Gli anni ottanta sono quelli del passaggio generazionale delle storie, assolutamente evidente nell’esemplificazione stessa che la cronologia di Sganga mostrerà mano a mano. Si parte nel 1981 con una storia a buon diritto radicata nel filone dei decenni precedenti e si chiuderà nel 1989 con un fumetto molto diverso.
33. ZIO PAPERONE E I SEMI DELLE ESPERIDI
http://coa.inducks.org/s.php?c=I+TL+1338-AC’e’ qualcosa che appesta l’aria respirata da Paperone che fa jogging sul tetto del deposito. Si tratta degli effluvi zuccherini della mini raffineria Sganga e Brigitta, che smercia zucchero filato a poca distanza. La lunga esperienza in affari dei due ha permesso che stavolta la storia inizi immediatamente con un business di successo, dalla produzione di piante di canna da zucchero al commercio di zucchero filato tutto in proprio con proficui risultati. Paperone vuole liberarsene e li mette sulla falsa traccia del mitico giardino delle Esperidi, ma se esistesse davvero ? Ecco quindi che li segue ed i tre vivono un’indimenticabile avventura proprio in questo giardino, alle prese con tre belle ninfe e il drago guardiano dei frutti d’oro. Come nelle ‘palme da colla’ rivalità ma anche collaborazione tra i tre nei momenti difficili. Al termine sembra tutto essere stato un sogno, eppure Brigitta si ritrova in tasca semi dell’albero dai pomi d’oro, che aveva raccolto in quel mitico giardino, e con Sganga li pianta nella serra. Spiati dal tetto del deposito da zio Paperone, nascono strani frutti neri polposi che si rivelano pieni di petrolio ! Lo zuccherificio diventa quindi una mini raffineria di petrolio e lo jogging mattutino vedrà il papero miliardario con la maschera antigas, mentre Sganga e Brigitta per una volta concludono con successo ancora maggiore i loro affari. Storia molto riuscita, ritmata, avvincente e sorprendente in molti aspetti. La logica affaristica stavolta da ragione ai due soci e Brigitta non rinuncia a tutto per il consueto momento romantico con Paperone. La lunga esperienza e pratica nelle storie con questo trio rende possibile, ben accetto ed anche auspicato un finale per una volta diverso.
Ma questo fumetto, proprio a vent’anni dal primo apparire di Sganga, rappresenta purtroppo anche il canto del cigno di questa generazione di storie. Considerato i primi 2-3 anni di collaudo/maturazione abbiamo avuto ben oltre 15 anni di storie meravigliose, un risultato comunque eccellente. Allorché sparuti e coraggiosi tentativi di ricomporre il trio protagonista di simili avventure riaffioreranno negli anni seguenti (si veda ad esempio, sotto, nel 1985 Giorgio Bordini), essi sembreranno isolati scogli in un mare che va cambiando. Scogli per ora ancora sicuri ma, ahimè, l’alta marea è incombente.
34. IL MATRIMONIO DI ZIO PAPERONE
http://coa.inducks.org/s.php?c=I+TL+1510-APStoria in due puntate di ampio respiro e una certa ambizione (in un certo senso la giusta importanza riconosciuta a tutte le innumerevoli occasioni precedenti in cui Paperone si è trovato nella stessa impasse), ottimamente illustrata dall’eccelso Massimo De Vita, il cui tratto – pur sempre magnifico - tuttavia va un po’ esasperandosi e personalmente lo preferivo prima. Stavolta zio Paperone ha progettato un centro commerciale da edificare su un suo vecchio campo da golf (su cui perse "la scommessa del secolo" con Rockerduck, che rese quest'ultimo ricchissimo). Per portare a termine il progetto ha bisogno anche di un minuscolo pezzetto di terra di proprietà di Brigitta e l'unico modo per ottenerlo sembra la comunione di beni del matrimonio. La papera è però ormai ben smaliziata ed incarica Filo Sganga di indagare sulle vere ragioni dell’apparente amore di Paperone. Il ruolo giocato dallo sgang..herato affarista è quindi breve ma molto importante in quanto riesce a scoprire – buffamente applicandosi nottetempo su leggi e regolamenti - la verità. Inutile dire che, complici una serie di saporiti interventi ‘ritardatori’ dei nipoti per favorire l’usucapione del terreno, il matrimonio andrà a monte, ma Zio Paperone riconoscerà comunque a Brigitta un ruolo di responsabilità nel nuovo centro commerciale, mentre la vignetta terminale la vedrà ancora rivolgergli di sottecchi uno sguardo languido e la costante intenzione, prima o poi, di riuscire a conquistarlo.
35. ZIO PAPERONE E I TELEFONI RUBA AFFARI
http://coa.inducks.org/s.php?c=I+TL+1514-B Scrittori e disegni nuovi introducono Sganga in una nuova era e stavolta è presentato in una veste insolita e degna dei più strappalacrime romanzi dickensiani. Si apre infatti la vicenda con un Filo smagrito, macilento e dalla giacca rappezzata, che sotto la neve guarda smanioso – controllato dai vigili occhi di guardiani carognoni – i palazzi del potere di Paperone e Rockerduck.
