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Questa storia di Bottaro mi ha sempre un po' inquietato. L'alter ego di Archimede non dico che mette paura ma ha qualcosa che turba. Il modo in cui si nasconde dietro gli alberi, i muri, nel bagagliaio di Paperino etc contribuisce a creare una atmosfera un po' da film di fantasmi. Si prova empatia per Paperino quando dice che e' bello restarsene in casa e non dover essere costretti a uscire ed affrontare lo scherzomane! Questa parola mi e' rimasta impressa per anni.Potrei usarla come nick....

E' la stessa cosa che ho sempre pensato anch'io di quest'originale rilettura del mito di mr. hide e ciò che trovo eccezionale è il fatto che bottaro riesca a generare un'atmosfera di inquietudine palpabile, quasi horror, con il pretesto degli scherzi! La lettura ti prende talmente da dimenticare che non si stanno leggendo le gesta di un serial killer (anche se la figura dello scherzomane li ricorda eccome!) ma di un buontempone la cui massima pericolosità può essere uno scherzo un pò pesante: il tutto ha qualcosa di geniale .

Si si piccolobush vedo che anche tu hai avuto la stessa sensazione. C'e' una vignetta ini cui paperino scappa in macchina per andare a prendere i nipotini, nella vignetta successiva si vede lo scherzomane spuntare dal bagagliaio e sembra davvero uno di quei serial killer vestiti da pagliaccio o comunque da figura all'apparenza bonacciona.

E' una storia che adoro... stupenda!

Confermo tutte le sensazioni sopra descritte, vi è a par mio un che di sottilmente inquietante nell'isterismo allucinato dell'alter-ego di Archimede... negli abiti, nella pettinatura folle che copre i suoi vispi occhi, occultandone ogni barlume di intelligenza!!!

D'altronde reputo Bottaro uno degli autori più abili per quanto riguarda l'evocazione estetica di sensazioni stranianti ed alterazioni narrative varie.

Già...una storia inquietante ed onirica quasi come quelle di Siegel.
Una curiosità: Scala collaborò alla storia in oggetto.
Una sorta di presagio della sua carriera futura, dal momento che di storie inquietanti ne disegnerà poi parecchie con la regia di Siegel, ma anche per altri.
(Rubharape)

Questa storia inchiostrata da Bottaro mi è capitata fra le mani per la prima volta nel Classico Disney prima serie "Paperino Cocktail", acquistato fresco di stampa nel mese di marzo del 1968, quando facevo la seconda elementare .

A 39 anni di distanza la vignetta che ancora mi rimane impressa è quella in cui Archimede, subito dopo la sua trasformazione in"scherzomane", rompe con una martellata la testa di Edi (costretto subito dopo a riavvitarsi una nuova lampadina sul collo ).

Al di là della serie di gags simpatiche e divertenti escogitate da Chendi nella sceneggiatura, e al di là della caricatura delle componenti noir, rilevate in maniera minuziosa e precisa da tutti e 4 gli utenti intervenuti nel topic, ci sono diversi elementi che, in maniera analoga o specifica rispetto ad altre storie, rievocano meravigliosamente un'atmosfera "anni 60". Specifica per esempio è la pannizza calata davanti agli occhi dello scherzomane. Tipicamente "beat", vicina all'immagine del rokkettato pazzo che suona, balla e canta, che qui viene semplicemente sostituita da quella del "pazzo burlone" che somministra scherzi a ruota libera. Analoga a come appare in molte altre storie del periodo è la forma della lampadina che fa da testa a Edi, e che ricorda molto da vicino la forma delle valvole dei televisori e degli apparecchi radio valvolari che ancora venivano costruiti negli anni sessanta, malgrado le nuove tecnologie che già si affacciavano all'orizzonte....eccetera .................

 Uno splendido tuffo nel passato...negli anni cari dell'infanzia, ma che è in grado di affascinare anche i bambini che oggi la ritrovano in una a caso fra le varie ristampe apparse dopo la prima pubblicazione del 1963

Già...una storia inquietante ed onirica quasi come quelle di Siegel.

Già! Voi cosa fareste se un pazzo con il pallino per gli scherzi imperversasse per la vostra città pronto a colpire nei momenti in cui meno ve l'aspettate?

