Un pò di più...in realtà è Paperino che "crea" Paper-Bat al termine di una notte di disastri presentando il cugino costumato come supereroe in un pezzo giornalistico e inventandogli il nome. Non per niente, in un episodio successivo di fronte a un attacco di fifa di Paperbat, Paperino gli dice: "Vergognati! E IO CHE HO FATTO DI TE UN EROE!"
Vero, vero. Mi sovviene ora della festa in maschera, dei vari gorilla e di tutto il resto. Così come dei nipotini di Amelia sopraccitati nelle 12 fatiche, specie quello brutto col naso a patata (come si chiamava?).
Da piccolo ero lettore assiduo del Mega, in cui tutti questi personaggi "insoliti" comparivano più volte e la loro presenza non mi ha mai "sconvolto". Infastidito, forse, a volte, perchè magari non provavo empatia e simpatia nei confronti dell'uno o dell'altro character. Ma un po' i disegni, un po' le ambientazioni, un po' le storie proprio completamente diverse, (un po' il fatto che tempo fa non era poi così raro imbattersi anche tra le pagine del topo di storie con Beckett, Jose, Ser Lock e chi più ne ha...) mi avevano sempre fatto capire, anche da piccolissimo, di trovarmi di fronte una specie di Universo Parallelo, anzi Paperallelo.
Cioè, non avevo idea di dove fossero realizzate le storie, di stili Brasiliani, Danesi o quant'altro, però mi era inconsciamente chiaro che si trattava di un altro modo di concepire e vivere il mondo Disney. Non necessariamene quello sbagliato, o quello giusto, solo un altro.
E le 12 fatiche di Paper Bat si collocano proprio entro questi confini così particolari. Che non sono affatto un limite, semmai una diversa ottica con cui leggere la storia.