Intorno a questa parodia di assoluta qualità è stato detto già molto, e mi vorrei limitare quindi solo a qualche noterella sparsa.
Innanzitutto ciò che mi ha sempre colpito è che nonostante la vastità e la profondità della materia che deriva la sua ispirazione da più di una fonte di grande autorevolezza, come altrove osservato, principalmente Marlowe, Goethe e Mann, l intreccio riesce comunque a mantenere una perfetta coerenza e unità di intenti senza disperdersi in vari rivoli e godendo di una grande compattezza dall'inizio alla fine. Il prologo in cielo goethiano è sapientemente sostituito da un "prologo in terra" che, giocando sui caratteri precipui dell'avidita di Paperone e della furfanteria bassottesca, dà origine alla causa prima del contendere fra i due feudi. Da qui poi le ispirazioni letterarie (ma anche grafiche e pittoriche, per non citare nuovamente il Mefistofele dell'Albertarelli o i diavoli di Bioletto, vorrei notare le reminiscenze del San Gerolamo nello studio di Antonello da Messina con l iconografia dello studio di Paperus, o l ispirazione dei dirupi scoscesi infernali di Doré; la scena del giardino nel momento del patto con il diavolo sembra poi scaturire da uno dei bozzetti per le scene operistiche di un Medistofele di Boito o di una Damnation de Faust di Berlioz) dicevo le ispirazioni letterarie si muovono libere spaziando dai poemi omerici, il rapimento di Margherita come motivo ulteriore del prosieguo della guerra, all'Orlando ariostesco nella leggerezza sempre cangiante e tutta rinascimentale dei duelli, delle corse, della cavalleria, e poi di nuovo a Goethe con un sabba infernale nella stamberga di Nocciola che pare la rappresentazione grafica della notte di Walpurga.
Una simmetria affascinante e tuttavia contrapposta ancora con Goethe la si trova nell'estasiata affermazione di Paperus "questo è il più bel giorno della mia vita..." Che precede immediatamente la risoluzione finale con l'entrata in campo delle forze infernali, affermazione che ricorda da vicino le ultime parole di Faust "Verweile doch, du bist so schön!" (Fermati o istante, tu sei così bello!) prima di esalare l'ultimo respiro e liberarsi dal patto col diavolo (ovviamente non si considera tutta la seconda parte dell'opera o Urfaust); la contrapposizione ironica e crudele deriva dal fatto che mentre nel poema di Goethe il raggiungimento del proprio scopo coincide per Faust con l'invalidamento del patto demoniaco e la conquista della beatitudine, per Paperus, la rottura del contratto significa la perdita di tutto ciò che più desiderava, trasformandol'esito finale in una dannazione in terra che culmina con il tragicomico trionfo del conte Gastone, trionfo reso ancora più crudele dalla presenza soltanto accennata del conte, che non comparendo mai rende la sua figura di fatto ancora più opprimente.