La storia dello scherzomane la lessi per la prima volta tanti anni fa in un volume cartonato omaggio per gli abbonati a Topolino (penso fine anni sessanta). Anche a me ha sempre creato un senso di disagio...piacevole ...leggerla, e.. rileggerla. Il comportamento atipico dell'alter ego di Archimede comunque mi è rimasto impresso nella memoria da quegli anni dell'infanzia ( sono del 1959) fino  ad oggi. Concordo l'opinione  sulla bella e inquietante sequenza dell'uscita dal bagagliaio dell'auto e sulla martellata alla piccola  lampadina EDI.
Grazie a tutti per aver evocato questo bel ricordo.
Gabriele

Una storia che attendevo di leggere. Come già detto da alcuni di voi, questa storia associa diversi stati d'animo, dalla paura al divertimento, il tutto con un protagonista meno consueto del solito come Archimede

Concordo pienamente sulla sensazione un po' paurosa che si crea - l'ho sentita bene avendo letto la storia da piccolo su una ristampa in un Classico WD . E' anche accentuata dai colori scuri (se non ricordo male) e dal fatto che gli occhi di Archimede sono nascosti da un 'nido' di capelli divenuto molto più cespuglioso. Poi intrigante e geniale il fatto, come dicevate, che in fondo l'atmosfera sinistra nasconde null'altro che ... scherzi innocui. E ancora il fatto della rarità di Archimede protagonista e ancora e ancora... a great show, we miss it !

Questa storia inchiostrata da Bottaro mi è capitata fra le mani per la prima volta nel Classico Disney prima serie "Paperino Cocktail"

Anch'io ho questa storia in quel classico e ho notato, nella quinta tavola (pag. 85) che alcune nuvolette sembrano riscritte per mettere la storia in continuità con le tavole di raccordo (in cui Paperino e i tre nipotini, come da conclusione di Paperino e la scuola modello, vivono in un casello ferroviario).
Qui sotto trascrivo il dialogo, chiedendo se qualche utente con la pubblicazione originale può fare gentilmente altrettanto con la sua versione.
2° vignetta
ARCHIMEDE: Non dirmi che la sostanza, fornita ai tuoi nipotini per lucidare le rotaie, era sostanza esplosiva!
PAPERINO: Sì!
3° vignetta
P: Per colpa tua siamo rimasti senza tetto! Ci allestirai in giornata un appartamento di tre camere, cucina, cucina, ripostiglio e doppi servizi! Più box!
A.: D'accordo, Paperino! Scusami!
4° vignetta
P.: Dimenticavo! La direzione delle ferrovie mi ha addebitato 10.000 dollari! Mettiti in testa che sarai tu a pagarli! Sgrunt!

Gran bella storia, letta stasera e tuttavia non mi ha lasciato quel senso di inquietudine di cui tanti hanno detto. Sarà dunque vero il principio per cui certe storie ti lasciano particolari sensazioni e vibrazioni solo se hai avuto la fortuna di leggerle da bambino? La scena di Archimede, che pure non ha mai fatto uno scherzo in vita sua, davanti al giudice, è di un realismo quasi toccante. L'imbarazzo di un uomo probo, che sà di aver causato, seppure involontariamente, un problema alla comunità.

Indubbiamente, Gilberto. Pensa al topic ‘Zio Paperone e il sosia elettronico’, di cui MarioCX conserva ancora il ricordo d’infanzia della tensione inquieta. Quella stessa storia, avendola io letta per la prima volta solo da poco, evidentemente non mi ha impressionato nello stesso modo però ne ho colto pienamente la sensazione, che in un bambino è certo notevolmente amplificata.

Tuttavia penso che storie simili possano tranquillamente essere lette da bambini di 7-10 anni (a seconda dei casi), primo in quanto è bene sperimentino blandamente alcune sensazioni che prima o poi a scuola o altrove possono trovare. Secondo ma altrettanto importante :  i nostri Autori sono dei maestri anche nell’equilibrio, nella sensibilità e nella misura, dunque circa a partire dalla seconda metà degli anni sessanta non propongono mai nulla di eccessivo e lo sbocco della situazione è sempre positivo. In tal modo si educano i più piccoli a non avere timore delle circostanze avverse, poiché si mostra che affrontandole si risolvono.

Nel Signor Scherzo – in verità apparsa in anni che in proposito forse nascondevano ancora qualche insidia - vi è poi l’allegria delle trovate che l’inquietudine del suo agire nell’ombra  infine produce.
Ricordo come da piccolo fossi rimasto male quando Archimede sghignazzando rompeva con una martellata la lampadina (ovvero la testa!) di Edi. Ma nella vignetta successiva felice ridevo allorchè quest’ultimo si rimontava da se una lampadina di ricambio !