Darebbe l’anima pur di mettersi in affari con loro. Per fortuna non sono più i tempi della crudele Londra vittoriana del secolo scorso e Filo si mette in società con due esperti informatici per realizzare videoterminali capaci di trasmettere informazioni alla scrivania da tutta la rete delle attività economiche di un soggetto, da vendere in primis a Paperone e Rockerduck. Non sa però che i suoi soci a sua insaputa inseriranno un circuito spia per soffiare gli affari migliori.
36. ZIO PAPERONE SOCIO PER FORZA
http://coa.inducks.org/s.php?c=I+TL+1564-BUn sentito ringraziamento al grande Giorgio Bordini (RIP) per avermi fatto ritrovare, nei procellosi anni ottanta, ancora qualche volta il suo ottimo disegno (versione ’70, in quanto nei ’60 era in maturazione, mentre dopo gli ‘80 cambierà ancora). Leggerlo è stato come approdare ad un lido sicuro nel mare in tempesta. Zio Paperone rimette persino la palandrana blu, mentre il commercio di frittelle oggetto del contendere riecheggia ‘le fragole di Brigitta’ di vent’anni prima ed altre attività ancora che i nostri due hanno intrapreso sfacciatamente accanto all’imponente organizzazione Paperoniana. Per quanto non ci sia più l’immensa ricchezza inventiva delle storie precedenti, l’idea che permette il successo commerciale a Sganga e Brigitta ricorda tutta la serie di indimenticabili avventure del trio, si sviluppa bene e non manca di avvincere. C’e’ persino uno straripamento finale in Paperopoli dell’impasto delle frittelle che richiede l’intervento punitivo – anch’esso di buona memoria – del giudice. Una storia che ho apprezzato infinitamente, perché ha ricreato l’atmosfera magica degli ‘anni ruggenti’.
37. ZIO PAPERONE E L’AFFARE IN ALTO MARE
http://coa.inducks.org/s.php?c=I+TL+1567-BL’operazione nostalgia non si esaurisce in quanto, dopo soli tre numeri, riecco Bordini offrirci nuovamente zio Paperone in palandrana blu nel consueto terzetto.
Stavolta inoltre come autore ci offre uno spunto assai intrigante, costruito originalmente ma del tutto appartenente al carattere dei personaggi. Brigitta sta pensando quanto sia bello starsene accanto al fuoco mentre fuori nevica, ed ancor più bello sarebbe se vi fosse anche Paperone. E proprio qui bussa alla porta Paperone stesso, che ha preferito per risparmiare recarsi da Brigitta per ripararsi dal freddo piuttosto che entrare in un bar a bere una cioccolata calda. Il freddo patito nei suoi ambienti non sufficientemente riscaldati l’ha debilitato così gravemente che si rende necessario il soggiorno in un posto caldo. In queste vignette si ha veramente l’impressione del calore umano di Brigitta che si prende cura di un anziano papero, il quale quasi ci fa pena per come si è ridotto con la sua taccagneria. ‘Il freddo deve averlo ammansito, speriamo che duri’.
Sganga sta guarda caso lavorando come guardiano del faro in un’isola tropicale e qui Brigitta accompagna Paperone per la sua cura elioterapica.
Sul luogo lo zio di Filo, guardiano precedente, aveva raccolto molte conchiglie sulla spiaggia, mettendole in un buco sottoterra dove, complici la salsedine e un incidentale riversamento di vernice blu, sono divenute sfolgoranti come zaffiri. Filo quindi le vuole trasportare a Paperopoli a spese di Paperone per venderle, ma sarà costui d’accordo ora che si è ripreso ? E come potrà negarlo a Brigitta con tutto quello che ha fatto per lui ? ‘Vecchiaccio ingrato, non ti ricordi com’eri ridotto quando sei arrivato qui ?’
L’epilogo ci ridona un’azione ricca e movimentata – con riuscito disastro finale - analoga alle storie del passato. E non ci dimentichiamo la vicenda ‘umana’ sensibile e particolare che ha dato origine all’azione. Una chiusura pertanto in bellezza dell’avventuroso ciclo tradizionale del trio, che raggiunge pertanto con ciò i 24 anni.
E’ giusto pertanto rendere onore nell’occasione a Giorgio Bordini che ha saputo conservare intatta la magia di questo tipo di storie in questi anni di cambiamenti : sarebbe inutile elencare le centinaia di storie magnifiche che ha disegnato in quasi quarant’anni, evidenzio in particolare il fatto che anche gli estimatori delle storie più recenti ne possono apprezzare il tratto, perchè a partire dai primi anni novanta e per quasi tutto il decennio (è scomparso nel 1999) si è espresso efficacemente anche col nuovo stile.
Idealmente, pur con certa forzatura, possiamo suddividere il nostro ciclo di storie in tre parti perfettamente equilibrate : 5 anni di maturazione (1961-1966) – 15 anni di splendida fioritura (1966-1981) – 5 anni di decoroso declino (1981-1986). Anche il personaggio Sganga, dal canto suo, dimostra chiaramente quale sia stato il periodo d’oro.
L’ultimo quinquennio degli anni ottanta, benché veda Sganga sempre meno protagonista, saprà comunque valorizzare in piccoli ruoli la tipicità del personaggio, ancora talvolta disegnato da artisti della vecchia e insostituibile generazione, come vedremo nel prossimo intervento.