Ma santo cielo, invece di estrapolare pezzi ad hoc, basta leggere la discussione per capire cosa piace (a tanti) di questa storia e che non ci si riferisce solo ad essa ma ad un periodo preciso nella produzione dei due autori. Il secondo messaggio di Jarmusch, il terzo del topic, è perfettamente esplicativo di ciò. Poi abbiamo capito che hai un senso dell'umorismo diciamo particolare, proprio per questo non capisco questo tuo continuo far notare, sempre con tono indisponente (perché questo conta parecchio), quanto la tal cosa non ti piaccia o la tal altra non ti faccia ridere. Perché non è possibile nessuna discussione: se dici "questo non mi fa ridere" o "i disegni sono brutti" di che vuoi parlare? Sono affermazioni che troncano ogni discussione. Non saprei nemmeno da dove cominciare a ribattere. Quindi pazienza, non leggere queste storie, a me personalmente non cambia nulla.
Comunque ti faccio notare che è una storia dove si parla (e si ride, cioè tu no, ma molti sì) di argomenti come guerra, bombardamenti, kamikaze (quindi attacchi suicidi), vecchiaia, Alzheimer (che non è una malattia degli ultimi anni, ma codificata da oltre un secolo) e altre cose che sicuramente dimentico. Certamente lo fa in maniera disneyana, quindi col sorriso, ma a me personalmente, nonostante le tante risate, la figura dell'eroe di guerra che si ritrova solo, malato e dimenticato ha sempre messo un po' di malinconia. Tanto di cappello quindi ai due che hanno tirato fuori questa storia, che mi fa ridere e però un po' mi intristisce ogni volta che la rileggo