Alla faccia del politically correct che impone oggi il vogliamoci bene a tutti i costi e poi altro non è che l'ipocrisia dominante moderna: "il grande Barunz" è lo specchio di come si viveva (e pensava) in quegli anni dove, temi come la disoccupazione, il fallimento personale, la disoccupazione,l'accattonaggio, la morte, sono affrontati per quello che sono senza troppi scrupoli o giri di parole e dove indubbiamente pesava molto sulla testa delle persone, il giudizio sociale del corretto verso l'ingiusto, il deviato, etc.
Concordo anche io su un Paperone molto violento avverso il nipote Paperino, ma non solo: gli indiani che catturato il Rosso sono sul punto di fargli la pelle, il poliziotto che picchia Paperino, la tigre divoratrice nel recinto, tutte situazioni tipiche di un fumetto molto vicino al reale, di una generazione forse più vicina al quotidinao, di quanto non lo è oggi, dove alcuni paletti, a volte necessari, tendono a stoppare temi spesso delicati.
C.S.