una scena si intravede su un'automobile il sindaco della storia antecedente; inoltre prosegue il tormentone del fruttivendolo a cui si rompe il carretto).
Infatti le istituzioni inizialmente sequestrano il ragazzo, ma quando non sanno come liberarsene lo restituiscono a Topolino di modo che si arrangi lui a farlo. Vediamo una società incapace di reagire ai danni causati dall'elemento ad essa estraneo, la quale non sa come integrarlo al suo interno nè cacciarlo ma si concentra nel cercare un capro espiatorio della situazione.
Interessante poi vedere Topolino frustrato: una caratterizzazione che esula dalle solite avventure e che dimostra come usare il personaggio in contesti diversi, mantenendone però intatto il proprio io.
E poi fa parecchio ridere.
Personalmente mi sono sbellicato quando Giovedì torna al punto di partenza dopo aver provato ad attraversare la porta girevole. E poi quando incontro l'uomo più selvaggio del mondo, oppure:
- E' entrato un elefante nel mio garage. Ora se n'è andato... e anche il garage
Per non parlare del modo in cui entra in scena: è una di quelle cose che scatenano l'ilarità perchè non se ne capisce il senso (non che sia fisicamente impossibile, ma perchè spedire una persona in una cassa di banane?). Azzarderei definirla un'idea quasi fantoniana.
Ancora, come si atteggia mentre l'avvocato lo accusa di star macchinando chissà quale diavoleria.
E poi, a me fanno ridere anche cose come "Club Congo"
Giovedi è decisamente stereotipato in tutto
Ma Topolino no, il quale è il vero protagonista. L'africano in effetti non brilla per personalità, ma è un pretesto per gag, un comprimario usa e getta che infatti dopo questa occasione non si è più visto
e i suoi comportamenti ricrdano parecchio quelli di Eta Beta.
Semmai è il contrario, in quanto Giovedì è arrivato prima. Lo specifico perchè detta così sembra che per creare il selvaggio gli autori abbiano copiato da Eta Beta.
Un passo indietro per Merrill De Maris.
Accetto tutto, ma questo no. Rendiamoci conto che questo autore è riuscito a portare una trama scarna a durare tre mesi e mezzo, senza annoiare, ma anzi interessando e divertendo il lettore. Sfido chiunque a trovarmi una storia prettamente comica che va così per le lunghe senza rimetterci in qualità.