RISPONDO ALLE INTERESSANTI OSSERVAZIONI DI ML-IHJCM, che mi hanno costretto – felicemente – a rispolverare dall’archivio e dalla memoria tante belle storie.
Hai ragione, se non nell’Olandese l’impetuoso fantasticare in Barks lo troviamo certamente nelle storie da te citate, che posseggo tutte (salvo quella di Topolino) e le avevo lette moltissimi anni fa. Curioso che ricordassi a memoria solo la trama dei terremotari. Sono storie molto belle ed avventurose che mi sono piaciute, denotano grande capacità ed abilità, ciò è fuori discussione. Tuttavia una serie di fattori mi fa preferire di gran lunga le storie italiane del quindicennio 1965-1980:
- I disegni mi appaiono più spigliati, vivaci, dinamici e stilizzati, ne avevo già parlato.
- In Barks c’e’ spesso troppo testo nei ballons che rende poco scorrevole la lettura, ciò per come concepisco io il fumetto (trama ben strutturata ma resa con dialoghi sintetici – non è facile ma vi riuscivano - grande importanza di disegno e azione) è un grave difetto.
- I rapporti tra i paperi sono più vivaci e decisi, in Barks a paragone sembrano un po’ annacquati.
- Ci sono in Barks spesso immagini di personaggi vecchio stile secondo me ancora un po’ troppo naturalistici e quindi impressionanti (i becchi lunghi nel segreto del vecchio castello, gli uomini di Atlantide nello skirillione, Truffo de’Arpagoni nell’Oca d’Oro – questo licantropo veramente potrebbe turbare i sonni di un bambino piccolo, idem dicasi per Smorgasbord della vivacissima (impetuoso fantasticare) forze occulte. In seguito l’evoluzione della grafica e del gusto sono riusciti a produrre mostri meravigliosamente strampalati ma stilizzati che perdessero le caratteristiche animali accentuate così sgradevoli. Il disegno è gran parte del fumetto e non va sottovalutato.
- E’ ancora assente in Barks quella familiarità di situazioni ed azioni che ci fa sentire i paperi sempre più vicini ed amici ben conosciuti. E nei suoi anni è del resto impensabile per la mancanza della necessaria esperienza, che nel quindicennio 65-80 era invece già ben consolidata. Esempi nell’Olandese di Cavazzano : * lo scontro Paperino – Zp per la partenza all’avventura (sintetica tosta e spigliata, in una sola vingnetta : Paperino ‘qualcosa mi dice che non verrò’ , ZP : ‘questo bastone mi dice che verrai). Non si può obiettare cattiveria, eccessiva crudezza od altro perché l’onnipresente ironia IN QUESTI ANNI è sempre attentamente dosata ad equilibrare le partite. Lo faccio notare ogni volta. *Rocker che si mangia il cappello (una sola azione per far rivivere in noi tutte le sue altre scornate : momento magico);* Paperino che ogni tanto guarda il lettore per dire che crede poco al lieto fine (accenno delicatissimo ma efficace di metafumetto);
- Riferimenti al mondo reale che spesso nel quindicennio citato – con la rilettura ironica propria di queste storie – afferiscono a seri problemi moderni sempre attuali vivacemente dibattuti in quel periodo. Anche in questo caso è estremamente difficile affrontarli con la giusta dose di ironia adatta ai paperi, eppure gli autori vi riescono, non è cosa da poco (cito per il femminismo ad esempio ‘Paperino e la perfezione domestica’ e molte storie con Brigitta tra cui ‘zio Paperone e il connubio delle nubili’ – per l’uso ed abuso dell’ambiente naturale per esempio ‘Zio Paperone e il ritorno alla natura’ ‘Zio Paperone e il caldogelone’ ‘Zio Paperone e la nuova glaciazione’ ‘Zio Paperone e lo specchio solare’ – per le istanze di giustizia sociale ci sono per esempio innumerevoli vicende di Paperino e Paperinik).
- L’organicità e complessità delle grandi sfide industriali, commerciali e tecnologiche che zio Paperone affronta, che corrono parallele ad un mondo reale ed umano sempre più sviluppato in tal senso. La tecnologia in Barks è ancora il futuribile anni cinquanta sconfessato dai fatti pochi anni più tardi (guardare le pur fantasiosissime e magnifiche astronavi nella luna a 24k), mentre alla fine degli anni settanta era possibile attingere ad una tecnologia già credibile anche per il mondo d’oggi.
E potremmo continuare ancora.
Sarà pure solo la mia opinione ma rispetto a questa valanga di suggestioni così sapientemente modellate e fuse mirabilmente nei personaggi in tante storie indimenticabili, l’innegabile bravura di Barks mi appare un ricordo lontano e sbiadito.
NON SI TRATTA DI DEMERITI DI BARKS MA DI CARATTERISTICHE PROPRIE DELL’EPOCA INSITE NELLO STESSO CONTESTO STORICO IN CUI HA OPERATO
Tutto questo mi pare naturale per la stessa evoluzione positiva di questi fumetti che si è avuta. Fermo restando che IL MERITO DI BARKS E’ ALL’ORIGINE DI TUTTO COSI’ COME LUI E’ STATO L’INDISCUTIBILE MAESTRO, trovo che parimenti molti allievi l’hanno superato dando risultati decisamente migliori.