Con questa considerazione hai colto un punto fondamentale.
In queste storie la coerenza spazio temporale è essenzialmente presente in quanto funzionale allo svolgimento ma lascia spazio a larghe sacche di fantasia che, non mi stancherò mai di ripeterlo, sono una imprescindibile ricchezza e bellezza. Il lettore è talmente preso dalla situazione che il riflettere sulla logica spazio temporale (al difuori, ovviamente, come detto, di quella legata allo svolgimento) è l’ultimo suo pensiero. Quando vedo Paperino e Paperone prendere al volo il jet all’inizio non mi chiedo che giorno è che ora è quanto tempo staranno via eccetera, se non nella misura in cui questo in qualche modo abbia implicazioni nella trama : in proposito menziono ‘Zio Paperone e la colossale calunnia’ quale calzante esempio di precisa scansione temporale che alla bisogna viene utilizzata.
E è certo perché io sono felicemente nato, cresciuto e tuttora vivente in questo mondo papero fantastico che ci fa ancora ridere sul battipanni usato sui nipotini e sui 999 anni di lavori forzati inflitti a Paperino, che non apprezzo per nulla le impostazioni realistiche che autori più recenti – tra l’altro con enorme successo – hanno proposto. Mi sembra qualcosa di diametralmente opposto a questa fertile e fervida fantasia e alla lunga minano, sviano dalla vera importanza di queste storie mitiche battibeccandone l'imprecisione. E non si possono obiettare qui bambinate e disimpegno in quanto l’equilibrio tra il reale e il fantastico è ben dosato, nel caso anche sapendo far riflettere, in modo assai più profondo e sincero (se ne è discusso ampiamente in ‘Zio Paperone e la campagna elettorale’, una fusione magica di divertimento, avventura ed etica chiaramente leggibile, impersonata dai caratteri tipicamente paperi magistralmente utilizzati) di quanto facciano scene-madri lacrimevoli da romanzo d’appendice ottocentesco, costruite a tavolino per raggiungere un facile effetto – viste nei più recenti fumetti ‘realistici’. No, io di fronte a queste o rido o mi arrabbio, di certo non piango. VirginBell mi considererà di una crudeltà inaudita. Lo stesso effetto dei film melodrammatici tipo Nazzari-Sanson visti con un’ ottica più disincantata, moderna e meno ipocrita. Grande rispetto naturalmente per questi attori, figli del loro tempo.
E per restare in tema film, Slam, la tua osservazione mi ricorda il momento in cui mia sorella mi aveva fatto notare che, ne ‘La vendetta della Pantera Rosa’, a stretto rigore temporale, il domestico Cato aveva trasformato l’appartamento dell’ispettore Clouseau in casa d’appuntamenti ben avviata in un solo giorno.
Se vogliamo, come nel caso della ‘fame’ di zio Paperone di questa storia, l’accorgersi di questi paradossi produce un ulteriore effetto comico.