[1973]Zio Paperone e l'elmo del comando (Cimino/Scarpa/Del Conte)
Se negli anni '70 eravate ragazzini e conoscevate il significato delle parole "autoctoni", "appannaggio" e "costo della vita", avevate letto questa storia. E avevate ammirato i bellissimi disegni di Scarpa, il forbito linguaggio di Cimino, e vi eravate divertiti a leggere questa simpatica avventura siderale in cui lo Zione si offre volontario per governare un piccolo pianeta alla disperata ricerca di un capo.
La storia offre lo spunto per una riflessione tutt'altro che banale sul potere e sull'esercizio dello stesso, sui doveri di chi si assume l'onere del comando. Nel mondo ideale di Cimino non è il popolo agli ordini del capo, ma quest'ultimo al servizio dei suoi sudditi: un servizio che non può limitarsi al "non far danni" ma che richiede di agire attivamente.
Alzi la mano chi non ha mai pensato quanto sarebbe bello poter avere anche sulla terra un efficiente Elmo del comando, che analizza le vere intenzioni dei potenti e le punisce quando non corrispondenti al bene del popolo... ma nella nostra imperfetta realtà l'elmo del Comando non esiste, e dobbiamo essere noi stessi, con la partecipazione democratica e la vigilanza, a svolgerne le funzioni.
Un po' in sordina, in questa storia Cimino tocca anche un altro importante argomento: quello del progresso tecnologico. Gli abitanti del pianeta conducono una vita semplice e solo apparentemente retrograda, ma, si scoprirà, hanno a loro disposizione una tecnologia avanzatissima, frutto di ricerche e studi che non sono mai stati interrotti, ma anzi continuano e producono nuove scoperte. Ciò che non serve non viene utilizzato, ma messo da parte, per futuro utilizzo. Un piccolo felice pianeta che sa veramente di utopia ciminiana