Da metà degli anni sessanta fino all’inizio degli anni settanta le brevi storie di Amelia e Magò in cui tentano di sottrarre la ‘numero uno’ a Paperone sono molto divertenti ma si muovono sempre nell’ambito stregonesco tradizionale (la ricerca del grande anatema, il folletto Paddy, la nonna in abiti ‘fin de siecle’) ed Amelia appare vivere in un castello con Magò lontana dal Vesuvio. Le sofisticate alchimie moderne delle storie lunghe che la vedono intervenire sola contro i paperi non si confanno a questo tipo di storie, eppure è chiaro che rappresentano l’aspetto più nuovo e stimolante. La controprova è che allorché si è vista Magò assieme ad Amelia in una storia lunga (Zio Paperone e la falsa intervista
http://coa.inducks.org/s.php?c=I+TL++683-B) alle prese con le esperienze ed i ritrovati più moderni, essa con il suo aspetto goffo di strega tradizionale è apparsa subito a disagio limitandosi infatti ad un ruolo marginalissimo (a memoria non più di 3-4 vignette) del tutto superfluo alla riuscita – straordinaria – della storia. Con ciò non si vuol dire che il personaggio di Magò in se sia poco riuscito – anzi è simpaticissimo e trovo alcune storielle con lei davvero stupende – ma semplicemente la modernità del personaggio di Amelia abbisognava di nuove e totalmente diverse personalità (in seguito la ricchezza del suo personaggio le ha permesso di interagire direttamente, di volta in volta, un po’ con tutte le figure principali e finanche di allearsi con Paperone stesso: memorabile la copertina di Topolino ‘Paperone e Amelia Spa’
http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+1527-B).
Ecco quindi che nella storia ‘Zio Paperone e le streghe in azione’
http://coa.inducks.org/s.php?c=I+TL++812-A appare ad un certo punto una didascalia che introduce chiaramente un nuovo personaggio
‘Grazie all’aiuto tecnico di Archimede zio Paperone ha vinto il primo round. Ma ora anche Amelia, la strega che ammalia, ha un valido alleato in Roberta la studiosa esperta.’
Abbandonate le antitetiche e paciose fattezze di Magò con i pipistrelli del loro castello, Amelia risulta alleata con una cicogna (?) modernissima : sportivo miniabito dolcevita di maglia (con coda che spunta dal retro!), una permanente bionda riccioluta, gonfia e biondissima, orecchini ad anelloni, appuntito becco lungo e vivissimo sguardo penetrante la caratterizzano perfettamente. L’aspetto fisico è già di per se genialmente riuscito, in più essa appare vivere in un laboratorio dall’aspetto di hangar con due squadre come insegna e nella prima vignetta in cui appare è affiancata ad un dettagliatissimo tecnigrafo assolutamente identico a quelli che si trovano negli studi tecnici. Una ‘donna’ affascinate e volitiva, attiva e decisa. Ed il dialogo che segue ci svela che non è solo una tecnica esperta, ma conosce anche i misteri tipici del mondo della magia. Il resto della storia è al pari della straordinaria personalità di Roberta. In questa prima storia con Roberta la sua perizia tecnica – benché illustrata – non è approfondita, anzi abbandonata alla prima vignetta allorché essa afferma di temere che sul piano tecnico sia impossibile battere Paperone, in compenso lo stratagemma magico che architetta, il fatto che voli sulla scopa con Amelia e lo stesso titolo della storia che parla di ‘streghe’ al plurale, la colloca a metà strada tra una tecnica ed una strega.
Nella storia successiva ‘Zio Paperone e il turbinio magitecnico’
http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL++903-A la sua perizia tecnica è invece esaltata al massimo ed essa appare l’ideale pendant tecnologico di Amelia al pari di Archimede per Paperone.
L’identità e rivalità tra i due è espressa a chiare lettere e qui Roberta appare già come un personaggio consolidato e ben conosciuto (Archimede afferma ‘Roberta l’ha aiutata’, dando per sottinteso di conoscerla, lo stesso avviene con Roberta).
Anche questa storia è memorabile.
Purtroppo in seguito, nonostante gli ottimi risultati, il personaggio di Roberta rimane latente per addirittura diciotto anni, se si eccettuano le poche tavole di collegamento sul Classico seconda serie n. 20 ‘Paperone Special’ nel 1978
http://coa.inducks.org/story.php?c=I+CD+++20-A, realizzate per concludere la storia ‘Zio Paperone e il turbinio magitecnico’. Nonostante in esse Roberta appaia chiaramente in non più di quattro vignette, vale la pena di commentarle in quanto riescono a riassumere il suo carattere intraprendente e deciso, la sua amicizia sincera con Amelia e concludono compiutamente la sua esperienza negli anni settanta (ed ottanta, per quanto ne so) dandoci un’idea di cosa essa abbia fatto per tutto questo tempo: è rimasta normalmente nel suo laboratorio. Saputo dal corvo che Amelia giace ‘come un cencio’ sul tetto del deposito vola in elicottero a salvarla accompagnata da ‘Rinaldo, il pilota ribaldo’ (per similitudine col suo stesso nome), svelando anche un’ottima destrezza di mano – lodata da Rinaldo – nell’ agganciare l’amica col lazo. In omaggio alla sua vocazione più tecnologica nella storia che va a concludere, stavolta non vola al salvataggio con la scopa ma con un mezzo più moderno. Amelia sarà sua ospite sinchè non si sarà ripresa e poi tornerà sul Vesuvio. Gatti disegna Roberta col becco più corto mentre per il resto è del tutto simile a prima : mi piace anche in questa variante.
Le carte sono tornate a posto dunque, e fino agli anni novanta, (almeno leggendo inducks, e la mia memoria non mi suggerisce altrimenti) di Roberta non avremo più notizie. Purtroppo è tardi. Nella storia ‘Zio Paperone e il tallero firmato’
http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+1822-Aessa viene introdotta in seguito ad una debacle di Amelia del tutto analogamente al ‘turbinio’ e le sue qualità magiche e tecniche paiono presenti in egual misura (la ‘lanterna tecnico magica’), però poi l’avventura prende uno stampo klondykiano e la stessa Amelia nel vivo dell’azione è ignorata. Anche i disegni, ormai, secondo me sono scialbi.