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Invogliato da qualcuno che faceva notare come nell'attuale numero del Topo ci fosse un autoriferimento di Fabio Michelini che ripropone le tre stelle Altiria, Siderea ed Esmeralda ho letto questa storia pubblicata su Topolino num. 1724.
Devo dire che lo stile del compianto Scala mi è piaciuto parecchio (anche se la Miss Paperett è decisamente più giovane del solito) e la trama è davvero piacevole e scorre bene.
Magari la rappresentazione delle tre stelle e della mezzaluna con sembianze umane potrebbe essere un elemento eccessivamente fantasioso (se non infantile) però il loro diretto e potente influsso sui protagonisti rende la storia abbastanza movimentata e a tratti persino paradossale e divertente!
Sono curioso di leggere la recente storia dove vengono riproposte queste simpatiche stelline.

Ha un'omonima a quanto pare, e di Cimino per di più!!!

Ricordo le tre stelle personificate – ma ho preferito infinitamente l’omonima del 1970.

Uno di quegli innumerevoli mattoncini meravigliosi che hanno costruito il mondo papero perfetto.
Il verbo fondamentale è il classico ricercare il tesoro ma le infinite ed originali modalità della sua declinazione hanno costituito una malta cementizia tra i mattoncini così efficiente da innalzare negli anni una vera torre di Babele di espressività.
Si parte con la dialettica Paperone-nipoti basata sulla diversa esperienza con qualche momento nostalgico, poi, in un universo privo di ogni altro essere fuorché un indiano che salta fuori ogni tanto dal nulla, l’ingordigia dello zione dovrà venire a patti, in modo simile a diverse altre storie, con la necessità di sopravvivere. Una natura sempre intrigante, curiosa, allettante e misteriosa. E l’esilarante colpo di scena finale lo vedrà definitivamente atterrato, mentre Paperino e nipoti con la loro solare semplicità riusciranno casualmente a godersi un po’ di polvere di stella.

C’e’ ormai una dinamica ed un’ironia  perfetta tra i paperi che non rende più temibile l’avidità di zio Paperone – nel caso in cui si fa seria intervengono i nipoti con  altrettanta risolutezza.

Disegni ottimi, notare tra l’altro il volto di Zio Paperone mentre si protende sulla roccia vetrificata ‘Non ho mai visto una luce tanto intensa!’

Ricordo le tre stelle personificate – ma ho preferito infinitamente l’omonima del 1970.

Quoto Paperotto. La "polvere di stelle" ciminiana è un esempio da manuale della "poetica" di questo autore, magnificamente resa da un Cavazzano nel suo periodo d'oro. Decisamente un capolavoro che resta impresso, infatti ricordo piuttosto nettamente la fortissima impressione che mi fece quando la lessi da bambina.

E' successa da bambino la stessa cosa a me, l'atmosfera magica mi aveva incantato !
Ricordo persino la rara circostanza di 2 due pagine ripiegate perchè avevano il difetto dell'angolo eccedente, sul Classico Megapaperone.